dario argento 6

ARGENTO VIVISSIMO: “LA COCA? IL MIO FISICO SI È RIVOLTATO, OGNI VOLTA CHE LA PRENDEVO VOMITAVO, HO SMESSO PER SEMPRE" - IL REGISTA SI CONFESSA: "LA PRIMA VOLTA CHE ANDAI A CASA DI MORRICONE SI OFFESE DA MORIRE. ECCO IL MOTIVO - NEGLI ANNI ‘70 CRITICA E COLLEGHI MI CONSIDERAVANO UN REIETTO, UN ANARCO-FASCISTA. LE FEMMINISTE DICEVANO CHE AMMAZZAVO LE DONNE. QUANDO USCÌ 'SUSPIRIA', IN UNA IMPORTANTE SALA MILANESE QUELLI DI AUTONOMIA OPERAIA SCRISSERO NELL'ATRIO… " - E POI LA FIGLIA ASIA, ILENIA PASTORELLI E IL NUOVO FILM - VIDEO

 

Arianna Finos per “la Repubblica - Robinson”

 

dario argento foto di bacco

Viaggio nei Settanta di Dario Argento, il decennio che l'ha visto debuttare e trasformarsi in uno dei maestri dell'horror mondiale. Un libro e due retrospettive organizzate da Cinecittà, una delle quali al Lincoln Center di New York, sono l'occasione di una conversazione con il regista 81enne che, oltre mezzo secolo dopo il debutto, sta per consegnarci un nuovo film da regista, Occhiali neri.

 

Com’era Dario Argento nel 1970?

«Uno che veniva dal giornalismo, dalla critica. Fu difficile debuttare. Ci misi un anno, con mio padre che era il produttore, per trovare i fondi. L'uccello dalle piume di cristallo se lo vedi oggi è bizzarro, non è un giallo o un poliziesco, è un film pazzoide e allora non se ne facevano, con questo gusto dell'immagine. L'ho girato in sei settimane, avevo un storyboard preciso. Per evitare ingerenze, per la fotografia volli un quasi debuttante, Vittorio Storaro».

 

Come vi siete trovati?

«Era un ragazzo pieno di interessi, diverso da oggi che è concentrato sui grandi pittori. Era bello lavorarci. Ma non è successo più è andato in America, ha vinto Oscar... Quando ha curato il restauro del film ne ha cambiato i colori, aggiungendone altri. Dal capo della società francese con cui abbiamo lavorato so che in molti hanno protestato. Anch' io preferivo l'originale».

dario asia argento la terza madre

 

Com' è andata con Morricone?

 «La prima volta che andai a casa sua si offese da morire. Mi abitava vicino, entrai in salotto e mi guardò con aria torva, notando che avevo sottobraccio un pacco di dischi d'epoca. "Cosa sono?", idee per ispirarci, risposi. "Ma a chi mi devo ispirare? Butta via quella robaccia". Improvvisò gran parte della musica con il suo gruppo, lui suonava la tromba, seguendo le scene».

 

Già dal debutto si capiva che lei voleva fare di testa sua

«Sì. I miei film li ho scritti, immaginati e coprodotti con mio padre, ero il totale padrone. Anche quando ho lavorato in America».

 

Il suo cinema è stato omaggiato dalle cinemateche di tutto il mondo. Il libro di Steve Della Casa "Dario Argento, due o tre cose che sappiamo di lui" è in inglese e italiano, a giugno al Lincoln Center di New York ci sarà la retrospettiva dei suoi film, restaurati da Cinecittà.

dario argento foto di bacco

«Fin dal primo film cercavo platee diversissime. Non mi interessava il solito cinema italiano che si rivolge a se stesso, al proprio pubblico. L'uccello dalle piume di cristallo fu per due settimane al primo posto negli incassi negli Stati Uniti, cosa irripetibile per un nostro film».

 

Ha scelto spesso attori stranieri. Con Tony Musante andò male.

«Per fortuna ho avuto solo due contrasti drammatici, con lui e con Cristina Marsillach in Opera. Ricordo che la mattina entravo in macchina per andare alla De Paolis per L'uccello dalle piume di cristallo con il terrore per cosa si sarebbe inventato sul set. Diceva che ero un debuttante e gli dovevo obbedire. Gli facevo ripetere le battute cinquanta volte, finché per sfinimento faceva come dicevo io. Il film ebbe successo e lui mi chiamò, "Dario che bel lavoro abbiamo fatto". Io: Tony, ricordi che abbiamo litigato per tutto il set e l'ultima sera sei venuto a cercarmi a casa per menarmi? E lui: "Non ricordo..."».

ennio morricone

 

 

I Settanta sono stati gli anni di piombo, del cinema politico. Nella sua biografia "Paura" scrive "il caos che governa il destino degli uomini non mi ha mai contaminato".

«Allora critica e colleghi mi consideravano un reietto. Quando uscì Suspiria, in una importante sala milanese, ci fu una marcia di Autonomia operaia, con gli spray scrissero nell'atrio " l'assassina è la direttrice". Corremmo a cancellarli».

