1. IL “CORRIERE” CANTA IN ANTICIPO IL DE PROFUNDIS A TARCISIONE BERTONE, L’UNICO CRISTIANO TERRORIZZATO ALL’IDEA CHE DALL’ALTRA PARTE DEL TELEFONO CI SIA IL PAPA 2. “IL SUCCESSORE DOVREBBE DIVENTARE OPERATIVO A METÀ OTTOBRE”. BEH, 45 GIORNI SONO UN TEMPO ASSOLUTAMENTE CARITATEVOLE. SPECIE SE HAI UN BUON TRITA-DOCUMENTI 3. A PROPOSITO DEL NOSTRO AMATO PAPONE, MA CHE GLI HA DETTO LO ZUCCOTTO DI INCHINARSI DI FRONTE A RANIA, FEMMINA DEL MONARCA DI GIORDANIA? GRANDE BOH 4. LE DISCUSSIONI SULLE TASSE IN ITALIA? SONO DIVENTATE ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA 5. NELLA ROSA DEI SENATORI A VITA IL QUIRINALE . VIA “CORRIERE” - RIMETTE IN CIRCOLO IL NOME DI GIANNI LETTA PER VEDERE L’EFFETTO CHE FA E PREPARARE IL CAMPO

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. DI TORMENTONE IN TORMENTONE
Armi di distrazione di massa. Ecco che cosa sono diventate le discussioni sulle tasse in Italia. Archiviata, si fa per dire, l'Imu, eccoci a discutere di Service Tax e di aumento dell'Iva. I giornali s'industriano nel rincorrere i lettori con guide e vademecum vari - tanto per capirci qualcosa e non commettere pericolosissimi errori tocca comunque andare dal commercialista o dai Caf - mentre i politicanti di giornata inscenano finte crociate contro questa o quell'altra imposta.

In ogni caso la pressione fiscale nel suo complesso non cala e le tasse le pagano fino in fondo sempre e soltanto dipendenti e pensionati. Manca qualunque discussione, questa sì veramente politica, sulla redistribuzione del reddito. Banalmente detto, con la scusa che tanto le classi sociali "non esistono più" (e tantomeno il conflitto, vedi un po'), non si dibatte più sull'opportunità di abbassare le tasse a una certa classe sociale piuttosto che a un'altra. Al, massimo si discute se penalizzare o meno un certo settore produttivo. Ma poi, come sulla prima casa, accade che viene fatto uno smaccato favore ai contribuenti più ricchi e quindi si è di fronte a una scelta politica ben marcata.

Oppure, sull'Iva, si preparano scelte profondamente regressive (mentre la Costituzione chiederebbe un sistema progressivo) e le poche voci contrarie vengono confuse con le solite lagne dei commercianti. Seguire questa manfrina politico-mediatica sulle tasse è perfettamente inutile. In Italia, nessuno può e vuole realmente abbassarle, per i noti vincoli esterni.

Come nessuno può e vuole realmente combattere l'evasione fiscale perché il vero, silenzioso, pacchetto di consensi marginali, quello "di centro" che fa vincere o perdere le elezioni, è rappresentato proprio dai milioni di italiani che evadono più tasse possibile. Però non facciamo altro che discutere di tasse, nella speranza che quel Grande Evasore seriale del Berlusca non faccia cadere il governicchio del nipote del suo consigliori. Anzi, in cambio della "governabilità" che tanto piace a Lor signori, al Grande Evasore è consentito di dettare l'agenda di governo. Agenda fiscale, naturalmente.

2. LA CLASSE NON E' ACQUA. LA CLASSE SI VEDE DAL COMMERCIALISTA
Il Corriere delle Sciure svela se stesso con una prima pagina davvero da incorniciare, per pathos e per censo. "L'amara sorpresa sulle seconde case. Le novità sulla tassazione degli immobili. Gli inquilini non pagheranno più del 20 per cento dell'imposta sui servizi. E la maggioranza si divide sull'aumento dell'Iva. Letta: di tutto per evitarlo".

Dall'enfasi sul grave problema delle seconde case, non esattamente un fenomeno di massa, si ricava che il giornale diretto da don Flebuccio de Bortoli sia in possesso di informazioni catastali riservate. Oppure che ormai sia letto da una minoranza delle minoranze.

La (presunta) notizia di giornata sono comunque i distinguo di Fassina sull'Imu, ben riassunti da Sebastiano Messina su Repubblica: "La partita è finita, l'allenatore ha detto ‘abbiamo vinto tutti, gran gioco di squadra', ma il terzino va in sala stampa e dice: non è vero, hanno vinto gli altri" ("Il guastatore Rosso", p. 1).

