DAGOREPORT - UN INFERNO SINDACALE SI STA PER SCATENARE NEL GRUPPO EDITORIALE "SAE", CHE IL LOBBYSTA ABRUZZESE ALBERTO LEONARDIS HA CREATO COMPRANDO ALCUNE TESTATE LOCALI DAL GRUPPO GEDI - MERCOLEDÌ NON È ANDATA IN EDICOLA LA “GAZZETTA DI REGGIO EMILIA”. POI SARÀ IL TURNO DELLA “GAZZETTA DI MODENA”, DELLA “NUOVA FERRARA”, MA SOPRATTUTTO DEL “TIRRENO” DI LIVORNO - LEONARDIS DEVE FAR FRONTE ALLE PERDITE, E DOVRÀ CONVINCERE I SOCI A METTERE MANO AL PORTAFOGLIO. ANCHE PERCHÉ, D'INTESA CON IL SUO AMICO DONATO IACOVONE, L'UOMO CHE D'ALEMA HA VOLUTO PRESIDENTE DI WEBUILD....
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Un inferno sindacale si sta per scatenare nel gruppo editoriale Sae, quello che il lobbysta abruzzese Alberto Leonardis ha creato comprando dal gruppo Gedi alcune testate locali. Mercoledì 17 non è andata in edicola la Gazzetta di Reggio Emilia, in sciopero contro l’ennesimo piano di riorganizzazione dell’editore, deciso in modo unilaterale interrompendo un piano nazionale stabilito con la Fnsi.
Poi sarà il turno della Gazzetta di Modena e de La Nuova Ferrara, ma soprattutto del Tirreno di Livorno, sul quale Leonardis intende far scendere la mannaia sia della chiusura della redazione di Firenze, eliminando l’edizione del capoluogo di regione, sia di un aumento della percentuale di cassa integrazione passando dall’attuale 18% al 25% per i prossimi dodici mesi. Per questo l’assemblea dei giornalisti della testata toscana ha proclamato all’unanimità lo stato di agitazione, che prevede il blocco immediato dell’inserto Toscana Economia, e affidato al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero. Non solo: al Tirreno è stato sfiduciato il direttore, Luciano Tancredi, accusato di fare comunella con Leonardis.
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Dopo il fallito tentativo di prendere da Gedi anche i giornali del nordest poi andati alla cordata guidata da Enrico Marchi con la merchant bank Finint – nonostante Sae avesse dalla sua Francesco Dini, ex spicciafaccende di Carlo De Benedetti incaricato della cessione – ora Leonardis deve far fronte alle perdite, di copie e di ricavi, dei giornali del gruppo e presto dovrà convincere i suoi soci a mettere mano al portafoglio per ricapitalizzare Sae.
Anche perché si è messo in testa – d’intesa con il suo amico Donato Iacovone, l’uomo che Baffino D’Alema ha voluto presidente di Webuild, con cui ormai fa squadra – di acquistare delle agenzie di comunicazione. In particolare, sta trattando due società che si occupano di brand e campagne promozionali: una è la Different, che ha sedi a Milano e Padova, e l’altra la Ragù Communication di Roma. Leonardis spera che i soldi arrivino dalla Fondazione di Sardegna, con la quale l’anno scorso aveva rilevato sempre da Gedi La Nuova Sardegna, il quotidiano di Sassari alla cui direzione recentemente è stato estromesso Antonio Di Rosa per far posto a Giacomo Bedeschi. Ma la fondazione, socia di Bper per avergli ceduto il Banco di Sardegna, potrà investire al di fuori del territorio isolano senza suscitare casino? Ah, saperlo…
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