the grinch

IL CINEMA DEI GIUSTI – TORNA IL GRINCH, L’OMINO VERDE, PELOSO, CATTIVO, CHE ODIA IL MONDO MA, PIÙ DI TUTTO, IL NATALE. QUESTA TERZA VERSIONE TORNA ALL’ANIMAZIONE MA CERCA ANCHE DI COMBINARE IL RACCONTO E LA GRAFICA AGGRESSIVA DEL DR. SEUSS – NON SARÀ IL CAPOLAVORO CHE AVREBBE POTUTO COSTRUIRE UN TIM BURTON A 30 ANNI, MA È UN GRAN BEL FILM NATALIZIO PER TUTTI – VIDEO

 

 

 

Il Grinch di Yerrow Cheney e Scott Mosier

Marco Giusti per “Dagospia”

 

the grinch 2018 3

Torna il Grinch, l’omino verde, peloso, cattivo, che odia il mondo ma, più di tutto, odia il Natale. O, meglio, l’idea consumisica del Natale. Ideato da Theodore Geiseisel alias il Dr Seuss, genio della letteratura per ragazzi, nell’ormai lontano 1957, in un misto di favaola horror e di progetto educativo contro la civiltà dei consumi, è stato sempre considerato difficilmente esportabile da noi, troppo cattolici e poco inclini sia alla fiaba gotica che alle lezioni morali, ma ha già avuto due celebri versioni cinematografiche.

 

the grinch 2018 1

Una nel 1966, Come il Grinch rubò il Natale, un grande cartone animato diretto da Chuck Jones, molto fedele al libro, dove lo stesso Dr Seuss scrisse i testi della canzoncina dedicata al suo Grinch. E una più recente, dal vero, con Jim Carrey protagonista, appunto Il Grinch, diretto da Ron Howard, considerata molto cupa, prodotta dalla Universal.

 

the grinch 2018 5

Questa terza versione, Il Grinch, prodotta da Universal e dalla Illumination, la casa di produzione di Chris Meledandri per che ci ha dato Cattivissimo me, Minions e Pets, con l’omino verde doppiato da Benedict Cumberbacht in inglese, e da Alessandro Gassman, da noi, mentre al rapper Pharrell Williams spetta la narrazione, che nel 1966 fu di Boris Karloff, torna all’animazione, ma grazie alla regia di Yerrow Cheney (Pets) e di Scott Mosier, e alla sceneggiatura firmata da Michael LeSieur e Tommt Sherdlow, cerca anche di combinare il racconto e la grafica aggressiva del Dr Seuss con il tipo di tecnica e di estetica della Illumination.

 

the grinch 2018 6

Senza perdere quel che di buono c’era nella versione di Jim Carrey e Ron Howard, anche se qui è tutto molto più addolcito, già nel disegno, tutto più tondo e meno spigoloso, e la parte horror non ha nulla di gotico. Questo Grinch, anzi, punta decisamente al comico, anche se la voce di Benedict Cumberbacht, che molti ricorderanno già come voce del drago Smaug nella saga tolkeniana di Peter Jackson, non è così rassicurante.

the grinch 2018 2

 

Il Grinch, insomma, vive ancora col suo cagnetto Max, in una caverna in cima al monte Crumpit, da dove ddomina la festosa città di Who-ville, resa ancora più festosa dall’arrivo del Natale. Non sappiamo bene perché il Grinch, ancora così verde e peloso, non sopporti il Natale. Forse perché ha il cuore di due taglie più piccolo del resto dell’umanità, perché ha avuto un’infanzia da orfano, perché, a parte Max, non ha amici con cui condividere una festa.

the grinch 2018 4

 

Ma il Natale lo stravolge al punto che decide di rubarlo proprio ai cittadini di Who-ville. Travestendosi da Babbo Natale e rubando tutti i regali dei bambini proprio nella magica notte del 24 dicembre. I bravi spettatori sanno che questa grandiosa idea del Dr Seuss, è un po’ alla base, mai dichiarata, anche del Nightmare Before Christams di Tim Burton, con il suo Jack Skeletron che si travestiva da Babbo Natale e volava nel cielo con le renne scheletro e il suo cagnetto Zero. La differenza è nella morale finale.

 

the grinch 2018 7

Nel Grinch, il furto, avvenuto, riesce a diventare un buon motivo per stringere ancor di più attorno all’idea del Natale l’umanità dei cittadini di Who-ville. Al punto che anche il Grinch si sentirà colpito e si vergognerà della sua azione. Non solo. Perché la bambina protagonista, Cindy Lou, lo inviterà a cena a casa sua vedendolo così solo. Ovvio che questa versione, meno bizzarra e cupa di quella di Jim Carrey, tenda a normalizzare storia e personaggio, a smussarne la potenziale carica horror, a rendere il tutto più natalizio e divertente.

 

Ci si può stare, anche perché i registi trovano il giusto compromesso tra fedeltà al libro e al mondo dei Minions. Non sarà il capolavoro che avrebbe potuto costruire un Tim Burton a trent’anni, ma è un gran bel film natalizio per tutti, con tanto di nuove musiche di Danny Elfman. In sala dal 29 novembre.

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...