spider-man: across the spider verse spiderman spider man

IL CINEMA DEI GIUSTI - "SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER VERSE" SPRIZZA VITA E CREATIVITÀ IN OGNI FRAME ANIMATO - IL NEMICO PRINCIPALE È LA RIPETIZIONE DELLA NARRATIVA CHE L’IDEA DEL MULTIVERSO ESALTA CON INFINITE VARIAZIONI A OPERA DI INFINITI ANIMATORI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO. LEGGO CHE IL FILM HA 240 PERSONAGGI DIVERSI E CHE GLI ANIMATORI CHE CI HANNO LAVORATO SONO QUALCOSA COME MILLE - IL RESTO DEL FILM LO VEDREMO A MARZO DEL 2024. NON SERVE DIRVI SE NON AMATE I CARTONI ANIMATI E I SUPEREROI, È INUTILE CHE CI ANDIATE… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia  

 

spider man – across the spider 9

Il nemico principale di Spider-Man o forse solo di Miles Morales, l’eroe della saga animata iniziata cinque anni fa con “Spider-Man Into the Spider Verse” che prosegue in questi giorni con il successo clamoroso di “Spider-Man Across the Spider-Verse” diretto dal portoghese Joaquin Dos Santos, dall’afro-americano Kemp Powers (regista di “Soul” e autore di “Quella notte a Miami”) e dal più artigiano Justin K. Thompson, che firmeranno anche il terzo episodio, “Spider-Man Beyond the Spider-Verse”, è solo apparentemente la Macchia, un cattivo che vive attraverso buchi nello schermo, da dove passa da una situazione all’altra, ma è la narrativa.

 

spider man – across the spider 7

 O, meglio la ripetizione della narrativa. Esattamente come la Macchia è una anomalia visiva, un buco che vive attraverso altri buchi che strappa nello schermo, lo Spider-Man di Miles Morales, quindicenne di Brooklyn mezzo afro e mezzo ispano, è una anomalia negli infiniti universi dove in modo sempre diverso si racconta la storia di Spider-Man. Morso da un ragno e quindi in possesso di straordinari poteri, in lotta con i cattivi, ma anche col destino dove sa che perderà suo padre, il capitano di polizia della città.

 

spider man – across the spider 8

Una narrativa sempre uguale che l’idea del multiverso, iniziata col primo cartoon, altamente sperimentale, esalta con infinite variazioni a opera di infiniti giovani animatori provenienti da tutto il mondo. Leggo che il film ha qualcosa come 240 personaggi diversi e che gli animatori che ci hanno lavorato sono qualcosa come mille diversi talenti creativi. C’è pure un ragazzino di 14 anni che ci ha lavorato.

 

spider man – across the spider 6

All’interno di questa narrativa della storia di Spider-Man che vede un ragazzo alle prese con la crescita, in conflitto col padre, sapendo che dovrà sacrificarlo per il bene dell’umanità del suo universo, Miles Morales è una anomalia. Perché ha preso il posto che spettava a Peter Parker, perché si è intromesso nella storia. Creando la sua stessa storia. Ma un’anomalia in una produzione di narrativa ha questo doppio valore e pericolo tra l’innovazione letteraria e la sfida alle regole che può portare alla morte di ogni narrativa.

 

spider man – across the spider 5

Credo che tutto questo lungo, elaboratissimo, esaltante, complesso filmone di due ore e mezzo che sprizza vita e creatività in ogni frame animato, 150 milioni di budget per un incasso che alla sua prima settimana segna 120 milioni di dollari incassati in usa e 208 in tutto il mondo, ha senso solo all’interno dello studio dell’anomalia narrativa che rappresenta Miles Morales, il suo scontro con la Macchia, cattivo che provoca buchi, magari anche narrativi.

spider man – across the spider 4

 

Ma è proprio l’essere anomalia del personaggio rispetto alle infinite narrazione della sua storia che tiene in piedi tutti gli universi a costruire la sua personale storia. Qual è la tua storia, gli chiede la preside che da Brooklyn internde mandarlo a Princeton. Tutti hanno una storia. Raccontamela. La storia di Miles Morales è quella che si ferma, in fondo è solo la parte Uno di due film costruiti assieme, sul più bello. Nel momento in cui lui si rende conto di chi è e da che parte dovrà stare e cosa vorrà fare nel mondo.

 

spider man – across the spider 3

Il resto del film lo vedremo a marzo del 2024. Inutile che vi dica che se non amate i cartoni animati, i fumetti, i supereroi, è inutile che ci andiate. Ieri al Savoy alle 16 eravamo in quattro a vedere il film. Io e tre pischelli fan di Spider-Man. Penso esaltati. Anche se molto si dedicano sia i registi che gli sceneggiatori-produttori Phil Lord e Christopher Miller, a tutti i modelli di integrazione, non solo razziale dei personaggi, grande spazio ha Gwenn, la Spider-Woman in lotta anche lei col padre poliziotto, per non parlare del clamoroso Spider-Man indiano, o dello Spider-punk costruito sulla carta, trovo ossessivo, e per questo rimango incantato, rispetto agli infiniti modelli di volo animato proposti per i tanti Spider-Man diversi.

 

spider man – across the spider 16

 E’ un film, in fondo, rigido nella sua costruzione narrativa. La anomalia narrativa va eliminata o ricondotta entro i limiti di un possibile sviluppo narrativo tradizionale. Solo che tutto questo diventa repressivo e provoca un totale spostamento da parte del protagonista verso quale sia il male e quale sia il bene. Ma è anche un film che esplode ogni secondo in possibile e sempre diverse soluzioni visive.

 

spider man – across the spider 15

Al punto che la Macchia, che ha il problema di non essere solo un “cattivo di routine” non può che esserlo, perché tra narrazione letteraria, repressiva, e narrazione visiva, rivoluzionaria, è in corso una guerra secolare. Molto più antica di quella che può esserci tra il buffo grifone, mostro cinquecentesco che all’inizio del film vuole distrugge le opere di Jeff Koons perché non le considera “arte”. So benissimo che i cinefili, soprattutto i cinefili italiani, odiano i cartoni animati perché non li vedono come cinema, ma non sapete quello che vi state perdendo. In sala.

spider man – across the spider 14spider man – across the spider 13spider man – across the spider 10spider man – across the spider 12spider man – across the spider 1spider man – across the spider 11spider man – across the spider 17

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…