IL CINEMA DEI GIUSTI - “TWO MOTHERS”, OVVERO LE PORNO-MAMME IN CRISI PENSATE DA DORIS LESSING

Marco Giusti per Dagospia

Two Mothers di Anne Fontaine

"Noi non siamo lesbiche, siamo solo migliori amiche", si dicono Naomi Watts e Robin Wright, le due mamme protagoniste del nuovo film di Anne Fontaine, "Two Mothers" appunto, in riva al mare in uno di quei paradisi australiani che fa tanto Repubblica Viaggi. Beh, magari sarebbe stato più tranquillo se si fossero dichiarate lesbiche o madri incestuose dei due ragazzoni che hanno fatto nascere, Xavier Samuel e James Frecheville, e che vedono con orgoglio materno far surf fra le onde mostrando i bei corpi al sole.

Da lì a poco finiranno a letto l'una col figlio dell'altra costruendo un quartetto perfetto da costruzione letteraria che sarebbe piaciuto alla protagonista di "Chéri"di Colette. E che molto piacerà anche alle signore d'età che affollano le sale dei cinema d'essai come il Quattro Fontane nei tardi pomeriggi autunnali. Perché le due vecchie amiche amano riamate i loro bei ragazzi e è un po' come se facessero l'amore fra di loro e un po' come sei i loro ragazzi facessero l'amore fra di loro e un po' come se ognuna di loro facesse l'amore col proprio figlio. Senza alcun senso di colpa.

Il progetto di questo film, tratto dal romanzo breve di Doris Lessing "Le nonne", adattato per il cinema da Cristopher Hampton e coprodotto tra Francia e Australia per un pubblico del tutto internazionale, ruota appunto attorno alla costruzione del quartetto amoroso e alle sue possibilità di incastri sentimentali più o meno eterosessuali e incestuosi.

Ma non c'è alcuna sensazione di peccato cattolico nelle mamme innamorate né nei loro figli che preferiscono alle giovinette della loro età i corpi materni. Certo, il gioco funziona perché Anne Fontaine affida ai corpi e ai volti di due attrici incredibili come Naomi Watts, che abbiamo appena visto nel ridicolo "Diana" truccata più da Conchita De Gregorio che da Lady D., e Robin Wright, ex signora Sean Penn, il ruolo delle mamme.

Non più giovanissime sono ancora strafighe e fisicamente molto simili. Robin Wright si permette un nudo da paura di fronte al suo giovane amante ("Non credo che nel futuro ti farò ancora vedere il mio corpo" gli dice). Naomi Watts si concede a una prima notte d'amore dove riesce a trasmetterci la sensazione del desiderio represso da anni diventendo la diva sexy in grado di eccitare anche King Kong per poi calarsi nella cupa depressione legata all'abbandono colettiano. Ma entrambe sanno ricostruirci perfettamente il senso del romanzo della Lessing, la paura dell'invecchiamento, il desiderio, l'ambiguità del troppo amore materno e del troppo amore al femminile.

Se uno dei mariti è già morto all'inizio del film e l'altro, il grande Ben Mendelsohn, viene spedito a Sidney a insegnare storia del teatro all'università (sti cazzi...), è ovvio che quello che alle ragazze interessa è solo la costruzione e la difesa del loro territorio femminile da regine delle amazzoni. E i due ragazzi sono solo parte del loro amore. Certo, il film è troppo zuccheroso e un po' turistico, la stessa cosa non potrebbe funzionare a Fregene, o con Pamela Villoresi e Galatea Ranzi (anche se non sarebbe malaccio...).

Il mare e queste villette parallele in riva al mare australiano un po' da abuso edilizio rendono il tutto più giustificato ma non se lo può permettere più nemmeno Balducci. La regia della Fontaine non è il massimo dell'eleganza rohmeriana, ma Naomi Watts e Robin Wright sono così brave e belle, sia che facciano le fighe sulla spiaggia sia che si guardino allo specchio con le rughe in evidenza, che ti conquistano. E poi è l'ultimo film girato in 35 mm e in scope in Australia. In sala da giovedì 17 ottobre.

 

Two Mothers TWO MOTHERS x two mothers TWO MOTHERS

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