IL CINEMA DEI GIUSTI - JOE NON STA BENE. VIVE CON LA VECCHIA MAMMA UN PO’ RINTRONATA, SI BOMBA DI PASTICCHE, TENTA CONTINUAMENTE IL SUICIDIO PER DIMENTICARE CHE FACEVA IL PADRE ALLA MADRE E QUELLO CHE HA VISTO IN GUERRA. PER DIFENDERSI DA TUTTO QUESTO E SFOGARSI FA IL SICARIO PER DENARO. E RISOLVE TUTTO A MARTELLATE - IN QUESTO “A BEAUTIFUL DAY” JOAQUIN PHOENIX DA’ PROVA DI GRANDE VIRTUOSISMO - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Joe non sta bene. Vive con la vecchia mamma un po’ rintronata, si bomba di pasticche, tenta continuamente il suicidio per dimenticare che faceva il padre alla madre e quello che ha visto in guerra. Per difendersi da tutto questo e sfogarsi fa il sicario per denaro. E risolve tutto a martellate. Ma noi sappiamo da subito che dietro il barbone, le pasticche, le tante ferite c’è un uomo buono.
A Beatiful Day, che in originale si chiamava You Were Never Really Here, scritto e diretto dalla scozzese Lynne Ramsay, interpretato da un Joaquin Phoenix da paura, che infatti ha fatto vincere al film a Cannes il premio per il miglior attore oltre a quello per la sceneggiatura, è un’opera violenta e molto dura, con un montaggio particolarissimo e una musica dirompente di Johnny Greenwood, ma dimostra in ogni costruzione di scena e in ogni rapidissimo flashback il livello di intelligenza cinematografica della sua autrice.
Già A proposito di Kevin era un film bello e quasi insostenibile per la violenza. Questo è sulla stessa strada, ma meno duro, un po’ grazie alla storia, che è ripresa da un romanzo di Jonathan Ames, e un po’ grazie alla prova di gran virtuosismo di Joaquin Phoenix, che recita tutto il film fuori dalle righe, ma rende il suo personaggio di sicario mammone e suicida dal buon cuore assolutamente indimenticabile.
Perché Joe, quando incontra la ragazzina che deve salvare, Ekaterina Samsonova, finita in un giro di pedofili d’alto bordo, capisce di aver trovato un’anima gemella. E noi capiamo che precipiterà in un vortice alla Travis Bikle di Taxi Driver non per un moralismo cattolico o per una voglia di riscatto, ma perché quello è il suo naturale percorso.
Ovvio che sarà incastrare in una storia più grande di lui, ma quello sarà un puro meccanismo cinematografico. L’essenza del suo personaggio, perno di tutto il film, è in altro. E Joaquin Phoenix se lo cuce addosso alla perfezione. Non è un film per tutti i gusti, siete avvisati, troppe martellate, troppo sangue, troppa violenza, ma per chi ama il cinema alla Martin Scorsese o alla Paul Schrader è qualcosa di imperdibile. Già in sala.