“ELODIE, ARISA E VICTORIA DEI MANESKIN CHE SI SPOGLIANO? SE UNO NON HA VOCE, HA IL FONDOSCHIENA” - LO PSICHIATRA PAOLO CREPET SI SCATENA SUI NUDI D’ARTISTA: “A MICK JAGGER NON E’ MAI SERVITO FARLO. QUANDO ARRIVI A MOSTRARTI NUDO, VUOL DIRE CHE È LA FINE. OLTRE C’È SOLO L’ENDOSCOPIA” (SEMBRA UNA SCENA DI “UN SACCO BELLO”: "TUTTE ‘STE DONNE CON ‘STE BOCCE DE FORI...QUESTA E’ PORNO-ANARCHIA": VIDEO-STRACULT)
Estratto da https://mowmag.com/
elodie e il nuovo singolo a fari spenti
Paolo Crepet, dopo la recente partecipazione a Stasera c’è Cattelan su Rai2, ci ha concesso un'intervista per parlare del connubio tossico tra tecnologia ed estetica.
Bellezza e digital. Partiamo subito col mondo dei social. Professore, quali sono gli effetti dell’uso dei “filtri” su Instagram?
Se continuiamo ad utilizzare tutti questi filtri ed effetti, finiremo per diventare "uguali uno ad uno". Neutralizzeremo qualsiasi diversità.
(…) Tornando ai ritocchini in digitale. Se non si aggiunge con i filtri, allora si toglie. Molti personaggi famosi tipo Elodie, Arisa e Victoria dei Maneskin si levano i vestiti di dosso. Cosa ne pensa di queste persone che si mettono sempre più a nudo sui social?
In generale, penso che se uno non ha voce, ha fondoschiena. Siamo in un mondo in cui un cantante per promuovere un disco deve spogliarsi, non serve più fare un concerto speciale o comunque ipotizzare un lancio promozionale diverso? Queste signore lo sanno che esistono i Rolling Stones? A Mick Jagger non è mai servito posare senza veli per l'uscita di un nuovo singolo. Quando arrivi a mostrarti nudo vuol dire che è la fine. Oltre c'è solo l'endoscopia.
OnlyFans?
Meno pericoloso che andare sui viali.
Sempre più spesso si vedono immagini modificate e a volte falsate dall’intelligenza artificiale... dove arriveremo?
È terrificante. Non so chi possa difendere una cosa del genere. Non si capisce la gravità del fatto. Poniamo che io mi metta a fare delle modifiche su un quadro di Napoleone, un domani chi usufruirà di questa opera crederà che l'immagine modificata sia in verità quella autentica. Se io insinuo il dubbio su qualsiasi cosa al telegiornale, notiziario, foto, film, tutto diventa potenzialmente falso, farò crescere il dubbio. A che serve? Me lo chiedo spesso. Vorrei che la gente che sostiene tutto questo abbia il coraggio di rispondere anziché limitarsi a prendere per i fondelli le persone.
Per concludere, a fronte di tutto quello che ci siamo detti sul finto, costruito, nell'epoca dell'Ai, cos'è oggi, nel 2023, per Paolo Crepet la bellezza estetica?
Ciò che è folle, quello che non ti aspetti, quello che va contro qualsiasi regime estetico stabilito dalle tecnologie. La bellezza si legge e si nota nella libertà d’espressione.
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