LE CORNA SONO COSE DA SIGNORIS - LA MOGLIE DI CROZZA, CARLA SIGNORIS, “ROMANZA” I TRADIMENTI NEL SUO LUNGO MATRIMONIO E, COME DICONO A ROMA, ‘’SI CONSOLA CON L’AJETTO’’: “TUTTI SIAMO STATI TRADITI E TRADITORI. MA LE CORNA DANNO NUOVA VITA AL RAPPORTO”

Paola Jacobbi per "Vanity Fair"

Si conoscono da quando avevano 16 anni, adesso hanno superato i 50. Sono sposati dal '92 e hanno due figli. Una coppia di lunghissimo corso che continua ad amarsi e a piacersi parecchio. Eppure, in tutto questo tempo, possibile che non ci sia mai stato qualche «incidente»? Evidentemente sì e del resto, si sa, son cose che capitano a tutti, prima o poi.

Carla Signoris, moglie di Maurizio Crozza (che chiama sempre Mauri), ci ha scritto un romanzo: E Penelope si arrabbiò. È il suo terzo libro, i precedenti - Ho sposato un deficiente e Meglio vedove che male accompagnate - parlavano sempre di vita di coppia ma in tono più lieve.

Qui si ride amaramente, mentre la protagonista si affida al coro consolatorio delle amiche e ai ritrovati della chimica farmaceutica, ma soprattutto a un dialogo senza censure con il marito. Ovviamente il libro usa ogni artificio letterario - altri nomi, Anna e Carlo; altre professioni, lui medico, lei stylist - ma è chiaro che dietro la scrittura di queste pagine ci sono i momenti difficili che Carla Signoris ha incontrato nel suo matrimonio e che, con il «metodo» che descrive nella finzione narrativa, ha brillantemente superato.

Mia nonna diceva: «Non cercare bigliettini nelle tasche di tuo marito, perché qualcosa troverai di sicuro. E non ti piacerà». Qui i bigliettini non ci sono. Ma c'è WhatsApp, il tradimento 2.0.
«Proprio così. Non a caso, una delle voci narranti del romanzo è il figlio adolescente della coppia, l'unico che ci capisca qualcosa di queste forme di comunicazione moderna. E il libro, appunto, inizia con la confessione del marito che ammette di "messaggiarsi" con un'altra».

Non sappiamo se si sia limitato a messaggiare, ma sappiamo da subito che la moglie in passato ha tradito lui. E che lui l'ha riacciuffata.
«Superata una certa età, tutti siamo stati almeno una volta traditi e almeno una volta traditori. Fa male a tutte le età, un male da bestia, però quello che con gli anni si capisce è che a questi dolori si può sopravvivere e andare avanti. Franca Rame raccontò in un'intervista che molti anni prima, a causa di un tradimento di Dario Fo, aveva persino tentato il suicidio. Eppure, ripensandoci, le veniva da ridere».

Crede che un tradimento occasionale possa allungare la vita di una coppia?
«Sì, il tradimento è una specie di auto-doping. Scatena una reazione chimica, mette in circolo endorfine, fa sentire vivi, sia che tu tradisca sia che tu sia tradito. Passato il dolore, anni dopo, si può persino provare una sorta di perversa nostalgia per certi momenti così intensi».

La coppia del suo romanzo risolve la crisi all'insegna del «diciamoci tutto». Ma tanta schiettezza non fa ancora più male?
«Io voglio sapere».

Vuole sapere proprio tutto? Chi era, se era bionda o bruna?
«No, non voglio proprio tutti i dettagli. Ma conosco molte donne che sentono questo bisogno di dare volto e corpo alla propria paura».

E ce ne sono tante altre che rimuovono anche i sospetti. Non vogliono pensarci, scelgono il quieto vivere.
«In altri tempi, le donne facevano così d'ufficio: l'uomo è cacciatore, la paglia vicino al fuoco brucia e vai con i proverbi che giustificavano i tradimenti. Io, se avessi una relazione, lo direi. E se ho il sospetto che mio marito mi nasconda qualcosa, lo affronto. Credo nell'onestà dei rapporti, voglio avere gli elementi per capire che cosa ci sta succedendo. Un tradimento, spesso, arriva nel momento in cui uno dei due è distratto e non sta più investendo energie nel rapporto».

Infatti, il marito che lei descrive nel libro non è un farfallone: è un uomo preso in un momento di debolezza. Quindi, in un certo senso, ancora più minaccioso per la stabilità della coppia.
«Sì, io con un traditore seriale non potrei mai concepire una vita insieme. Ben prima di stare con Mauri, ho vissuto un'esperienza tristissima che mi ha molto condizionato. Proprio negli stessi giorni in cui mio padre stava morendo, il mio fidanzato di allora mi lasciò per un'altra. Per anni, nel mio cervello c'è stato un automatismo doloroso tra morte e tradimento. Non è stato facile venirne fuori, nonostante l'aiuto dell'analisi e degli psicofarmaci».

Immagino sia gelosa.
«Molto. Ma lo è anche Mauri. A fasi alterne, uno dei due lo è di più».

In questo momento?
«Mauri registra la trasmissione a Milano. Io vengo spesso da Genova (dove si trova l'abitazione di famiglia, ndr) qui a Milano per stare con lui, e perché lo studio è pieno di ballerine. Mi siedo in platea, assisto e mi diverto molto. E, intanto, marco il territ

 

CARLA SIGNORISIL LIBRO DI CARLA SIGNORIS - E PENELOPE SI ARRABBIO' CARLA SIGNORISCARLA SIGNORIS CARLA SIGNORISmaurizio crozza 001 lapMaurizio CrozzaCROZZA MARCHIONNE

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…