claudio sabelli fioretti

“SONO INNAMORATO DI FRANCESCA FAGNANI. E MENTANA? LA COSA STRANA DI LUI È CHE RIDE DELLE SUE BATTUTE. NON MI HA MAI INVITATO NELLE SUE TRASMISSIONI. CHISSÀ PERCHÉ” - CLAUDIO SABELLI FIORETTI SI RACCONTA NELLA AUTOBIOGRAFIA "AMASCORD" (“CHE ERA STATA RIFIUTATA DA TUTTI GLI EDITORI”) E IN UNA INTERVISTA A "GENTE" - "VITTORIO FELTRI? GLI HO DOVUTO DARE 7 MILA EURO PER UNA CAUSA. MA AVEVO RAGIONE IO -SCALFARI? SI PRENDEVA TROPPO SUL SERIO – COSSIGA? UN PAZZO VERO -  “MI È CAPITATO DI INTERVISTARE UNA PERSONA CON CUI ERO ANDATO A LETTO: LIDIA RAVERA. ERAVAMO GIOVANI..’” – "AL BANO MI CONFIDÒ CHE SE SAPEVA CHE ALLA LECCISO INTERESSAVA FARE SPETTACOLO MICA LA SPOSAVA. QUANDO LEI LESSE QUELL’INTERVISTA, CHIAMÒ 'GENTE' PER ANNUNCIARE CHE SI SAREBBE SEPARATA DAL MARITO. MI SENTII IN COLPA..."

Maria Elena Barnabi per Gente

 

claudio sabelli fioretti

La vita di Claudio Sabelli Fioretti, 80 anni – per tutti il più bravo di tutti a fare le interviste – sembra uscita da un film di Woody Allen: engagé e autoironico giornalista di sinistra, lavora nei più grandi giornali italiani (Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, Panorama, L’Espresso, L’Europeo), diventa cinque volte direttore, viene sempre licenziato perché fa i dispetti all’editore, dirige il più grande giornale italiano di satira mai esistito (Cuore),

 

si inventa con Giorgio Lauro il programma di Radio Rai Un giorno da pecora, dove intervista e prende in giro tutti i politici, scrive 20 libri, va a piedi da Trento a Roma e fa mille altre imprese pazze, colleziona querele, colleziona mogli (tre), colleziona quasi mogli (due), colleziona flirt con le colleghe (numero non pervenuto). Figli: uno, gay.

 

Amascord - claudio sabelli fioretti - COPERTINA

“Sono stato un pessimo padre, dimenticavo mio figlio ovunque. Una volta anche sui campi da sci al freddo”, scrive lui tutto contrito nella sua autobiografia Amascord (Compagnia Aliberti Editore) che, come recita la quarta di copertina, “era stata rifiutata da tutti gli editori”.

 

A leggerla, questa autobiografia, si scoprono i retroscena di alcune leggendarie interviste: quella volta che il nostro andò a intervistare l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga e lui lo accolse in mutande, quell’altra che in diretta radio tirò i capelli a Silvio Berlusconi per vedere se erano veri, quell’altra in cui Oriana Fallaci lo sequestrò per quattro giorni e poi riscrisse l’intera intervista. Notevoli anche le tre mitiche interviste a Gianni Boncompagni (con cui Sabelli fece il programma tv Bombay) per i 60, 70 e 80 anni dell’autore televisivo in cui lui sentenziò: «Sono di sinistra. Comunista. Noi siamo tutti comunisti, le mie figlie, Raffaella Carrà, tutti comunisti».

francesca fagnani enrico mentana

 

Si scoprono anche tanti aneddoti sulla vita dei giornali e sugli anni d’oro dell’editoria, mescolati con i casi di cronaca e della politica degli ultimi 50 anni in un affresco un po’ nostalgico e molto divertente in cui ci possiamo ritrovare un po’ tutti. Siamo andati a incontrare Sabelli Fioretti a Masetti, un piccolo paese del Trentino dove vive per sei mesi all’anno con la moglie Annette. Ci è andata bene: pochi giorni dopo sarebbe partito per Salina, l’isola delle Eolie dove passa gli altri sei mesi dell’anno.

 

Lo sa che quando la intervistano vengono sempre fuori le solite cose? La storia di Berlusconi, Carla Bruni che le accarezza la faccia e lei suda, chi non si è concesso (per la cronaca: Fiorello, Fazio, Totti).

«La colpa è mia. Mi ripeto sempre». 

Vorrei estorcerle dei segreti.  

«Mi faccia delle domande cattive».

 

 

cossiga sabelli fioretti

Ha fatto più di 700 interviste. È mai andato a letto con una persona che ha intervistato?

«No. Però mi è capitato di intervistare una persona con cui ero andato a letto».

 

Chi?

«Io glielo dico, ma non lo scriva per carità».

Si figuri se lo scrivo.

«Lidia Ravera. Eravamo giovani. Siamo amici».

 

Altri amorazzi segreti?

«Sono innamorato di Francesca Fagnani».

Non vale, l’ha già detto. E poi la ama solo perché la cita sempre nella sua trasmissione.

«Ma sa quanti invece rubano le mie interviste? Paolo Mieli mi diceva che dovevo esserne orgoglioso. A me invece girano un po’ i coglioni».

lidia ravera

E con Enrico Mentana, compagno di Fagnani, come la mette?

