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IL CINEMA DEI GIUSTI - IN "GODLAND", IL REGISTA HYLNUR PÁLMASON CERCA DI RICOSTRUIRE IN MANIERA AMBIZIOSA LA NASCITA DI UN PAESE, L’ISLANDA, E I SUOI RAPPORTI ANCHE LINGUISTICI CON LA DANIMARCA" - "IL FILM SCAVA NELLA VIOLENZA DI UN POPOLO, LA RICOSTRUZIONE DELLA VITA NELL’ISLANDA DELL’800 È DI GRANDE LIVELLO, L’AMBIENTAZIONE È SPETTACOLARE E PALMASON SI PERMETTE DEI MOMENTI FORTI. SE AVETE NOSTALGIA DI MONTAGNE E PAESAGGI NATURALI, È IL VOSTRO FILM. DA OGGI IN SALA…" - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

Godland

Con tutti i film e le serie nordiche che abbiamo visto in questi ultimi due anni siamo preparati per la bellezza e il gelo che si vedono nell’ottimo nel danese-islandese “Godland”, scritto e diretto da Hylnur Pálmason, fotografato da Maria von Hausswolff, tutto girato in esterni in una Islanda meravigliosa tra fiumi e vulcani, un’opera già presentata a Cannes a Un Certian Regard con successo di critica e che sta molto piacendo in giro per il mondo.

 

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Qui il regista, già autore di altro drammoni nordici girati nel gelo, “Vinterbrode” e “A White, White Day”, cerca di ricostruire in maniera piuttosto ambiziosa la nascita di un paese, l’Islanda, e i suoi rapporti anche linguistici con la Danimarca, partendo dalle prime sette fotografie che vennero realizzate sul posto. Non so quanto Pálmason si sia inventato la storia, che vede un giovane prete, interpretato da Ingvar Sigurdsson, alla fine dell’800, che parte dalla Danimarca per costruire una chiesa, la prima chiesa, in Islanda.

 

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Solo che invece di andare per nave nel luogo esatto dove deve costruirla, decide di attraversare il paese con un piccolo gruppo di gente del luogo per documentare la natura terribile e incontaminata e i suoi abitanti. Tutta la prima parte del film è dedicata al viaggio, mentre nella seconda siamo nella piccola comunità dove il prete dovrà costruire la chiesa. Lì incontrerà una ragazza che lo vorrebbe sposare e si scontrerà con un mondo che è più selvaggio di quanto avesse pensato.

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Il film, che il regista dedica ai suoi genitori, scava nella violenza di un popolo come a cercare qualcosa che ci sfugge, ma la ricostruzione della vita nell’Islanda dell’800 è di grande livello, l’ambientazione è spettacolare e Palmason si permette, pur all’interno di un impianto austero ma molto tradizionale, dei momenti più forti, come un grande movimento di camera di 360 gradi, montaggi pittorici. Se avete nostalgia di montagne e paesaggi naturali naturali, è il vostro film. Da oggi in sala.

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