TUTTI (DI NUOVO) PAZZI PER WALL STREET - DA HOLLYWOOD ALLA GRANDE LETTERATURA LA GRANDE CRISI FINANZIARIA È DIVENTATA FONTE DI ISPIRAZIONE DEI NUOVI RACCONTI - E LA BORSA DI NEW YORK È TORNATA AL CENTRO DEL NOSTRO IMMAGINARIO
Articolo di Alessandra Stanley per “The New York Times” pubblicato da “la Repubblica”
Gli americani ancora una volta pagano per il collasso finanziario del 2008, ma questa volta lo fanno volentieri. I dirigenti dei settori cinematografico, tv e media in generale spiegano che il numero degli spettatori interessati a film, piéce teatrali, show televisivi e romanzi che trattano delle malefatte e dei malfunzionamenti del sistema finanziario che portarono l’economia sull’orlo del collasso otto anni fa continua a crescere.
La grande scommessa, il film basato sul saggio bestseller di Michael Lewis, ha incassato al botteghino nel mondo più di 100 milioni di dollari e conquistato cinque nomination all’Oscar. In fase di sviluppo ci sono altri film i cui titoli svelano quasi tutto sulla trama: Smoke and Mirrors (Inganno e confusione), All We Had (Tutto ciò che avevamo) e Straight to Hell (Dritti all’inferno). «Sono tutti progetti che non nascono dal vuoto», dice Len Amato, il presidente di Hbo Films. La Hbo sta realizzando un film su Bernard L. Madoff in uscita nel 2017. L’Abc, invece, ha mandato in onda da poco la miniserie in due episodi Madoff.
«Basta vedere quello che sta succedendo nella politica: entrambi i partiti principali devono fare i conti con movimenti dalla base che si ribellano al fatto che la classe media sia sempre più ridotta e che tra i crediti la forbice si è sempre maggiore», spiega Amato. «Gli spettatori ora non sono solo pronti a recepire questi temi dalla televisione e dal cinema, ma vogliono anche capire come si arrivò a ciò che è successo».
In Money Monster, un thriller che sarà nelle sale a maggio, George Clooney interpreta un iperbolico presentatore di un talk show à la Jim Cramer (un eccentrico presentatore della tv economica Cnbc, ndt). Quando uno spettatore del suo show, che ha perso tutti i suoi risparmi in un crollo del mercato lo minaccia con una pistola, il personaggio interpretato da Clooney si vede costretto a indagare su una cospirazione nella finanza. «Vi dico che è manipolata», dice l’uomo impugna la pistola nel trailer. «Ci stanno rubando tutto e ne escono indenni ».
Il tema del “tutti contro Wall Street” spunta dovunque nello spettro della cultura popolare. Nell’ultimo romanzo di Jay McInerney, Bright, Precious Things (Cose brillanti e preziose) in uscita tra qualche mese, il crollo del mercato minaccia di distruggere la casa editrice gestita dal protagonista. A marzo debutta nel Public Theater a New York la piéce Dry Powder, un punto di vista sarcastico sul comportamento poco corretto dei gestori di una private equity con protagonisti John Krasinski ( The Office) e Claire Danes ( Homeland).
Qualche anno fa, l’interesse per opere che avessero come tema il funzionamento del settore finanziario era molto minore. Ci sono sì stati libri di saggistica e documentari di scrittori e registi sul disastro come il film del 2010 Inside Job, ma in generale, nei piani alti del settore dell’entertainment si dubitava che gli spettatori avrebbero speso per rivivere come di denaro ne avevano perso tanto.
«Ci siamo comportati come una famiglia cattolica depressa che evita certi discorsi a cena», commenta Adam McKay, regista de La grande scommessa, nominato per l’Oscar come miglior film. «La gente si rende conto che i problemi che causarono causato il crollo dei mercati sono ancora tutti presenti ».
Gli storici del cinema paragonano questo interesse ritardato a quelli che seguirono la guerra del Vietnam e il grande crollo di Wall Street del 1929. Anche allora, mentre gli eventi si svolgevano furono realizzati nel film, ma quelli più importanti e forti arrivarono anni dopo. Il cacciatore e Tornando a casa sono del 1978, Apocalypse Now del 1979. I classici sulla Grande depressione comeArriva John Doe di Frank Capra e Furore di John Ford arrivarono sugli schermi solo quando già infuriava la Seconda guerra mondiale.