Noi ce ne freghiamo e passiamo oltre, perché invece chi ha toccato la sostanza è il guru israeliano di Renzi, Yoram Gutgeld, intervistato da Repubblica: "Egoisticamente sono contento perché non dovrò più pagare l'Imu sulla prima casa, ma da esponente della sinistra sono molto triste. E' un'operazione da Robin Hood alla rovescia. Si prende ai poveri per dare ai ricchi. Un cedimento alla destra populista (...). Se davvero ci fossero quattro miliardi di risorse rintracciate dall'Iva o dal gioco d'azzardo, io li metterei sui precari. E invece noi che facciamo? Li diamo ai benestanti e ai ricchi. Chi, come me, non pagherà l'Imu avrà mille euro in più. Finiranno in banca e lì resteranno. Ai benestanti non cambia nulla. Se invece dessimo quei soldi a precari e disoccupati, andrebbero in consumi. Quindi economicamente è la scelta più sbagliata possibile: produce meno sviluppo e meno Pil" (p. 10). Per noi, sante parole.

Intanto, sul fronte delle coperture, il Cetriolo Quotidiano non molla: "Bplus e le altre, condono alla lobby dell'azzardo. L'esecutivo a caccia di risorse offre ai colossi delle slot machine uno sconto di 2 miliardi per chiudere il contenzioso con lo Stato" (p. 7). Stato di diritto, ma soprattutto di rovescio.

3. FONDI NERI? NO, TOGHE ROSSE
Con una perfidia davvero rara, il collettivo di comunisti campani che si nasconde dietro la sigla "Kassazione per il Popolo/Colonna Gennarino Esposito" (un prozio di Vitaliano e Vincenzo, fucilato dai Borbone) ha diffuso proprio ieri le motivazioni della condanna definita del Grande Evasore, al solo scopo di rovinare la Vittoria dell'Imu. Con raro senso dello Stato, il premier Lettaenrico, in pratica colui che deve far pagare le tasse agli italiani, ha subito dichiarato: "La sentenza non fermerà il mio governo" (Repubblica, p. 4). Sul Corriere, Luigi Ferrarella spiega le motivazioni della sentenza: "Quelle 208 pagine sulla ‘catena di comando'. L'analisi dei giudici sui documenti, le testimonianze e le perizie contenuti nelle carte processuali" (p. 13).

Il dibattito politico non è riuscito a cancellare del tutto una serie di fatti provati e comprovati e, soprattutto, gli avvocati del Banana non hanno potuto leggere nelle motivazioni la frasetta che avrebbero voluto, ovvero quel "Berlusconi non poteva non sapere" che invece da settimane alimenta la macchina della propaganda di Hardcore, tesa a sostenere che il Pover'uomo sia stato condannato senza prove e per una mera supposizione logica. Per il Messaggero, il deposito a razzo delle motivazioni e l'avvicinarsi della riunione della Giunta per le autorizzazioni "mette ostacoli al ricorso a Strasburgo" e spingerà gli avvocati del Grande Evasore a puntare sulla grazia da chiedere a Re Giorgio (p. 4).

Repubblica amplifica le (finte) minacce del Cainano: "Adesso voglio garanzie dal Pd'. E il Cavaliere si prepara alla rottura dopo le ‘motivazioni a orologeria'. A Roma incontro con Gianni Letta. Ma è pronto alla crisi. Palazzo Chigi confida ancora che le minacce siano un bluff e che Silvio si faccia da parte" (p. 3). La Stampa riporta la sobria reazione del condannato: "Una sentenza allucinante'. Il Cavaliere oggi a Roma per incontrare Pannella: massimo sostegno ai referendum. Appoggiare la campagna dei Radicali sulla giustizia è un modo per lanciare la sfida alle toghe e al Colle" (p. 7).

4. MA FACCE RIDE!
"Mediaset tuona: ‘Mai interferenze di Berlusconi'. La società: ‘Sempre stati corretti e trasparenti. Sui diritti tv siamo noi la parte lesa" (Giornale, p. 2).

5. L'ISOLA DEI QUIRINALISTI
"Il Quirinale e l'idea di nominare due senatori a vita. Nella rosa il nome di Gianni Letta". La velinazza quirinalizia di giornata plana sul Corriere delle larghe intese (p. 14). Non contiene notizie - gran parte dei quirinalisti e dei vaticanisti le vive con un certo fastidio - ma intanto rimette in circolo il nome dell'Eminenza Azzurrina per vedere l'effetto che fa e preparare il campo. Penoso.

6. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Ha capito benissimo che Lettanipote e il Cainano lo stanno fregando, e allora Matteuccio rimette la scadenza al governo di larghe pretese. "Attacco alle larghe intese. Il ritorno in campo di Renzi. Oggi interventi del sindaco e del premier alle feste del Pd. E chiude sulla ‘trattativa' per la decadenza: ‘Io sono un garantista vero, ma quando arriva il terzo grado di giudizio le cose cambiano" (Corriere, p. 15).

Sulla Stampa, il racconto di Mattia Feltri: "Enrico e Matteo, così simili da non poter evitare lo scontro. Ma in stile democristiano. Il presidente del Consiglio è convinto che la leadership si conquisti con la concordia, avvicinando idee e uomini diversi. Il Rottamatore è persuaso che la guida si debba conquistare affrontando la vita a petto in fuori anche scontrandosi" (p. 9).

Intanto la Repubblica brucia e addomestica la notizia di una brutta causa di lavoro persa dall'azienda di Tiziano Renzi, papino di Matteuccio. Per farla breve, pagavano in nero un nero. Garantista e rispettosa la chiusa del trafiletto di poche righe: "A sua volta, Matteo Renzi precisa di essere estraneo all'attività dell'azienda paterna" (p. 4). Diciamo che se la famiglia fosse stata quella di un Verdini o di un Berlusconi, il giornale diretto da Eziolo Mauro forse sarebbe stato meno comprensivo.

7. MISSILI E BARILI
Nella vita non contano solo il prezzo del petrolio, quello dell'oro e la sicurezza di Israele, tutti temi che si nascondono dietro al dibattito guerra sì-guerra no in Siria. Ci sono anche le cosiddette emergenze umanitarie, da risolvere con l'accoglienza come racconta un bel reportaggio di Repubblica: "Tra i profughi sbarcati a Siracusa. ‘La nostra Siria non ha più futuro'. Professionisti e diplomati, molti parlano l'inglese. Ne sono approdati 700 in due giorni. Il sindaco della città: ‘Ho scritto a Letta, non riusciamo a controllare la situazione'" (p. 14). Secondo noi gli manda il viceministro Fassina.

Mentre il Parlamento inglese lascia solo Obama con i suoi dubbi, sulla Stampa lavorano per il successo e la gioia del meraviglioso gruppo "L'ego del giornalista", che già impazza su Feissbuk. Johnny Riotta, un uomo così glocal da avere il cuore a NYC e la testa a Spotorno, ammaestra il suo amico Barack in prima pagina con un pezzo dal titolo "SE manca la strategia". Appaiato, si esibisce Tony Blair con il suo "MA bisogna intervenire". In guerra senza SE e senza MA.

8. DAI, STALKER FRANCESCO, CACCIALI TUTTI
Il Corriere canta in anticipo il De Profundis a Tarcisione Bertone, l'unico cristiano terrorizzato all'idea che dall'altra parte del telefono ci sia il Papa. "Vaticano, finisce l'era Bertone. Bergoglio ha scelto il sostituto. Il segretario di Stato potrebbe essere l'arcivescovo Parolin. Un altro nome circolato per la successione è stato quello di Giuseppe Bertello. Il successore dovrebbe diventare operativo 45 giorni dopo l'annuncio, cioè a metà ottobre" (p. 27). Quarantacinque giorni sono un tempo assolutamente caritatevole. Specie se hai un buon trita-documenti.

A proposito del nostro amato Papone, ma che gli ha detto lo zuccotto di inchinarsi di fronte a una femmina di monarca (foto a pagina 3 della Stampa)? Grande boh.

9. COME NAZIONE ESISTIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
"I soldi dei tedeschi per salvare Pompei. Dalla Germania dieci milioni e un superteam: ‘Evitiamo alla città un'altra sepoltura'" (Repubblica, p. 21).
colinward@autistici.org

 

 

Papa baciamano a Rania regina di Giordania Papa baciamano a Rania regina di Giordania Papa baciamano a Rania regina di Giordania Papa baciamano a Rania regina di Giordania Service TaxLETTA E BERLU YORAM GUTGELDpannella LAURA E TIZIANO RENZI I GENITORI DI MATTEO RENZI MATTEO RENZI SULLA GRUobama siria OBAMA SIRIA index SIRIA v2SIRIA VITTIME DEL GAS NERVINO SCAVI DI POMPEI

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