COLTA SUL “FATTO” - AUGUSTA IANNINI SCRIVE A TRAVAGLIO: “SUI COMPENSI DELL’AUTORITA’ GARANTE VENGO STIMOLATA DAL CONSUETO PROVINCIALISMO SESSISTA A CUI IL “FATTO” MI HA ABITUATO IN QUESTI ANNI (IL CONSUETO E UN PO' DATATO RIFERIMENTO A MIEI LEGAMI CONIUGALI)” - DAVIDE VECCHI: “A STIGMATIZZARE NON SONO IO MA IL MEF E ALTRI ENTI DELLO STATO”
Lettera di Augusta Iannini al “Fatto quotidiano”
Sul Fatto Quotidiano di ieri è apparso un articolo firmato da Davide Vecchi con un titolo stuzzicante "Blitz nell'ultimo Consiglio: soldi a pioggia sulla Privacy". A corredo una mia foto evocativa del mio ruolo istituzionale e, nel testo, il consueto ed un po' datato riferimento ai miei legami coniugali.
La finalità dell'articolo è quella di stigmatizzare una proposta normativa che equipara i compensi dell'Autorità Garante a quelli di Agcom e Agcm. La sua implicita negatività quella che possa applicarsi anche a me. Essendo il mio mandato prossimo alla conclusione, l'interesse ad una simile norma è per me sostanzialmente nullo.
Stimolata però dal consueto provincialismo sessista a cui Il Fatto Quotidiano mi ha abituato in questi anni e dal ruolo di redattrice di "norme ad personam" che il giornale mi ha sempre attribuito, propongo di elaborarne subito un' altra che mi escluda dall'equiparazione dei compensi a quelli di altre Autorità. Sarebbe un'ottima occasione per spiegare ai lettori perché alcune Autorità siano economicamente più "autorevoli" di altre.
Augusta Iannini, Vice Presidente dell' Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Risposta di Davide Vecchi
Esclusi gli insulti gratuiti di misoginia e sessismo, dopo aver letto una dozzina di volte quanto scritto dalla dottoressa Iannini in Vespa, non riesco a capire cosa voglia precisare. Come correttamente riportato nell' articolo, a stigmatizzare non siamo né io né il Fatto, ma il Mef e altri enti dello Stato. Pare però di capire che la dottoressa sia pronta a rinunciare all'aumento del suo compenso nel caso dovesse essere confermata all'Authority.