HERB RITTS, MADONNA CHE GLAMOUR - CELEBRAZIONE A ROMA PER IL FOTOGRAFO MORTO DI AIDS CHE HA RINNOVATO LA MITOLOGIA ICONOGRAFICA DELLE CELEBRITA’

Elena Del Drago per "la Stampa"

Dici Herb Ritts e pensi a Madonna, alle sue immagini più famose, a cominciare dalla copertina di True Blue, il disco degli esordi in cui appare di profilo con i capelli corti e biondi, una Lolita alla sua prima trasformazione. Oppure alle modelle più belle di sempre, anzi alla creazione di un nuova mitologia attorno alle cover girls, protagoniste di un Olimpo che fino a poco tempo prima era riservato soltanto agli attori. E poi naturalmente loro, i divi del cinema, fotografati con un doppio registro di intimità e di assoluta irraggiungibilità.

E infatti questa grande mostra all'Auditorium di Roma, prodotta da Forma e curata da Alessandra Mauro, in un centinaio di stampe, non delude il visitatore nelle sue certezze, ma anzi lo rassicura con una ricca dose di glamour senza incrinature, che Ritts ha saputo distillare in maniera davvero esemplare.

D'altronde era nato nel più ricco stato americano, la California, negli anni della grande crescita economica, siamo nel 1952, e precisamente a Brentwood, quartiere hollywoodiano, dove la sua famiglia viveva in una di quelle ville felici, circondata da altre ville felici, abitate da star come Steve McQueen.

E così sembra quasi scritto nel destino, che dopo gli studi al celebrato Bard College, Herb Ritts fosse pronto per immortalare le celebrities incontrate nelle feste a bordo piscina. Sembra tutto facile, naturale, In Piena Luce, come recita il titolo dell'esposizione. Ecco infatti il celeberrimo scatto con un Richard Gere, amico d'infanzia, ancora giovane e sconosciuto, fermo ad una pompa di benzina con canotta bianca e sigaretta in bocca. Un'immagine quasi casuale, che finisce sulle pagine di Vogue nel 1978 e sarà il lasciapassare verso il successo per entrambi.

Poco dopo Gere sarà il protagonista indimenticabile di American Gigolò, e Ritts prenderà il posto di Avedon o Penn nell'Olimpo dei fotografi di moda. Sono sue le immagini più iconiche degli Anni Ottanta e hanno contribuito a renderlo il decennio della leggerezza, del disimpegno e di un nuovo culto. Quello dell'individuo che superata la griglia dell'ideologia può osare tutto, fino a guadagnare somme di denaro inimmaginabili, fino a trasformare se stesso in una nuova icona.

Poi sappiamo com'è andata a finire, quanto sia stato alto il prezzo pagato per quegli eccessi, eppure gran parte del mondo di oggi arriva da lì e Herb Ritts ha saputo raccontarlo come pochi altri. E dunque Madonna dicevamo, e poi Michael Jackson nelle sue più tipiche mise, una Julia Roberts fotografata infreddolita nell'acqua del mare, giovanissima, quasi irriconoscibile.

E poi Jack Nicholson nelle vesti di Jocker e con una lente di ingrandimento davanti alla bocca che distorce la nostra percezione, Tina Turner al suo meglio o Liz Taylor nel momento più duro, dopo un'operazione di tumore al cervello, pochi capelli bianchi, una lunga cicatrice e un'incredibile presenza nel rettangolo della stampa.

E poi loro, le divine degli Ottanta, le modelle di colpo trasformate in top, visi e corpi, scolpiti nella luce degli esterni da Herb Ritts. In uno scatto celeberrimo le ritrae tutte insieme, Naomi Campbell & co, una composizione di corpi perfetta, classica, come se volesse aggiornare al presente l'idea della divinità. Come eterna è la bellezza di Tatjana Patitz, il suo ritratto con un velo nero di fronte al viso, è fuori dal tempo.

Ed è proprio questo un aspetto importante della mostra: quello di suggerire a chi guarda un'altra prospettiva per comprendere il lavoro di Ritts, autodidatta e coltissimo, indifferente alle etichette critiche, ma capace di nutrirsi dell'arte di ogni periodo, di pittura e scultura. «Non ho fatto studi accademici di storia dell'arte», disse, «ma ho studiato la pittura del Rinascimento, e soprattutto la scultura che mi aiuta a tradurre la bellezza del gesto; la bellezza che l'insieme del corpo irradia. La mia fotografia ruota attorno a una domanda: come interpretare in maniera moderna il corpo umano?».

I molti corpi maschili, sensuali e statuari, spesso neri stagliati su un fondo bianco, ci dicono proprio di uno studio attento della scultura antica, della precisione dei movimenti e dell'armonia dei gesti. Secoli di produzione artistica passata intervengono ad allontanare la passione e i nudi non sono mai espliciti, mai eccessivi.

E poi la storia della fotografia, a cominciare da quella americana, con grandi come Dorothea Lange o Edward Weston, pietre miliari anche della sua collezione privata, che nel percorso espositivo scorre su un monitor a fornirci una bussola di orientamento. Ma anche Man Ray, straordinariamente presente in alcuni scatti come quello che ritrae una donna sdraiata a terra, su un pavimento grigio, disegnata dalle ombre create da due ventilatori, in un'opposizione sapiente di luci e ombre, di sinuosità ed elementi geometrici. E poi modelli più evidenti e dichiarati come il tedesco Herbert List, creatore di composizioni austere, in bianco e nero, e ritratti indimenticabili, o Helmut Newton.

Maestri digeriti e rielaborati in una ricerca personale delle caratteristiche eterne della bellezza. Da cercarsi negli uomini e nelle donne e poi nel paesaggio. In quello californiano, sempre (sono pochissime le fotografie scattate in studio), e quello africano a partire dagli Anni Novanta, con i Masai come frequenti e fieri protagonisti.

Un'attrazione per gli spazi aperti e la natura estrema che gli sarà fatale: l'ultimo servizio, del 2002, è nel deserto, dove era andato con Ben Affleck incurante dei consigli dei medici che a lui, malato di Aids, avevano proibito qualsiasi stress climatico. Ma se nella vita bisogna farsi guidare anche dai propri desideri, Herb Ritts lo ha fatto fino all'ultimo.

 

 

herb ritts PRINCE herb ritts stefanie cindy tatjana naomi herb ritts press HERB RITTS HERB RITTS HERB RITTS HERB RITTS HERB RITTS HERB RITTS jpegherb ritts helena CHRISTENSEN malibu herb ritts wNdYhn vc

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…