jean paul gaultier

COME SI DIVENTA JEAN PAUL GAULTIER: “AVEVO NOVE ANNI QUANDO VIDI IN TV UNO SPETTACOLO DELLE FOLIES BERGÈRE. RIMASI COSÌ INCANTATO DA QUEI COSTUMI MERAVIGLIOSI CHE IL GIORNO DOPO A SCUOLA MI MISI A DISEGNARLI. IL PROFESSORE SE NE ACCORSE, E PER PUNIRMI MI OBBLIGÒ A STARE IN PIEDI SULLA SEDIA CON IL DISEGNO ATTACCATO SULLA SCHIENA, MENTRE INCITAVA I MIEI COMPAGNI A DERIDERMI. MA LORO INVECE…NOI FRANCESI PRENDIAMO SUL SERIO LA MODA PERCHÉ SIAMO DEI FRUSTRATI”

jean paul gaultier 2

Serena Tibaldi per “la Repubblica”

 

«Avevo nove anni quando vidi in TV uno spettacolo delle Folies Bergère. Rimasi così incantato da quei costumi meravigliosi che il giorno dopo a scuola mi misi a disegnarli, cristalli e piume compresi. Il professore se ne accorse, e per punirmi mi obbligò a stare in piedi sulla sedia con il disegno attaccato sulla schiena, mentre incitava i miei compagni a deridermi. Lo fece per umiliarmi, ma invece loro iniziarono a farmi i complimenti, a chiedermene altri. Così dall' essere una specie di paria divenni popolare, e capii che tutto può essere bello e degno di essere raccontato».

 

jean paul gaultier 1

L'episodio che Jean Paul Gaultier svela sorridente in un ottimo italiano, con qualche accenno di spagnolo, oggi sarebbe catalogato come bullismoma erano altri tempi. Resta il fatto che è in quei frangenti che s' è formata la strepitosa estetica dello stilista sessantasettenne (con l' energia di un trentenne: rischia anche di cadere dal divano, tanta è l' enfasi del discorso).

jean paul gaultier 6

 

Gaultier è stato il primo a puntare sul genderless , a portare in passerella modelle curvy e donne mature, a elevare la moda della strada a lusso sfilando a Les Halles, negli anni Ottanta tra i quartieri più malfamati di Parigi: «nessun proclama, è che non avevo soldi». Buona parte di ciò che oggi è "innovativo" Gaultier lo ha già immaginato, disegnato, cucito. Anche per questo sta avendo tanto successo il suo Fashion Freak Show , un mix tra cabaret, burlesque, satira, défilé, biografia e musical che, dopo Parigi, Spoleto e Londra pare essere in trattative per Broadway. «La sfilata è di per sé una messa in scena: ci sono le luci, la musica, la regia. Quindi in un certo senso lo faccio da sempre».

jean paul gaultier 5

 

Gaultier mette molto di sé su quel palco, dall' orsacchiotto Nana, la sua prima modella (altro che Madonna: la prima guêpière con le coppe a cono l' ha fatta per lei a dieci anni), a Francis Menuge, l' amatissimo compagno scomparso per Aids nel 1990; il tutto mescolato ai suoi abiti più spettacolari. E pensare che non ha mai studiato moda in vita sua.

 

jean paul gaultier 4

«Disegnavo perché così piacevo agli altri, la moda per me era relegata alle riviste che compravo - o rubavo, quando non avevo soldi -. Avevo mandato il mio portfolio in giro, ma senza uno scopo preciso. Poi, il 24 aprile del 1970, il giorno del mio diciottesimo compleanno, mi chiama Pierre Cardin; vado al colloquio con mia madre, che non si fidava: ho iniziato così ».

 

Quando nel 1976 lancia la sua linea, ha chiara una cosa: niente dogmi. «Ho sempre messo tutto in dubbio. Quando ho scoperto che Babbo Natale non esisteva, mi sono detto "allora nemmeno la fatina dei denti è vera. Quindi, nemmeno Dio". Così con la moda: da Jean Patou, una maison dove ho lavorato dopo Cardin, tutto quello che era beige e oro era chic. E chi l' ha detto? A me per esempio fa schifo». Si può solo immaginare la reazione all' epoca dei suoi colleghi a un simile approccio.

 

jean paul gaultier 2

«Noi Francesi prendiamo sul serio la moda perché siamo dei frustrati che non prendono nulla con leggerezza. Invece da voi la cultura del bello è la norma, mica è un caso che il mio Francis fosse di origine italiana! Qui siamo fissati con la democrazia, ma in realtà tutti vogliono essere re senza lavorare. E visto che non si può, dicono no a tutto».

Tornando allo show, in mezzo alle icone personali che lo stilista porta in scena, tra una Madonna onnipresente, una Josephine Baker moderna e una simil-Anna Wintour, c' è anche Prince. Nonostante il loro incontro non sia stato dei migliori.

 

jean paul gaultier 1

«È che non conosco bene le lingue », spiega ridendo lui. «Lavoravo ai costumi de Il quinto elemento , il film di Luc Besson (uscito in Italia nel 1997, ndr ). Prince aveva il ruolo di DJ Ruby Rhod, andato poi - a causa mia, per l' appunto - a Chris Tucker. Luc e io dovevamo incontrarlo in hotel a Parigi: io arrivo in anticipo, e inizio a mostrargli i bozzetti.

jean paul gaultier e dita von teese 1

Uno degli abiti ha un enorme panier sul retro e io, per spiegarglielo, mi metto a indicarmi il fondoschiena dicendogli che è un faux cul , alla francese. Solo che lui lo intende come fuck you (letteralmente, "fottiti"). Grande errore. In quel momento arriva Luc, ma lui ci guarda malissimo e se ne va.

 

Abbiamo capito cos' era accaduto solo quando il suo manager ha scritto che rifiutava la parte perché "i costumi sono troppo gay, e inoltre a Prince non va bene che simboleggino un fuck you " ». Gaultier si ferma in mezzo alla sala (s' era alzato per mimare meglio la vicenda). «Che peccato. Ma quanto abbiamo riso!».

madonna in intimo jean paul gaultier a cannes nel 1991Jean Paul Gaultier si e? presentato sul palco dei Ce?sar, gli Oscar francesi, in mutande

 

JEAN PAUL GAULTIER E MADONNA jonh malkovich interpreta pierre et gilles : jean paul gaultier foto di sandro millerjean paul gaultier 4jean paul gaultier 5jean paul gaultier 6conchita wurst con jean paul gaultier 3conchita wurst con jean paul gaultierconchita wurst e jean paul gaultier milo moire jean paul gaultierJEAN PAUL GAULTIER JEAN PAUL GAULTIER E MADONNA JEAN PAUL GAULTIER E MADONNA

 

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