«Lo sa cosa è strano di Mentana? È uno che ride delle sue battute. Ora che mi ci fa pensare non mi ha mai invitato nelle sue trasmissioni. Chissà perché».

 

 

Già, chissà perché. Come vanno i rapporti con Vittorio Feltri?

«Gli ho dovuto dare 7 mila euro per una causa. Ma avevo ragione io. Però non ho problemi a dire che è un bravissimo giornalista. Con lui direttore i giornali raddoppiavano le vendite. Con me invece le dimezzavano».

Con Eugenio Scalfari, ai primi tempi della nascita de La Repubblica, litigò di brutto.

«Mi fece caposervizio, ma io me ne andai dopo tre mesi. Lui si offese. Poi lo implorai di riprendermi, gli dissi: “Vengo in ginocchio sui ceci da Milano a Roma”. Mi rispose: “Manco morto”. Si prendeva troppo sul serio».

Con l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, invece, ebbe un bel rapporto.

loredana lecciso al bano

«Cossiga era pazzo. Ma pazzo vero. Veniva in radio con una bottiglia di whisky perché sapeva che era proibito portare alcolici negli studi. Gli ho voluto bene. Però i veri segreti non me li ha mai confidati, se li è portati nella tomba.

 

Altri bravi?

«Guardi che questo l’ho già detto mille volte: Stefano Lorenzetto e Gian Antonio Stella. A fare le interviste Malcom Pagani e Candida Morvillo. E poi fuori concorso c’è la mia amica Natalia Aspesi. Inarrivabile».

 

Chi è bravo a fare satira in Italia?

«L’unico è Antonio Ricci con Striscia la notizia».

Le sue interviste sono davvero le migliori?

«Sì. A un certo punto mi sono reso conto che erano diverse dalle altre. Ci metto giorni a prepararmi, leggo tutti i libri, le interviste, sento gli amici».

(...)

Si è mai pentito di qualcosa che ha scritto? 

«Al Bano mi confidò che se sapeva che alla Lecciso interessava fare spettacolo mica la sposava. Quando lei lesse quell’intervista, chiamò voi di Gente per annunciare che si sarebbe separata dal marito. Mi sentii in colpa».

claudio sabelli fioretti

 

L’hanno sempre licenziata. Come mai?

«Quasi sempre, prego. Avevo la mania di andare contro agli editori. Quando ero a Gente Viaggi mi raccomandarono di non mettere un nero in copertina perché l’editore Rusconi non ne voleva. Cosa faccio io appena posso? Metto una regina nigeriana in copertina. Non sono durato molto».

(…)

«Non ho un soldo sul conto corrente».

Dove sono finiti tutti i soldi?

«E chi lo sa? Alle mie mogli non ho dato niente».

Ha comprato case?

«Due qui in montagna e due a Salina. Chissà poi perché, siamo solo in due, io e mia moglie».

E quindi?

«Quindi molti li ho spesi per le querele che mi han fatto».

 

In molti ci ricordiamo dell’ormai celebre titolo di Cuore “Tutto pronto all’inferno per l’arrivo di Muccioli” pubblicato il giorno prima della morte del fondatore di San Patrignano...

CLAUDIO SABELLI FIORETTI

«In tutto ai Muccioli avrò dato 80 mila euro».

Lo rifarebbe?

«Vorrei dire di sì. Però cosa è rimasto di quel mio titolo e di tutta quella satira? Potevo stare un po’ più attento. Però tutto sommato vado orgoglioso delle cose di cui sono pentito».

 

È rimasto che i giovani di allora come la sottoscritta ancora se lo ricordano. E magari se fanno questo lavoro è anche merito un po’ suo.

«Bella roba. Ora però non gliene frega niente a nessuno. I giornali fanno schifo perché gli editori risparmiano su tutto: hanno stroncato gli stipendi, pagano una miseria i collaboratori, hanno soppresso gli uffici all’estero, gli inviati, tutto».

Che giornali legge?

«Sono abbonato al Corriere, a Repubblica e al Fatto, che poi è l’unico giornale utile».

 

CLAUDIO SABELLI FIORETTI

Utile perché ci scrive lei?

«Non ci scrivo molto. È utile perché non ha fake news. E poi c’è Marco Travaglio».

Cos’ha di speciale lui?

«È bravissimo, ha una memoria di ferro. Gliela invidio. Però quelli che hanno tanta memoria sono degli stronzi. Li odio».

Lei invece dimentica tutto, così scrive nel libro.

«Esco di casa e dimentico perché sono uscito. Salgo al piano di sopra, e non so perché ci sono salito. Mi riempio di post-it e poi li perdo».

 

CLAUDIO SABELLI FIORETTI

Nel libro racconta di quando rivede una sua ex “quasi moglie” e non la riconosce.

«Capisce il dramma? La gente ci ride, ma io mica tanto».

Ha fatto qualche controllo?

«Tutti. Non ho l’Alzheimer. Dicono che ho un QI altissimo. Ma mica è vero: è solo perché nei test a crocette non mi batte nessuno. Abbiamo finito? Di già? E le domande cattive?».

 

 

CLAUDIO SABELLI FIORETTI CLAUDIO SABELLI FIORETTI SILVIO BERLUSCONI GIORGIO LAURO A UN GIORNO DA PECORACLAUDIO SABELLI FIORETTI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…