 

Come ha vissuto quel decennio?

«Avevo amici di sinistra, come Nanni Palestrini, siamo stati molto insieme. Da una parte vivevo con il mio animo e il mio istinto che seguiva la sinistra che protestava e si batteva, ma dall'altra, quando facevo i film, ero assolutamente apolitico, anche se nei miei lavori si trovano temi di giustizia sociale. Però rifiutavo di immettermi nella strada del cinema di denuncia.

 

Anche da critico al Paese sera, il direttore Fausto Coen mi lasciava dei biglietti: "Siamo un giornale per il popolo, dobbiamo fare politica, non puoi dire che Per un pugno di dollari è uno dei più bei film italiani degli ultimi vent' anni».

 

Dario Argento con Asia

Le femministe non la amavano.

«Alcune dicevano che ammazzavo le donne. Errore di valutazione. Le donne erano le mie protagoniste. Con mia figlia Asia ho fatto cinque film, poi Suspiria, Phenomena, tutti avevano un'impronta femminile. Sono stato plasmato da mia mamma, fotografa di attrici. Sul set con gli uomini ero imbarazzato, quando la mattina vado a lavorare con le attrici sono felice. In Occhiali neri a Ilenia Pastorelli ho dato spazio alla sua personalità. È stata molto brava».

 

Un film politico lo ha fatto, " Le cinque giornate", nel '73.

«Per carità. Il regista si tirò indietro quando tutto era pronto papà disse: "Così falliamo". Fu Adriano Celentano a insistere, "Fallo tu". Gli sono affezionato, andavo in casa sua a Milano, quando fuggivo da Roma e da una donna che mi perseguitava. La sera con un amico in cantina faceva il rock con le parole inventate. Nelle pause del set suonava la chitarra per comparse e passanti. È pure un bravo regista, basta guardare Yuppi Du.

dario argento 19

 

Si era ispirato al Maggio francese, le diedero del qualunquista.

«I giornali di sinistra mi diedero dell'anarco fascista, sì. Cosa non vera. Profeticamente Balestrini, che collaborò al film, quando lo vide me lo disse, ma non gli credetti».

 

Disse che smetteva come regista, poi ha girato" Profondo rosso".

«Ero rimasto così male per l'accoglienza che per stare tranquillo pensai di limitami a scrivere e produrre. Poi ebbi un sogno che mi fece cambiare idea e tornai ai film che facevo prima».

 

In quel film ha lanciato i Goblin.

«Avevano vent' anni, me li suggerì l'editore musicale Carlo Bixio. Ogni notte dopo il set ci trovavamo a casa mia, sentivamo i loro pezzi. Ho lavorato con i grandi, da Bill Wyman a Brian Eno. Le musiche di Occhiali neri sono del francese Arnaud Rebotini, consigliato da Gaspar Noé».

DARIO ARGENTO 6

 

I Settanta sono stati gli anni del connubio tra droga e arte. Per la prima volta lei assunse cocaina.

«Non mi ha influenzato mai. Mi dava una certa energia, ma dopo poco tempo il mio fisico si è rivoltato, ogni volta che la prendevo vomitavo, ho smesso per sempre».

 

dario argento daria nicolodi

Il suo rapporto con la moda?

 «Ero amico di Armani e degli altri stilisti, mi vestivo dalle bancarelle».

 

Nel '78 produsse "Zombie" di George Romero.

«Siamo stati grandi amici, pur diversi per stile e pensiero. Lui era cattolico integralista di sinistra. Io sono credente da quando è morto papà».

 

"Zombie" criticava il consumismo.

 «Sì, ma all'epoca i critici non gli dettero peso. Invece ha influenzato ogni film di zombie e l'horror politico è una tendenza contemporanea, dal film Us alla serie Walking Dead ».

DARIO ARGENTO ENNIO MORRICONE

 

A fine Settanta lei è passato dal thriller all'horror.

«Ma la commistione c'era già. Da seguace di Edgar Allan Poe, i miei film hanno sempre i suoi pensieri maledetti».

 

Ha ancora un pubblico giovane.

«È vero, le mie retrospettive sono piene di ragazzi. È il mistero dei miei film, il susseguirsi di generazioni».

argento pastorelli occhiali neri 1dario argento

 

LUCHERINI CON CECCHI GORI DARIO ARGENTO VERDONEDARIO ARGENTO 6dario argento foto di baccosonia dario argento pino strabioli foto di baccoDARIO ARGENTO VITTORIO CONGIAdario argentodario argentodario e asia argentodario argentodario argento giovanni malagodario argento foto di bacco (1)VERONICA LARIO IN TENEBRE DI DARIO ARGENTODARIO ARGENTO asia e dario argentoDARIO ARGENTO VERONICA LARIO IN TENEBRE DI DARIO ARGENTODARIO ARGENTO DARIO ARGENTO DARIO ARGENTO DARIO ARGENTO dario e asia argento

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)