CUOCHI FATUI - D’ORRICO IN LODE DEL LIBRO DI CRACCO: “I NOMI DEI SUOI PIATTI SEMBRANO DIPINTI” - FELTRI: “BASTA CUOCHI IN TV. DATECI UN DIGESTIVO, ABBIAMO BISOGNO DI FARE DUE RUTTINI”

1. I PIATTI DI CRACCO BUONI COME DIPINTI

Antonio D’Orrico per il “Corriere della Sera”

 

I libri di cucina sono bellissimi da leggere. A cominciare dal più classico, quello di Pellegrino Artusi, il padre fondatore, l’Alessandro Manzoni della cucina italiana (e non è un modo di dire: il capolavoro di Artusi è i Promessi sposi della culinaria). Carlo Cracco ha stile. Prendete questo incipit: «Da giovane non amavo (ma, soprattutto, non capivo) i fichi».

CRACCO COVER LIBROCRACCO COVER LIBRO

 

I nomi dei suoi piatti sembrano descrizioni di nature morte: «Tapioca, acqua di pomodoro e basilico con filetti di pesce persico fritti in farina di mais»; «Fegato grasso allo spiedo con mele annurche, lampascioni e riduzione di passito». Ma più bello è: «Gamberi marinati al Campari con maionese alla barbabietola». Non è un piatto è — con tutte le magnifiche tonalità di rosso che evoca — un quadro. Forse la differenza fondamentale tra l’arte di Artusi e quella di Cracco sta qui. La cucina di Artusi è narrativa, letteraria, ogni suo piatto è un racconto. La cucina di Cracco è pittorica, figurativa, ogni suo piatto è un dipinto.

 

A un libro precedente di Carlo Cracco avevo dato nove. Solo a leggerle le sue ricette mi avevano messo fame, una ragione più che sufficiente per trattarlo con generosità. In quel libro Cracco scriveva una cosa che è una specie di rivoluzione copernicana. Consigliava di mangiare i bucatini all’amatriciana alla fine di una cena e non come primo, e garantiva che questo comporta «una soddisfazione quasi mistica». Ho messo in pratica quel consiglio e confermo il carattere mistico (senza «quasi») dell’esperienza.

carlo cracco con la moglie rosa fanticarlo cracco con la moglie rosa fanti

 

Proprio a causa della ricetta dell’amatriciana Cracco è stato ora messo sotto accusa dai puristi di quel piatto a denominazione d’origine iper-controllata. I puristi si sono scandalizzati perché lo chef usa l’aglio. I tradizionalisti non ammettono nemmeno la cipolla e, sotto sotto, farebbero a meno anche del pomodoro per tornare all’archetipo dell’amatriciana che è bianca (e non rossa) e si chiama gricia. Ma l’eresia è il sale della cucina (e della vita). 

 

2. BASTA CUOCHI IN TV
Vittorio Feltri per
“il Giornale”

 

Se chiedi a un ragazzino: «Cosa farai da grande?», stai sereno che otto volte su dieci la risposta è: «Il cuoco».È il mestiere del momento. Sono lontani i tempi in cui i bambini aspiravano a pilotare l'aereo o addirittura l'astronave. Oggi preferiscono i fornelli alla cloche, il grembiule candido e la toque all'uniforme di capitano o alla tuta spaziale. Le iscrizioni alle scuole alberghiere hanno registrato un boom. Una massa crescente di adolescenti acneici guarda affascinata mestoli e pentole e sogna un futuro in cucina a spadellare.

 

CRACCO E BENEDETTA PARODICRACCO E BENEDETTA PARODI

Da quando l'Italia è in crisi e i consumi alimentari sono diminuiti, tant'è che la mensa più frequentata è quella della Caritas, i cittadini pensano ossessivamente al cibo e a come rimpinzarsi di tagliatelle, stufato e tiramisù. La globalizzazione della miseria fa brutti scherzi: stimola l'appetito. Si è poi affermata l'idea che il nostro Paese affamato, in cui l'agricoltura è stata ridotta a Cenerentola dell'economia patria, debba affidarsi per risorgere all'agroalimentare. Non è un caso che l'Expo di prossima apertura sia dedicato al settore: ci illudiamo tutti che la pommarola, tanto disprezzata in passato (emblema del terronismo), compenserà il declino industriale. Il motto è: Dio salvi gli spaghetti e la pizza.

 

CARLO CRACCO PRESENTA IL SUO LIBRO NELLA LIBRERIA ARION A ROMA CARLO CRACCO PRESENTA IL SUO LIBRO NELLA LIBRERIA ARION A ROMA

Un deciso contributo al successo inatteso della cultura dei sapori, forti o delicati che siano, è stato dato dalla tv, manco a dirlo, dove trionfano a qualsiasi ora del giorno programmi - tutti uguali - riservati all'arte culinaria, a competizioni tra chef (professionisti o dilettanti) che ottengono ascolti importanti, in grado di attirare molta pubblicità.

 

Come accendi il televisore, compaiono sul video personaggi indaffarati a spezzettare verdure, impanare costolette e a rompere le uova, anche in senso metaforico. Non potendoci saziare di manicaretti, ci abboffiamo di immagini; ma a forza di ingurgitarne abbiamo fatto indigestione e imploriamo le antenne di sospendere la somministrazione digitale di piatti succulenti. Non sopportiamo più i cuochi. Dateci una dose massiccia di Alka Seltzer, abbiamo bisogno di fare due ruttini.

 

Bruno Barbieri e Carlo Cracco e il ristoratore Joe Bastianich GetContent asp jpegBruno Barbieri e Carlo Cracco e il ristoratore Joe Bastianich GetContent asp jpeg

Ormai però i quarti di bue sono fuggiti dalla stalla ed entrati nella nostra vita e non ce ne libereremo facilmente. I giovani e gli adulti (e i vecchi) considerano gli esperti di omelette, veri o presunti, mirabili star. Li invidiano. Ne conoscono le biografie, gli studenti intendono seguirne le orme convinti che, dopo la maturità alberghiera, diventeranno famosi come Carlo Cracco, Andrea Berton, Gualtiero Marchesi e Davide Oldani; guadagneranno monti di denaro e si spalancheranno loro le porte degli studi televisivi. Ingenui. Ignorano che se dieci cuochi hanno sfondato, perché eccellenti, cento sono affondati in trattoria e sgobbano da mattina a sera alla friggitrice. E la notte, quando cessano di lavorare, puzzano di olio bruciato.

 

Cristina-Parodi_BenedettaCristina-Parodi_Benedetta

Ogni stagione ha i propri divi. Quella in corso ha promosso tali i cucinieri, e la tv li ha consacrati. Accade perfino che i giornali riportino la polemica tra Cracco e i suoi colleghi, perché don Carlo ha osato mettere l'aglio nella amatriciana: ciò che i cittadini di Amatrice giudicano un sacrilegio. Ed è avvenuto perfino che Benedetta Parodi, dedita a divulgare ricette, abbia superato in popolarità la sorella Cristina, che era la principessa delle conduttrici da piccolo schermo. Cuochi e affini sono alla ribalta. Quando toccherà agli idraulici e ai gommisti essere adorati?

benedetta parodi foto lapressebenedetta parodi foto lapresse

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…