COM’E’ SALATA LA BOLLETTA! - SOFFOCATO DAI DEBITI, IN ATTESA DI UN COMPRATORE, AL “CORRIERE” SALTA ANCHE IL VESSILLO DEI MILLE EURO L’ANNO COME PREMIO DI PRODUZIONE - SARANNO SOLO 400; GLI ALTRI 600 SERVIRANNO PER LA “BOLLETTA”, CIOÈ RIFONDERE L’AZIENDA PER LE FERIE NON SMALTITE DA ALCUNI. E SCOPPIA LA BAGARRE
Dagonews
luciano fontana corriere della sera
Gli apprendisti stregoni del “Corriere” ne hanno inventata un’altra delle loro. Anziché occuparsi di notizie e non di marchette, e di far scrivere i dipendenti al posto di amici e parenti della direzione e dei caporedattori (pare siano circa mille i collaboratori, molti pensionati e qualche parente) si sono inventati la bolletta da pagare.
A ciascun dipendente l’azienda, d’accordo con il sindacato, tratterrà altri seicento euro di paga per coprire i mancati introiti di chi non ha fatto le ferie e per pagare chi non si decide ad essere rottamato (ovvero coloro che possono concordare un’uscita e non levano le tende).
Tutto ciò nell’attesa, sognata dall’azienda (era la proposta di quella vecchia volpe di De Bortoli), di trattenere pure le liquidazioni dei giornalisti facendoli diventare piccoli azionisti come da loro stessi proposto (Cazzullo e Battista primi firmatari). Azionisti, ovviamente, senza alcuna possibilità di aver voce in capitolo nel Consiglio di amministrazione (anche se ogni giornalista versasse 100mila euro ciò sarebbe appena sufficiente per eleggere un rappresentante di minoranza nel Cda).
“La redazione del Corriere è diventata un di Far-west”, dicono i ben informati sugli inquilini di via Solferino, “fatta di clan che comandano e fanno quello che vogliono, di amici degli amici e di mobbizzati. Non c’è nessun rispetto per le competenze e per il codice etico della Rcs”. Nessun dato ufficiale e veritiero è stato fornito dal Cdr sulle vendite dei supplementi, del paywall e degli abbonamenti alla digital edition. “Ci dicono che tutte le iniziative vanno bene; che la svolta lgbt, pro-femminista e modaiola del Corriere deve continuare; ma se tutto va bene perché ci sono la cassa integrazione e la bolletta da pagare?”.
Nessuno ha l’anello al naso; e così sono scoppiati i tumulti, come sanno anche a “Repubblica” (seccati che quelli del “Corriere” li accusino di inventare le notizie: il riferimento è alla “lettera anonima” su Regeni pubblicata da Bonini). La settimana scorsa Machete Fontana ha dovuto ricevere un collega minacciato da un membro del Cdr che si era già espresso con frasi malevoli verso delle colleghe. Nelle mail tra giornalisti, invece, è già partita la richiesta di “fare i nomi” di chi non ha rispettato l’accordo di smaltimento ferie costringendo gli altri a pagare la “bolletta” di un giornale in bolletta.