povia giletti

“NON È L'ARENA, È IL CIRCO CON POVIA GEOSTRATEGA" – FILIPPO CECCARELLI MENA DURO SULLE "CONFUSE ARGOMENTAZIONI GEOPOLITICHE" DI POVIA ("ZELENSKY DEVE ADBICARE DAL TRONO") E SU MASSIMO GILETTI "CHE NON SI CHIEDE SE È IL CASO DI DIFFONDERE SCEMENZE SU UNA GUERRA OGNI GIORNO PIÙ TERRIBILE": "DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA, PER LA GIOIA TOSSICHELLA DEL CRASH-SHOW" – IL BRANO "DITO MEDIO" DI POVIA: VIDEO STRACULT

 

 

Filippo Ceccarelli per la Repubblica

 

giletti povia

Quanto durerà nella memoria collettiva il numeraccio ucraino di Povia («Zelensky deve abdicare dal trono ») a "Non è l'Arena" di Giletti? Si azzarda qui una risposta empirica: un po' più della buffa espressione di Alan Friedman mentre l'ascoltava; o dello scontro, non si è capito bene su che cosa, tra il nuovo gladiatore da talk-show, Alberto Contri, e ladylike Moretti, opportunamente chiamata a rappresentare la sinistra. Ancora. Rimarranno impresse, quelle parole, poco più della stralunata testimonianza di un no vax scopertosi pro Putin.

 

La tv degli strilli ha questo di consolante: che tutto si dimentica subito, per cui le confuse argomentazioni geopolitiche di Povia già sfumavano quando la scaletta l'ha chiamato a cantare un brano dal promettente titolo "Dito medio", clip girata davanti a un fondale di finte, ma evocative rovine, anch' esse scalzate da quelle vere e poi dalle ulteriori e rumorose interruzioni.

giletti povia

 

Il vero spettacolo, a ripensarci, era la faccia di Massimo Giletti: un complesso miscuglio di stupore, godimento, indignazione, euforia, al fondo tenute assieme da una consapevole superiorità nei confronti della cronaca, forse della vita, magari addirittura della storia. All'inizio della puntata, con voce di circostanza, ha annunciato che si sarebbero viste immagini «molto dure» che avrebbero sollevato «mille polemiche ».

 

In realtà, senza eccessivamente far torto alla buonafede dell'ideatore-conduttore, le polemiche erano scientificamente affidate alla scelta degli ospiti; un modello di casting che ancora una volta rovesciava e al tempo stesso declinava in modo corale il proverbio secondo cui Dio li fa e poi li accoppia, per la gioia tossichella del crash-show. In tal senso le competenze geostrategiche di Povia, prima ancora che le sue convinzioni, erano senza dubbio il gioiellino della serata - e un po' anche l'occasione di questo articolo sugli orizzonti dell'intrattenimento di guerra, di cui Giletti si è fatto esploratore e pilota.

povia canta dito medio a non e larena

 

Ora, è pur vero che il personaggio sa il fatto suo, anche troppo. Conosce e detta i tempi della tv, maneggia bene la narrazione, sa gestire gli ospiti senza mai farsi fregare il microfono; inoltre ha coraggio, una bella presenza, una vena anarcoide e un pubblico che davvero lo vede come un moralizzatore, solo contro tutti.

 

Ma certo Giletti non si chiede se sarà o meno il caso di diffondere scemenze su una guerra ogni giorno più terribile. E di nuovo occorre aggiungere che sono le leggi dello spettacolo, al cui cospetto il cinismo dell'informazione, che pure esiste, scompare. Non è l'Arena, appunto, ma un circo: emozioni, belve, acrobati, pagliacci, fenomeni da baraccone.

povia canta dito medio a non e larena 3

 

Nell'indispensabile usa e getta, prima di affidare l'invasione dell'Ucraina a Povia, ma anche a Contri e a Moretti, su quella pedana sono passati no vax così ottusi da sembrare finti, ciarlatani che promettono 120 anni di vita a chi compra le loro spezie, brigatisti rossi di iperbolica maleducazione e per questo arruolati e poi cacciati in diretta, «che ti pago di tasca mia il taxi!», gridava Giletti come un arcangelo accusatore; senza contare le concioni sui vitalizi, con libro dell'incauto fruitore gettato per terra, gli sfogoni di Corona, il ping pong tra Luxuria e Santanché sul pisello e la vulva.

POVIA

 

Così la domenica sera, momento difficile, un po' si ride e un po' viene lo sconforto. La politica, figurarsi quella estera, non c'entra niente. Giletti tratta male Berlusconi, stima Meloni, si liscia Renzi, regala la maglia del Milan a Letta, fa cantare Conte e mentre Salvini chiude la trasmissione inviando un bacione alla figlioletta, si aggiunge in qualità di "zio Massimo".

 

I folli calcoli di Putin e l'espansione della Nato restano sospesi nell'etere, prossimi all'oblio dell'eterno presente. Il problema, semmai, si pone quando le condizioni, fuori e dentro di noi, rendono la visione più oscena dell'osceno. «Ciao meraviglie! - saluta Povia i suoi fan su Instagram - ordinate i miei dischi, aiutatemi!».

 

ALESSANDRA MORETTI POVIApovia canta dito medio a non e larenaFilippo Ceccarellipovia canta dito medio a non e larena 2ALESSANDRA MORETTI POVIA

 

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…