CASINI TELEVISIVI - PIERFURBY NON PERDE OCCASIONE PER ANDARE A TROVARE LILLIBOTOX A “OTTO E MEZZO” - ALLA GRUBER HA ANCHE RISERVATO LO SCUPPONE DELLA NASCITA DEL NUOVISSIMO “POLO DELLA NAZIONE” (ESTICAZZI) - ORMAI CASINI A LA7 È DI CASA, E ANCHE MENTANA LO SPERCULA: “DOPO DI ME C’È LILLI GRUBER CHE HA COME OSPITE UN GRADITO RITORNO” - PECCATO CHE IL GRUBERISMO SIA SERVITO A POCO, VISTO IL RISULTATO DELLE AMMINISTRATIVE…

Maurizio Caverzan per "il Giornale"

Per qualche giorno, magari settimane, non lo vedremo più chez Lilli Gruber. Un vero peccato. Ieri, Pier Ferdinando Casini ha annunciato che sta per iniziare un bel viaggio in Italia per occuparsi del territorio. «Mi propongo un itinerario di tre giorni a settimana fuori da Roma per capire davvero cosa pensano gli italiani». Oddio, solo tre giorni? Sta a vedere che negli altri ce lo ritroviamo bronzato a Otto e mezzo, ha sibilato qualche inguaribile scettico.

Le ironie sul presenzialismo televisivo di Pierferdy, soprattutto su La7, sono uno dei nuovi tormentoni sui social network. «Avete mai visto la Gruber fare domande pungenti a Casini, suo ospite quasi fisso?». Oppure: «Mi dispiace per la Gruber e per La7, onorevole Casini, vado a vedermi Albertazzi a teatro. Migliori contenuti e miglior dizione». «Casini +Gruber, sai che mix... Meglio un buon libro».

Il leader dell'Udc è un habitué della rete di TI Media (chissà per quanto ancora). Dal tg di Mentana, soprattutto nella sua prima annata, a Piazza­pulita, fino alle Invasioni barbariche e senza dimenticare L'Aria che tira di Myrta Merlino, non c'è talk show di alleggerimento dove non sia di casa. Da quando è il perno del governo Monti, ha una visibilità persino superiore a quella dei segretari del Pd e del Pdl - con i quali compone il famigerato Abc - nonostante il suo partito abbia percentuali equivalenti allo share di Otto e mezzo, il salotto tv prediletto.

«Dopo di me c'è Lilli Gruber che ha come ospite un gradito ritorno», ci scherza spesso sopra Mentana nell'abituale promo al talk che lo segue. «Buonasera e bentornato all'onorevole Casini», lo ha presentato consapevolmente la padrona di casa il 18 aprile scorso. Presentazione analoga aveva adottato un mese prima, il 16 marzo, per parlare del vertice a Palazzo Chigi con Alfano, Bersani e il premier Monti.

In quell'occasione, come documentava la famosa foto, Pierferdy indossava bretelle rosse «inquietanti», aveva ammesso, collegato da Milano. «Perciò stasera ho scelto quelle bleu», aveva cinguettato. «Ma noi da qui non le vediamo», si era rammaricata lei. Andando indietro e salvo probabili dimenticanze, quel «Buonasera e bentornato» si era ascoltato anche il 6 febbraio scorso, l'11 novembre e il 4 ottobre 2011, solo per rimanere alla stagione in corso. Tra Lilli e Pierferdy ci dev'essere una corrente di simpatia.

Così, quella sera di metà aprile, il leader Udc aveva scelto il glamouroso tavolo di
Otto e mezzo per annunciare che il nascituro Polo della Nazione, nuovo(?) rassemblement centrista che frullerà insieme ai soliti noti - lui medesimo, Fini e Rutelli - anche qualche rappresentante del governo Monti in libera uscita, sarebbe venuto pronto per le elezioni del 2013.

Insomma, una notiziona, nello stagnante orticello della politica nostrana. Tanto che la rossa Dietlinde, ribattezzata Lillibotox dall'insolente Dagospia, si era incuriosita: ci sarà anche Passera? «Chi lo sa», aveva replicato laconico lui, recuperando l'aplomb perso davanti al fotomontaggio in cui Grillo lo raffigurava abbigliato da regina d'Inghilterra.

«Chi semina vento raccoglie tempesta», era stata la sua minacciosa risposta. Come siano andate le cose alle amministrative si è visto. Il 6,6 per cento (con un calo dello 0,2) non è lo share del talk show di Lilli Gruber. Ma la percentuale di voti raccolti dall'Udc in una tornata elettorale che avrebbe dovuto premiare il partito più zelante nella difesa del salvifico governo Monti. Invece.

Lunedì, durante la maratona dell'Election Day, il solito Mentana, peraltro spalleggiato da Geppi Cucciari, non ha perso occasione per ironizzare sugli scarsi effetti nell'urna del presenzialismo catodico del nostro. Martedì, in quattro e quattr'otto (senza mezzo), volendo mostrarsi scattante e decisionista, Pierferdy ha rottamato Udc e Terzo polo, sentenziando che bisogna «andare oltre».

Poi ha parlato dei moderati seppelliti sotto «un cumulo di macerie». Infine, a chi gli chiedeva conto delle sue alleanze in vista del Polo della Nazione, ha replicato che «a forza di parlare di alleanze, la politica si sta autodistruggendo». Era anche un'autocritica o stava progettando di parlarne con Lilli Gruber?

 

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