cesare battisti carmen llera moravia

“SAPERE CHE BATTISTI SAREBBE ARRIVATO IN ITALIA È STATO UN SOLLIEVO” – PARLA CARMEN LLERA, LA VEDOVA DI MORAVIA CHE NEL 2012 PROTESTÒ PER I LIBRI DEL TERRORISTA NEL CATALOGO DI “FLAMMARION”, CASA EDITRICE CHE FACEVA PARTE DI “RCS” – “MI SEMBRAVA INSOPPORTABILE CHE MORAVIA FOSSE NEL SUO STESSO CATALOGO. BATTISTI SI È SEMPRE CONSIDERATO PROTETTO, AL DI SOPRA DELLA LEGGE”

Silvia Truzzi per “il Fatto Quotidiano”

 

CARMEN LLERA CON MORAVIA

La notizia - era il 2012 - che un libro di Cesare Battisti, Face au mur ("Faccia al muro") sarebbe stato pubblicato in Francia dalla casa editrice Flammarion (che ai tempi faceva parte della galassia editoriale Rcs) fece arrabbiare parecchio Carmen Llera Moravia.

 

Tre volte indignata, disse al Corriere, "come scrittore, come italiana e come vedova di Moravia". Sei anni prima aveva avuto una discussione con Bernard-Henri Lévy che aveva scritto una prefazione al libro di Battisti Ma cavale ("La mia fuga"), "Però in fondo quello lo pubblicava un altro editore, non mi aveva dato così fastidio".

 

battisti in italia foto mezzelani gmt023

Perché s' irritò così tanto?

Mi sembrava insopportabile che Moravia, che in Francia è quasi più amato che in Italia, fosse nello stesso catalogo di un terrorista. E c' era un' aggravante: all' epoca Flammarion era italiana e la sua presidente, Teresa Cremisi, era una mia cara amica. La frequentavo e lo frequento ancora, molto: ero delusa.

 

Che effetto le ha fatto sapere della cattura di Battisti?

Carmen Llera

Ho avuto la sensazione che si fosse compiuta una vicenda sospesa e terribilmente dolorosa aperta da quasi quarant' anni. Certo, non amo Bolsonaro, ma ho sempre pensato che l' atteggiamento di Lula, osannato da più parti, fosse insopportabile. Sapere che Battisti finalmente sarebbe arrivato in Italia è stato un sollievo.

 

ARRESTO DI CESARE BATTISTI IN BOLIVIA

Si è parlato molto della "parata" in aeroporto con i ministri e la stampa Mi è sembrata un' inutile americanata, quasi grottesca. Non si festeggiano gli arresti, anche quando sono eccellenti. È una questione di misura, di senso delle istituzioni. E lo dice una persona che è da sempre ipersensibile al tema della violenza politica.

 

Perché?

Sono nata in Navarra sotto il franchismo, sono venuta in Italia negli anni 70, anni in cui si sparava e c' erano davvero i sacchi di sabbia alle finestre. In Patria di Fernando Aramburu, Premio Strega europeo 2018, ho ritrovato i luoghi e le atmosfere della mia giovinezza: Saragozza, Pamplona.

 

matteo salvini e alfonso bonafede foto mezzelani gmt056

E quegli anni, per molti versi terribili. Mio fratello, di dieci anni più grande di me, era avvocato e riceveva molte minacce. All' università spesso andavamo al cinema in Francia perché molti film da noi non uscivano. Una volta in auto ero con un compagno di università che mi disse: 'Devo passare anche a portare delle cose ad alcuni amici'. Erano dei terroristi dell' Eta rifugiati in Francia: mi arrabbiai moltissimo e non lo rividi mai più.

CARMEN LLERA CON MORAVIA jpeg

 

Tornando al 2012, sul Corriere le rispose Pigi Battista: "Un catalogo non è un blocco monolitico, vive di voci diverse, anche opposte. Qualunque libro, anche il più impresentabile, scritto dall' autore più riprovevole. Poi ci sarà la libertà di non leggerlo, di ignorarlo, di dileggiarlo, se merita il dileggio. Perché il conflitto culturale, per essere aperto, non deve subire limitazioni preventive". Insomma la libertà di stampa vale anche per Battisti.

TERESA CREMISI

Invece no. Un editore fa delle scelte, un editore italiano avrebbe potuto scegliere di non pubblicare il libro di un uomo condannato all' ergastolo per quattro omicidi, per rispetto delle vittime. Tra l' altro, Battisti si è sempre considerato protetto, al di sopra della legge: un comportamento quasi di derisione.

selfie di pigi battista

CARMEN LLERACARMEN LLERA MORAVIA CARMEN LLERA MORAVIA

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)