«Dopo eventi catastrofici, ci vuole un lasso di tempo perché l’inconscio collettivo emerga», spiega Brian Koppelman, uno degli ideatori di Billions, una nuova serie della Showtime sul potente gestore di un hedge fund sotto inchiesta per iniziativa di un procuratore intraprendente. La serie è ambientata al presente, ma, come molte altre storie contemporanee sulla finanza, ha sullo sfondo gli eventi del 2008. Se non altro, fa notare Koppelman, gli spettatori oggi sono molto più preparati a comprendere i dettagli di ciò che allora non ha funzionato, e aggiunge: «Nel 2008, chi sapeva che cosa significasse “tranche”? È un linguaggio che abbiamo imparato tutti».
La grande scommessa si conclude con l’avvertimento che Wall Street potrebbe commettere nuovamente gli stessi errori: «Nel 2015, diverse grandi banche hanno cominciato a vendere per miliardi degli strumenti chiamati Bespoke tranche opportunity», che non sono altro che una riproposizione con un nuovo nome dei complessi veicoli finanziari al centro del disastro del 2008.
Il film, che ha come protagonisti Brad Pitt, Christian Bale e Steve Carell, ora appare un investimento sicuro, ma McKay racconta che per convincere la Paramount Pictures a dare il via c’è voluto qualche anno. «I dirigenti erano preoccupati che il materiale fosse troppo esoterico e la storia poco solida, ma si sono mostrati più aperti quando abbiamo trovato il modo di farlo diventare più interessante».
«Anche The Wolf of Wall Street è stato un successo», aggiunge McKay riferendosi al film del 2013 di Martin Scorsese su un disonesto agente di borsa degli anni ‘80 interpretato da Leonardo DiCaprio. I dirigenti a Hollywood non si erano lanciati nemmeno su questo progetto, che è costato milioni di dollari per tre ore di film. La produzione è stata finanziata dalla Red Granite Pictures, dietro la quale c’è l’investitore di Abu Dhabi Mohamed Ahmed Badawy Al-Husseiny. L’incasso globale alla fine è stato di ben 392 milioni, un risultato che ha incoraggiato gli altri studios.
dicaprio in wolf of wall street
Né Washington né Wall Street escono bene dalla maggior parte di questi film, libri e serie, siano essi commedie o drammi, ma alcuni affrontano il tema con un punto di vista particolare che riflette l’interesse personale dei creatori. Le attrici cercano sempre di più ruoli che permettano loro di interpretare donne forti e complesse e molte hanno deciso di acquistare una opzione su sceneggiature i cui personaggi principali sono donne dirigenti nel mondo finanziario. La Sony Classics ha acquistato Equity, dove Anna Gunn di Breaking Bad interpreterebbe il ruolo di una banchiera che nel processo di gestire una offerta pubblica di acquisto deve vedersela con la corruzione nel mondo finanziario.
La Warner Bros ha chiuso un accordo con Reese Witherspoon per un adattamento di Opening Belle, il romanzo comico di Maureen Sherry, già direttrice esecutiva della Bear Stearns. Witherspoon avrà il ruolo di una operatrice di borsa che lotta contro la discriminazione sessuale nel settore – mentre vende le famigerate obbligazioni ipotecarie – nel periodo in cui il mercato implode.
Lo scrittore irlandese Paul Murray ha pubblicato lo scorso ottobre un romanzo satirico The Mark and the Void sulla crisi bancaria irlandese. Michael M. Thomas, scrittore ed ex partner di Lehman Brothers che aveva lasciato la società ben prima della dichiarazione di bancarotta nel 2008, nel suo romanzo Fixers, in libreria alla fine del mese, lancia un’accusa contro i parvenu di Wall Street.
illustrazione per la sunday review of books sam polk ex lupo di wall street
E attribuisce una responsabilità anche al presidente Obama per aver permesso ai banchieri di evitare la giustizia. Nel romanzo, un gruppo segreto di potenti gestori finanziari manipola le elezioni a favore di un candidato che richiama proprio Obama e che i gestori riescono a distogliere dall’impegno di riformare Wall Street e di mandare in prigione i banchieri colpevoli.
«La cultura si è sintonizzata con il mondo finanziario», dice Sandy Climan, presidente della Entertainment Media Ventures, una società di investimento nel cinema e nei media digitali di Los Angeles. «I creatori ora propongono sotto forma di fiction ciò che occupava già i pensieri delle persone».
WOLF OF WALL STREET DI CAPRIO SOFFIA COCAINA NEL CULO DELLA PROSTITUTA