elodie tony effe fedez modà

“LE CANZONI DI SANREMO? TESTI PIATTI. IL BRANO DEI MODA’ SEMBRA LA PREDICA DI UN PRETE” - L'ANALISI DELLE CANZONI DEI BIG IN GARA AL FESTIVAL A CURA DEL PROFESSOR LORENZO COVERI DELL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA: "GABBANI E ELODIE BANALI, MALE MARCELLA BELLA E RANIERI. SU FEDEZ MI CADONO LE BRACCIA. DEPRIMENTE" - "TONY EFFE? CANTA UNA STORNELLATA SU UNA ROMA PER TURISTI CHE NON FA MALE A NESSUNO” – DA BRUNORI SAS A LUCIO CORSI, ECCO CHI SI SALVA...

Edoardo Semmola per corriere.it - Estratti

 

 

elodie

«Non mi piace dare i numeri. Nel senso dei voti». Il professor Lorenzo Coveri, ormai è il professore dei voti di Sanremo per antonomasia, la sentenza della Crusca: le sue schede senza appello hanno fatto scuola. Già docente di linguistica italiana all’Università di Genova, negli anni si è specializzato proprio nel festival, intorno al quale propone schede e pagelle quotidiane sui social dell’Accademia.

 

«Giudichiamo solo i testi ovviamente - dice - senza musica. Una volta cantati, su questi stessi testi il giudizio potrebbe cambiare...».

 

A oggi come siamo messi?

«Canzoni piatte, voti piatti. Mi adeguo. Forse sarà anche colpa del fatto anche quest’anno ci sono sempre gli stessi 11 autori per due terzi dei brani: tutta questa omogeneità porta a un appiattimento generale. Ormai è una tendenza al Festival...»

Giudizio generale?

«È un Festival a zero tasso rock. E con una quota limitatissima di cantautori: solo Brunori e Lucio Corsi. Poi abbiamo dei rapper che si adeguano al tono medio e mainstream della kermesse, per niente trasgressivi: il famigerato Tony Effe canta una stornellata che non fa male a nessuno. Tutto il resto — l’80% delle canzoni — viaggia su un linguaggio familiare popolare e colloquiale, ormai lontano dal vecchio stile della canzonetta. Emergono solo 3-4 casi in questo panorama medio-piatto».

 

modà

Chi è che spicca?

«Brunori Sas soprattutto. Gli ho dato 9. È il testo di una vera canzone d’autore: letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Interessante, intimo, autobiografico, nel parlare della gioia e della responsabilità di mettere al mondo una figlia».

Si è auto-smentito se pensiamo che 8 anni fa nella bellissima L’uomo nero cantava: «In fondo va tutto bene mi basta solo non fare figli...»

«Ma usa tutta una serie di immagini alte rispetto alle sciocchezze che si dicono nelle canzoni come io come sempre canguro fra il passato e il futuro o la neve mescolata al miele: la sua è una lingua ricca e sontuosa. Forse pecca di sentimentalismo».

 

Da un toscano d’adozione come Brunori a un toscano vero: Lucio Corsi.

ELODIE CALENDARIO PIRELLI

«Anche lui spicca: ha il testo più fresco di tutta la rassegna: 9 anche a lui. Usa immagini inattese, giovanilismi e gergo in modo intelligenti, l’ironia con la storia degli occhi truccati di nero (per i pugni), immagini valide, giochi di parole. Brillante».

Le piacciono i cantautori.

«Ma anche al rapper Shablo dò un voto alto, tra il 7 e l’8. Originale, esce dai binari».

A proposito di cantautori: Simone Cristicchi?

«Mah, la storia del bambino che diventa “genitore” per i genitori anziani non è niente di ché. Anche se avrà successo come Mr Rain l’anno scorso. Sentimentale, quasi 7».

 

tony effe

L’altro toscano in gara, Gabbani, ha già vinto due volte e ha sempre stupito.

«Infatti mi aspettavo molto di più da lui. Invece il testo è banale, tutto virato sull’ottimismo alla Jovanotti. Niente di nuovo: la vita, il battito, consumarsi, assomigliarsi. Voto? Senza infamia e senza lode. In passato è stato più originale e frizzante».

 

Abbiamo detto chi spicca. Chi invece va a picco?

«Il testo peggiore? Quello dei Modà. Versi pesantissimi, lunghissimi, più che una canzone sembra la predica di un prete. Convivere con il senso di che sarebbe stato / parlare di coraggio quando sai che non lo hai avuto… siamo al limite dell’incomprensibile. Fa cadere le braccia. Ma anche Marcella Bella...».

Ma come? Un’istituzione come lei...

«Dici che come me non ne trovi nessuna, si vabbè poi però lo ripeti ad ognuna... Se questo è un testo originale. Siamo fuori strada: 4».

È anche la canzone più «politica», femminista.

«Un femminismo di moda, di facciata».

elodie

 

Su Elodie tante attese.

«Voto 5. Testo pessimo, come se parlasse a telefono. Prosa di una banalità sconcertante: nelle parole non c’è ritmo, magari ci sarà nella musica».

Voto ai favoriti dei bookmakers? La prima è Giorgia.

«La voce più bella di tutto il festival, ma un testo da canzonetta classica: dov’è lo scarto, la sorpresa, rispetto alla lingua comune? Il testo non scatta, non funziona. Metafore rozze come gli occhi che fanno da luna, i ricordi come un ascensore. Prende la sufficienza solo perché è Giorgia e perché c’è molto di peggio, come Massimo Ranieri».

 

Ranieri? Con due autori come Tiziano Ferro e Nek?

«Una serie di metafore da ridere. Gli dò 5 solo perché è Ranieri e la canterà bene».

L’altro favorito è Olly.

«Un 6 scarso come per Giorgia per gli stessi motivi. Lingua troppo comune».

Poi c’è il re del gossip: Fedez.

«Diamo 6 a un testo deprimente che parla di depressione, si salva qualche giochetto di parole sui nomi dei farmaci, poi rime discutibili come carne viva – mente schiva. Cita Mary Poppins col cianuro al posto della pillola che va giù. Mi cadono le braccia».

 

Il duetto con Masini su «Bella stronza» sarà uno dei momenti più chiacchierati del Festival.

gabbani pacco

«Dice che non si riferiva alla ex moglie ma alla depressione. Vedremo se sarà così. Intanto nella foto di copertina su Tv Sorrisi e Canzoni gli hanno fatto un bel servizio: sta in mezzo tra Tony Effe, ovvero il dissing, e Achille Lauro, il rivale in amore».

Ma quella foto è di dicembre. Ah, a proposito di Tony Effe e artisti chiacchierati...

«Serve una chiosa sul dialetto. Che sarebbe vietato usare al festival in modo integrale. Invece lui col romano e Serena Brancale (per lei 4) e Rocco Hunt per il napoletano ne fanno uso. Brancale dice che voleva omaggiare Pino Daniele. Ma di Pino Daniele non c’è niente. E l’omaggio a Roma del famigerato Tony Effe non ha nemmeno una frase sessista. Niente. Una filastrocca banale su una Roma per turisti. Cinque a stare larghi».

fedez

 

(...)

 

 

 

elodie 57elodie 56elodie 5elodieelodie

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…