"TROPPE FRECCIATE ANTIPOLITICHE NELLA FICTION SU DALLA CHIESA? SE C’È QUALCUNO CHE HA AVUTO OTTIME RAGIONI PER LAMENTARSI DELLA POLITICA È PROPRIO LUI" - CAZZULLO: "IL GENERALE FU MANDATO A PALERMO A MORIRE. L’INTERVISTA A GIORGIO BOCCA È LÌ A CONFERMARLO. IL GRANDE GIORNALISTA RACCONTÒ COME FOSSE ENTRATO NELLA STANZA DEL GENERALE SENZA ESSERE FERMATO DA NESSUNO; E COME POI AL RISTORANTE L’UOMO CHE DOVEVA SALVARE PALERMO DALLA MAFIA VENISSE GUARDATO CON SOSPETTO, SE NON CON FASTIDIO…" - VIDEO
Da corriere.it
Caro Aldo,
sergio castellitto nei panni di carlo alberto dalla chiesa
il generale Dalla Chiesa è stato un grande esempio di uomo mosso da una profonda fedeltà e fiducia nelle istituzioni, ha lasciato una eredità morale di servitore dello Stato, a difesa dei valori della giustizia, democrazia e legalità. La fiction lo celebra degnamente.
Benigno Prete
Ho appena finito di vedere ciò che ritengo un capolavoro, lo sceneggiato dedicato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dovrebbero utilizzare questo lavoro nelle scuole, per far conoscere la nostra storia ai ragazzi e far percepire l’abnegazione, fino all’ultimo sacrificio, di uomini e donne per questa nostra Italia.
Michele De Gruttola
Risponde Aldo Cazzullo – da il Corriere della Sera
Cari lettori,
Anche a me «Il nostro generale», la fiction su Carlo Alberto Dalla Chiesa, è piaciuta; e gli ottimi ascolti non erano affatto scontati, visto che si raccontava la storia di un uomo uscito tragicamente di scena quarant’anni fa, che tanti tra i nostri ragazzi non avevano mai sentito nominare. Qualcuno non ha apprezzato le frecciate «antipolitiche» messe in bocca al generale. Ma se c’è qualcuno che ha avuto — purtroppo — ottime ragioni per lamentarsi della politica è proprio Dalla Chiesa.
Le Brigate Rosse non furono certo un tassello della strategia della tensione, nacquero dai gruppi della sinistra extraparlamentare; ma lo stesso Cossiga ammise che fu imperdonabile non stroncarle sul nascere, e in particolare le incertezze e le esitazioni tra l’arresto di Curcio e Franceschini (1974) e l’escalation di sangue sotto la guida di Moretti. La questione del ritrovamento a rate del memoriale di Moro in via Monte Nevoso passò sopra la testa di Dalla Chiesa; era in corso una faida nel potere italiano, e un generale dei carabinieri non poteva certo muoversi come il capo di una giunta militare, alla politica doveva rendere conto.
aldo cazzullo foto di bacco (2)
Soprattutto, Dalla Chiesa fu mandato a Palermo a morire. Isolato, delegittimato, abbandonato. L’intervista a Giorgio Bocca è lì a confermarlo. Il grande giornalista raccontò come fosse entrato nella stanza del generale senza essere fermato da nessuno, senza un controllo di identità, senza una perquisizione; e come poi al ristorante l’uomo che doveva salvare Palermo dalla mafia venisse guardato con sospetto, se non con fastidio. Un po’ tutti hanno riconosciuto i meriti dei produttori della fiction (Stand by me di Simona Ercolani e Rai fiction di Maria Pia Ammirati). Una parola andrebbe aggiunta su Sergio Castellitto: un attore straordinario, capace di diventare Boccaccio e padre Pio, il re malvagio di Narnia e il grande Fausto Coppi.
CARLO ALBERTO DALLA CHIESArita dalla chiesarita e carlo alberto dalla chiesa carlo alberto dalla chiesa e emilia cestelli 1RITA DALLA CHIESA FALCONEcarlo alberto dalla chiesaSergio Castellitto Generale Dalla Chiesa 3 L AUTO DI CARLO ALBERTO DALLA CHIESA il nostro generale CARLO ALBERTO DALLA CHIESAvirginio rognoni alberto dalla chiesa