
CINEPANETTONI ALLA RISCOSSA - LA COMMEDIA FACILE CON DE SICA O QUELLA QUASI SOFISTICATA DI LILLO & GREG? CHI VINCERÀ IN ATTESA DEL CICLONE ZALONE? - “I FILM DI QUESTO TIPO SI DIVIDONO IN DUE SOLE CATEGORIE, QUELLI CHE FANNO RIDERE E QUELLI CHE NON FANNO RIDERE”
vacanze ai caraibi de sica ghini
Fulvia Caprara per “la Stampa”
Se c' è luce in fondo al tunnel, se è vero che stiamo uscendo dal periodo più buio della crisi, la prova è anche, ebbene sì, nel ritorno al cinepanettone classico, con le festività ambientate in luoghi esotici, con il Natale in spiaggia per far sognare chi non può partire e divertire chi, invece, almeno una volta, ci è riuscito. Ma non è tutto.
Le feste al cinema, quest' anno, propongono match diversificati. L' avvio è toccato a Leonardo Pieraccioni con Il professor Cenerentolo , ora scendono in campo i due combattenti più accaniti, Vacanze ai Caraibi , diretto da Neri Parenti, mattatori Christian De Sica e Massimo Ghini, e Natale col boss , regia di Volfango De Biasi, commedia d' azione con Lillo & Greg prodotta dal monarca del botteghino natalizio, Aurelio De Laurentiis, insieme al figlio Luigi.
christian de sica massimo ghini luca argentero
Insomma, il cinepanettone si sdoppia, il pubblico può scegliere tra la risata facile, quasi infantile ( Vacanze ai Caraibi ), e quella un pizzico più sofisticata ( Natale col boss ). Il tutto in attesa del ciclone Quo vado? , il film di Checco Zalone che dal 1° gennaio occuperà oltre un migliaio di schermi italiani:
«Eravamo convinti - spiega Fausto Brizzi, sceneggiatore, con Martani, Parenti, e De Sica, di Vacanze ai Caraibi - che il cinepanettone classico fosse stato rottamato con troppo anticipo. Gli incassi dell' ultimo titolo della serie erano calati, ma solo un poco, e quindi abbiamo deciso di riprovare».
E poi c' era una «ragione amicale», più importante di quella meramente industriale: «Dopo la fine del rapporto con De Laurentiis, - aggiunge Brizzi - Neri Parenti era rimasto single e avevamo tutti voglia che tornasse in famiglia».
Le critiche al film, anche queste tradizionali, riguardano la volgarità a tratti scurrile, ma gli autori sono pronti a controbattere: «I film di questo tipo si dividono in due sole categorie, quelli che fanno ridere e quelli che non fanno ridere. Con tutto quello che succede nel mondo, la gente ha una gran voglia di risate».
Sull' altro fronte, al contrario, si rivendicano eleganza, audacia e perfino cinefilia: «Ho girato Natale col boss - racconta De Biasi - pensando alle commedie americane che ho sempre amato, in grado di fondere umorismo e bravura degli interpreti, trame avvincenti e virate decisamente comiche». Al centro dell' azione, la coppia formata da Lillo e Greg, luminari della chirurgia plastica, incaricati di regalare a un pericoloso boss criminale i tratti dell' attore Leonardo DiCaprio.
Peccato che, una volta levate le bende, ci si accorga dell' errore fatale: i medici hanno capito male, creando un doppione di Peppino Di Capri e non di DiCaprio. «Il nostro è un film di genere - dichiara Lillo - , di quelli che in Italia non si fanno più.
Una commedia poliziesca, con inseguimenti e suspence, se il pubblico ha voglia di novità, vinceremo». De Laurentiis è più cauto, e anche scaramantico: «Già da qualche anno, con Colpi di fulmine , abbiamo imboccato strade nuove, puntando soprattutto sulla creatività di Lillo & Greg».
Il rivale più temibile è Star Wars , ma lo spettro di Zalone incombe: «I film natalizi escono a pezzetti, uno vicino all' altro, e poi gli esercenti si lamentano. È ovvio che, in questo modo, ognuno finisca per ammazzare l' altro».
Lontano dalle polemiche di botteghino, Peppino Di Capri è il più felice di tutti. In Natale col boss interpreta, come i grandi attori, un doppio personaggio e il risultato è esilarante. Unico cruccio, raccontano i compagni di set, è stato dover cantare male nelle sequenze in cui interpreta il malavitoso. Per l' intramontabile eroe di Champagne , una vera eresia.
aurelio de laurentiis foto lapresse