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CARTA STRACCIATISSIMA – ANCHE GIUGNO È STATO IL SOLITO BAGNO DI SANGUE PER I QUOTIDIANI ITALIANI: SI È DILEGUATO UN ALTRO DIECI PER CENTO DEL MERCATO - “BLITZQUOTIDIANO”: “SE CONTINUA COSÌ, A COLPI DI 100 MILA COPIE PERSE OGNI ANNO, NEL GIRO DI UNA DOZZINA D’ANNI NON CI SARÀ PIÙ UNA COPIA DI CARTA IN CIRCOLAZIONE. CHE FINE FARÀ LA PIÙ O MENO LIBERA MA ABBASTANZA VARIEGATA INFORMAZIONE PROFESSIONALE NELLA NOSTRA CARA ITALIA? RESTERANNO LE VARIE “BESTIE” E I SOCIAL NETWORK, ROBA BUONA PER GLI ZOMBIE DI BEPPE GRILLO”

Sergio Carli per www.blitzquotidiano.it

VENDITE QUOTIDIANI IN EDICOLA - GIUGNO 2022

 

Le vendite in edicola dei giornali quotidiani italiani nel mese di giugno confermano la crisi.

 

Un altro dieci per cento del mercato si è dileguato. Se continua così, a colpi di 100 mila copie perse ogni anno, nel giro di una dozzina d’anni non ci sarà più una copia di carta in circolazione.

 

Che fine farà la più o meno libera ma abbastanza variegata informazione professionale nella nostra cara Italia? Resteranno le varie “Bestie” e i social network, roba buona per gli zombie di Beppe Grillo.

 

Forse alla masnada di incapaci che affolla destra e sinistra senza soluzione di continuità va meglio così. Da come si sono comportati Governi e Parlamenti da Berlusconi in giù si direbbe che questo è il destino riservato dal Potere Politico alla stampa italiana. Una lenta e inesorabile morte per inedia.

 

VENDITE QUOTIDIANI IN EDICOLA - GIUGNO 2022. (1)

Un po’ i giornalisti se la sono cercata. Hanno esultato è un po’ contributo alla morte della Democrazia Cristiana sognando un futuro comunista guidato da gente come Massimo D’Alema che teorizzò: guardate la tv, non leggete i giornali.

 

Il rapporto fra politici e giornali è difficile da sempre e sotto tutte le latitudini  L’unico che in questi ultimi 20 anni ha provato a fare qualcosa fu, ai tempi del primo governo Prodi, Arturo Parisi, che fu sottosegretario all’editoria. Il frutto del suo lavoro fini come l’Okawango per la secolare litigiosità dei toscani. Poi di peggio in peggio.

 

Se non c’era Draghi ai poveri giornalisti avrebbero portato via anche le pensioni.

Sarebbe invece indispensabile in questo momento di tragica crisi un duplice intervento pubblico. Uno finalizzato a una drastica riduzione del costo del lavoro, fiscalizzando gli oneri sociali.

 

L’altro con una gestione coordinata, centralizzata della innovazione tecnologica. Non con soluzioni improbabili come la Netflix italiana. Come ieri la forza dei giornali erano le rotative e i furgoni della distribuzione, acciaio e ferro e motori, domani tutto dipenderà da quell’impalpabile, misterico, indefinibilmente arcano regno del software.

 

quotidiani italiani 2

I risultati di questa auspicabile evoluzione sembrano purtroppo modesti. A fronte di poco più di 1,1 milioni di copie vendute in edicola nel giugno del 2022, gli abbonamenti digitali sono stati 439 mila, appena 25 mila in più sul 2021. Cioè: l’edicola vende un 10% in meno di copie di carta mentre quelle digitali non prendono momento, crescendo solo del 6%.

 

A fronte dei 25 mila abbonamenti in più, ci sono 126 mila copie perse in edicola. All’interno del numero ci sono miglioramenti e peggioramenti ma qui mi limito al dato complessivo.

quotidiani italiani

Negli anni ‘60 e ‘70 i giornali erano dati per spacciati. Poi arrivò la legge 81 del 1981, che inaugurò un ventennio glorioso, si arrivò a vendere sette volte il numero di copie di oggi.

Ma allora c’erano gli odiati democristiani. E c’era Giovannini.

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