CONCIATI PER LA FESTA - IL RITORNO DELLA SAMPDORIA IN SERIE A SI TRASFORMA UNA MAXIRISSA TRA ULTRAS BLUCERCHIATI E SUPPORTER GENOANI - PRIMA CINGHIE, CASCHI, SPRANGHE E BOTTIGLIE, POI LAME: I DUE FERITI PIÙ GRAVI SONO STATI ACCOLTELLATI UNO ALL’ADDOME E L’ALTRO AL TORACE, MENTRE ALTRI TRE SONO STATI COLPITI ALLE GAMBE - LA DIGOS HA TROVATO DIVERSE ARMI, MA NON COLTELLI: I FERMATI SI RIFIUTANO DI COLLABORARE…

Marco Raffa per "La Stampa"

Una maxirissa con spranghe, cinghie borchiate e caschi usati come mazze, e dove alla fine sono spuntati i coltelli. Bilancio, cinque tifosi in ospedale con ferite da taglio, e di cui due tuttora in rianimazione con lesioni a un polmone e al fegato, sette denunciati per rissa e uno per resistenza a pubblico ufficiale. Il magistrato di turno in Procura a Genova ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di duplice tentato omicidio e lesioni gravissime.

È finita male a Genova la grande festa per il ritorno della Sampdoria in serie A: un gruppo di tifosi blucerchiati che stavano celebrando all'esterno di un club a Molassana, alla periferia settentrionale della città lungo il Bisagno, si è scontrato con persone finora non identificate (ma la polizia sospetta che si tratti di supporter genoani provenienti da un club delle vicinanze) ingaggiando una violenta rissa. Tutti i feriti e i denunciati appartengono alla fazione sampdoriana che fa capo all'Irish Clan, il club di via Geirato nelle cui vicinanze sono avvenuti gli scontri. All'arrivo delle Volanti della polizia, infatti, i supporter avversari si erano già allontanati come molti dei genoani.

Molto difficili le indagini di Squadra mobile e Digos, visto che, come ha spiegato il capo di gabinetto della Questura, Sebastiano Salvo, «nessuno dei coinvolti nella rissa ha voluto in alcun modo collaborare con gli inquirenti per ricostruire la dinamica degli scontri o aiutare a identificare gli avversari dei tifosi feriti».

Unico testimone, un carabiniere fuori servizio che si è trovato a passare in auto nella zona, quasi certamente quando il culmine degli scontri era stato ormai superato, e ha dato l'allarme. Il militare ha riferito agli investigatori di aver visto una trentina di tifosi sampdoriani fronteggiare alcune persone, senza sciarpe o altri simboli sportivi, che facevano roteare cinghie borchiate mentre qualcuno dal gruppo opposto lanciava bottiglie.

All'arrivo degli agenti, due tifosi della Sampdoria trovati in possesso di cinghie borchiate sono stati denunciati a piede libero per rissa e uno di loro, che si era scagliato contro i poliziotti, anche per resistenza. Denunciati per rissa anche i cinque supporter finiti in ospedale.

I più gravi sono un diciottenne, L.S., del quartiere genovese di Sestri Ponente, raggiunto da una coltellata all'addome che ha interessato anche il fegato, e un ventenne, anche lui genovese, di San Fruttuoso: un fendente al torace ha interessato un polmone. Entrambi, ricoverati in codice rosso all'ospedale San Martino, sono tuttora in Rianimazione ma le loro condizioni sono migliorate nel corso della giornata di ieri e non sarebbero più in pericolo di vita.

Ferite da taglio alle gambe, all'addome e a polso per S.M., 21 anni, di Quarto - è ricoverato in Chirurgia - mentre gli altri due feriti, G.G., 25 anni, di Molassana e G.D., 21 anni, di Oregina, hanno ferite da taglio alle gambe guaribili in 10 e 7 giorni.

Per gli investigatori della polizia, anche se non ci sono conferme ufficiali, la matrice ultras degli scontri è chiara: poco prima della rissa i sampdoriani, una sessantina, avevano anche organizzato un corteo per le strade della delegazione ed è possibile che in questo frangente ci siano stati «contatti» tra le due tifoserie. Sul luogo degli scontri la polizia ha sequestrato spranghe e caschi sporchi di sangue, ma nessun coltello. Le lame usate per colpire, e che potevano anche uccidere, finora non si sono trovate.

 

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