DA QUANDO I POLITICI HANNO SMESSO DI “USARE” I CRONISTI PER AVERE VISIBILITÀ, SONO I GIORNALISTI AD AVER BISOGNO DEI POLITICI PER ESISTERE - NEGLI USA LA CLINTON SNOBBA LE FIRME A LEI OSTILI CHE INVECE “VIVONO” GRAZIE A LEI

Mattia Ferraresi per “il Foglio”

 

obama con la capa dei giornalisti della casa bianca christi parsonsobama con la capa dei giornalisti della casa bianca christi parsons

“Il giornalismo non esiste” è la massima che si ripete a Washington da quando il leader uscente dei democratici al Senato, Harry Reid, l’ha coniata, in seguito all’ennesima bufala. Un tizio di nome Larry Pfeifer aveva passato a un gruppo di blogger e attivisti conservatori una notizia completamente falsa: Reid non si era procurato l’infortunio all’occhio di cui ancora porta i segni mentre faceva esercizio nella sua casa di Las Vegas, ma in realtà era stato picchiato dal fratello.

 

le giornaliste di fox newsle giornaliste di fox news

Era soltanto un ballon d’essai per vedere quanto e per quanto l’incredibile storiella si sarebbe propagata nella cassa di risonanza dell’informazione digitale. L’esperimento è riuscito talmente bene che anche alcuni media tradizionali, se ancora il termine è lecito, hanno ripreso la notizia, e quando la bolla è scoppiata un gongolante Reid ha colto l’occasione per enunciare una proposizione generale: “Il giornalismo non esiste”.

 

Gli hanno chiesto se era arrabbiato con il tizio che propina bufale, ma lui è tutt’altro che arrabbiato e nemmeno pensa che debba scusarsi pubblicamente, perché la trovata “mostra quanto sia sciocco il giornalismo come lo conosciamo. Sta evaporando, e questo è un male”.

 

La notizia dell’inesistenza del giornalismo è fortemente esagerata, certo, ma

offre lo spunto per l’osservazione di un fenomeno che la campagna elettorale incipiente

PANINI X GIORNALISTI PANINI X GIORNALISTI

ingrandisce e rende più nitido: l’irrilevanza del giornalismo “as we know it”, come dice Reid. C’è stato un tempo antico in cui il passaggio dei messaggi elettorali dal candidato all’elettore dipendeva in larga parte dai giornalisti.

 

Certo, per far arrivare il programma nelle case degli americani c’erano molti modi, ma chi costruiva l’ineffabile “narrativa” (se ancora il termine è lecito)? Chi dava volto, spirito, tridimensionalità, emozione a chi ambiva alla poltrona di leader del mondo libero? I cronisti, naturalmente. I quali ricevevano in cambio ampio accesso e vicinanza ai candidati, e quello era lo spazio più o meno aperto della contesa, dove lo spin e le domande puntute lottavano lealmente nella fanghiglia delle notizie e dei retroscena.

 

La politica, insomma, aveva bisogno dei giornali per raccontarsi, e così li corteggiava,

offriva concessioni, si apriva ai potenziali rischi che un ficcanaso con il taccuino

ordine dei giornalistiordine dei giornalisti

spesso comporta. Mark Leibovich, che dei cronisti politici è un decano, scrive che la dinamica si è completamente rovesciata. “I candidati di oggi si muovono in un ambiente in cui la dinamica del potere fra politica e media è bilanciata a loro favore. Le campagne non

si affidano più così tanto ai media per comunicare.

 

Possono fare i loro siti e i loro tweet come vogliono, e affidare il resto alle loro macchine ausiliarie del rumore (i super Pac). Siccome i media sono diventati più estremi politicamente, i candidati possono scegliere con più agio con chi parlare, sapendo che alcuni sono amichevoli, e rifiutando quelli ostili”.

CHELSEA CLINTON DEBUTTA SU NBCCHELSEA CLINTON DEBUTTA SU NBC

 

Il fatto è che il rifiuto di comunicare con i media ostili è a costo zero. Hillary Clinton

può tranquillamente permettersi di ignorare Andrea Mitchell, veterana della

copertura poco simpatizzante della famiglia Clinton, quando si fa strada fra la corte e pervicacemente l’apostrofa: “Mrs. Clinton! Hillary! Ma’am!”. Lei finge di non sentire

e prosegue per la sua strada, sapendo che la cosa non avrà conseguenze: Mitchell

ha bisogno di Hillary molto più di quanto Hillary abbia bisogno di lei. La candidata

ha milioni di altri modi per veicolare il suo messaggio direttamente a chi deciderà se

sarà o meno il prossimo presidente degli Stati Uniti.

HILLARY CLINTONHILLARY CLINTON

 

E’ lo strano effetto della disintermediazione, se ancora il termine è lecito, che è un concetto bello e smart quando s’applica all’utente emancipato che finalmente ha accesso alle informazioni senza mediatori, ma è più oscuro e complicato se a usarlo a loro vantaggio sono i candidati alla presidenza. Un giorno arriveranno a dire che il giornalismo non esiste.

 hillary clinton hillary clinton

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO