SBERTUCCI L’INTOCCABILE SAVIANO E SANTO NICHI VENDOLA? E SUBITO ZALONE DIVENTA IL BENIAMINO DI “LIBERO” - LO SCRITTORE DI “GOMORRA” IN VERSIONE CHECCO: “VOGLIO PARLARE DI RIFIUTI A NAPOLI. SONO 30 ANNI CHE RICEVO RIFIUTI. PERCHÉ TUTTE MI DICONO NO? LA FICA A NAPOLI È GESTITA DALLA CAMORRA” – SABATO, SHOW SOLD-OUT ALL’ARENA DI VERONA. CE N’È ANCHE PER VASCO CHE VIBRA….

Francesco Borgonovo per "Libero"

Di presunti maestri della satira se ne trova uno ad ogni angolo di strada, col cappellino in mano a piagnucolare d'essere discriminato e imbavagliato dalla politica. Però per scovare qualcuno che abbia il coraggio di fare dell'ironia sui veri intoccabili bisogna affidarsi a uno che non si dà nemmeno arie da comico. Anzi, come dice il suo amico e regista Gennaro Nunziante: «Dovevamo fare un altro mestiere, siamo braccia rubate all'agricoltura».

In realtà, a Checco Zalone non s'addice nemmeno la retorica del "bravo ragazzo emerso dal nulla e approdato al successo ma rimasto quello di sempre". La prima presa per il culo se la fa da solo, chiamando il nuovo tour teatrale Resto umile world tour, esilarante contraddizione che gli sta facendo prosciugare le biglietterie di mezza Italia. Sabato, per esempio, si prevede il pienone all'Arena di Verona, mica quattro seggioline a una sagra di paese.

In quell'occasione dovremmo poter rivedere la sua personale interpretazione della caduta degli dei, sotto forma di imitazione di Roberto Saviano e Nichi Vendola. Gli intoccabili, si diceva. Il governatore pugliese è un antico cavallo di battaglia, fin dai tempi della tv locale. La caricatura dello scrittore, invece, è farina più recente nonché segno di enorme coraggio.

Saviano, per definizione, non si può criticare: chi ci ha provato - da illustri sociologi come Alessandro Dal Lago fino ai politici -è stato seppellito di insulti. Saviano è il martire e sui santi non si fa ironia. Però Checco ci riesce, senza offendere ma picchiettando l'aura del perseguitato. Mette in scena l'autore nel mirino della camorra, la quale gli impedisce di avere rapporti sessuali: «Voglio parlare di rifiuti a Napoli», attacca, «sono trent'anni che ricevo rifiuti. Perché tutte mi dicono no? La fica a Napoli è gestita dalla camorra».

Ecco le ossessioni savianesche: la mafia ovunque, persino-orrore-la «macchina del fango». Immaginata da Zalone nell'atto di produrre balle su Roberto, sempre a sfondo genitale: «Ce l'ha piccolo, dura poco, anzi proprio non ce l'ha». Non c'è offesa né cattiveria. Semmai un sorriso che sdrammatizza un po'. «Non so se rifarò ancora Saviano», spiega Checco (al secolo Luca Medici), regalandoci un paio di battute amichevoli mentre è in viaggio. «Non padroneggio ancora benissimo l'imitazione». Poi si lascia scappare ridacchiando la promessa: «Dai, a Verona lo faccio, solo per te».

Torna serio: «L'idea è venuta a me e a Gennaro. Era una sfida: imitare l'intoccabile. Trovare l'aspetto comico della vicenda senza ferire nella sensibilità. Per questo abbiamo lavorato moltissimo sul testo. Credo però che il personaggio funzioni di più in televisione...». Chissà, dunque, che non ce lo ritroviamo a dicembre nelle due puntate in preparazione per Canale 5. «Non c'è nulla che non abbia bisogno di ironia, Saviano
compreso», precisa Nunziante. «Abbiamo pensato all'imitazione vedendo la somiglianza incredibile fra Checco e Saviano, hanno tratti molto simili. E credo che lui abbia colto molto bene due o tre aspetti del carattere dello scrittore».

Poi c'è l'altro santino, Vendola. L'uomo della provvidenza, un berlusconino di sinistra: nello spettacolo arriva sulle note di Jesus Christ Superstar e si lamenta di essere stato morso da un granchio mentre camminava sulle acque. Geniale. «Di Vendola vado orgoglioso. Ho cominciato a imitarlo in tempi non sospetti, quando ancora nessuno lo conosceva fuori dalla Puglia e io lavoravo a Telenorba. Adesso sembra che sia lui a imitare me. Ogni volta che parla dovrebbe pagarmi la Siae...», scherza Zalone.

Ennesima perla è l'imitazione di Vasco Rossi, in cui il nostro si esibisce in una canzone composta quasi esclusivamente di «eeh» e «va beh». C'è pure una clip su Facebook in cui Checco lancia un video-messaggio nello stile del rocker di Zocca, per cui è evidente l'affetto. «Sono un fan di Vasco, come del resto di quasi tutti i personaggi che imito. Mi piacciono tantissimo le sue canzoni, ma quei video... No, proprio non sono roba per lui. Ma perché muove sempre la telecamera?», ride, «Non ho capito se lo fa perché non la sa tenere o perché vuol fare cinema d'autore».

Checco saluta, e passa il telefono al suo regista. Sono assieme in auto, come due ragazzini che vanno a un concerto: «Ci conosciamo da sette anni», dice Nunziante, «finché ci divertiamo continuiamo così». Fra qualche mese si ritroveranno in video, a Mediaset. Ma Nunziante sghignazza: «Sì, poi secondo me ci spediscono su Telelombardia. Alle due di notte, con le pubblicità dei telefoni erotici».

 

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