de andre grillo

QUELLA VOLTA CHE BEPPE GRILLO INVITÒ FABRIZIO DE ANDRE’ A UNA CROCIERA SULLA SUA BARCA: “SIAMO NOI E LA CIURMA”. LA CIURMA, CHI? LA TUA DORI E MIA MOGLIE”. QUELLA CROCIERA NON SALPÒ MAI – MARIO LUZZATTO FEGIZ RICORDA QUANDO FABER GLI DISSE: "SE IL PROSSIMO DISCO NON FUNZIONA, APRO UNA CAVA IN SARDEGNA" - IL DISAGIO NELLE INTERVISTE (“SE FOSSI CAPACE DI PARLARE SAREI TUTTE LE SERE AL COSTANZO SHOW”), LA STORIA DIETRO LA CANZONE “PARLANDO DEL NAUFRAGIO DELLA LONDON VALOUR” E L’ULTIMA TELEFONATA: “DALLA VITA NON SI GUARISCE MAI” – VIDEO

 

 

Estratto dell'articolo di Mario Luzzatto Fegiz per il “Corriere della Sera”

 

fabrizio de andrè beppe grillo

Una bella giornata di giugno. Siamo nel 1980. Il fuoristrada arranca sul sentiero sterrato. Tutto intorno macchia mediterranea. Da un cucuzzolo un grande spuntone di roccia. «Granito Limbara, il marmo bianco e nero» lo indica Fabrizio De André. «Se il prossimo disco non funziona qui apro una cava. Nel mio terreno ce ne sono almeno cinque, due delle quali col marmo rosa chiamato Granito Sardinia». Arriviamo a destinazione. Un set meraviglioso: un piazzale roccioso in lieve pendenza, una grotta, una vista mozzafiato.

 

fabrizio de andre e dori ghezzi fotografati da guido harari

Siamo all’Agnata, il buon ritiro di Dori Ghezzi e Fabrizio. 

 

(...)

 

In mezzo al caos Fabrizio aveva un processo creativo complicato. Viveva a orari invertiti. Creava di notte e dormiva di giorno. Si svegliava nel pomeriggio con la terribile tosse del fumatore incallito. In genere di pessimo umore. La sua telefonata arrivava spesso a mezzanotte con una raffica di critiche, obiezioni, richieste di chiarimento. Mi resi conto gradualmente che domande, risposte e rassicurazioni non erano altro che un rito che durava 30 minuti. Durante queste conversazioni ingestibili io immaginavo il contesto. Il lettone matrimoniale era un campo di battaglia. Sfrattata Dori, un caos apparente di libri tutti aperti su pagine precise, con tanti segnalibri improvvisati.

 

E mille foglietti sparsi. Oltre a due portaceneri colmi.

fabrizio de andre

Fabrizio comprava centinaia di libri e magari dalla lettura di un libro annotava una sola frase. Lavorava così, con lentezza. Un giorno il suo discografico Antonio Casetta, già proprietario del castello di Carimate, che non sapeva pronunciare la lettera erre, lo rimproverò per i ritardi. E lui si giustificò dicendo «Non ho idee». Comica la reazione di Casetta: « E allora lei ubi ubi /(rubi rubi)». Ma lui non rubò mai.

 

Fabrizio aveva uno spiccato senso dell’umorismo dominato da due elementi: la misericordia assolutoria («Il pescatore», «Anime Salve») e l’amore per Dori. Un giorno ero stato invitato nel reparto Penale di San Vittore (quello che accoglieva i detenuti con condanne pesanti) per tenere una conversazione sulla musica. L’incontro era nel primo pomeriggio. Verso sera Fabrizio mi chiese com’era andata.

 

fabrizio de andrè dori ghezzi

Gli raccontai che l’invito era partito da un odontotecnico di Milano che, nella sua casa in via Cesare Correnti, aveva ucciso la moglie, madre di quattro figli, con ventiquattro coltellate. «E perché mai?», chiese Fabrizio un po’ angosciato e come sempre curioso di tutto. E io, scherzando naturalmente: «Pare che avesse cucinato male la cena». E lui sornione: « Belìn, doveva essere proprio cativa! ”.

 

(...)

 

fabrizio de andrè dori ghezzi

Molte canzoni di De André nascono ispirate a fatti di cronaca o da personaggi reali: in «Preghiera di gennaio» c’è la morte di Luigi Tenco, nella «Canzone di Marinella» un delitto con stupro, l’istriana Mariza era «Bocca di rosa» dove la barca diventava un talamo . E poi le canzoni ispirate al rapimento («Hotel Supramonte», «Quello che non ho»). C’è però una storia poco nota dietro una canzone davvero incredibile e altrettanto poco nota intitolata «Parlando del naufragio della London Valour», scritta assieme a Massimo Bubola e inserita nell’album Rimini del 1978.

 

fabrizio de andrè

Sfera di cristallo La nave London Valour salpò il 2 aprile 1970 da Novorossisk imbarcando 23.606 tonnellate di cromo. Era diretta a Genova, dove giunse il 7 aprile e diede fondo nell’attesa dell’ormeggio. La mattina del 9 aprile la nave era ancora lì. Il comandante Edward Muir aveva ordinato lo smontaggio dei propulsori poiché dovevano essere revisionati una volta entrati in bacino con l’ausilio dei rimorchiatori. Il capitano si era fatto raggiungere a Genova dalla moglie. Improvvisamente sulla città si abbatté una libecciata di enorme violenza. Verso le 14.30, per via del fortissimo vento, l’ancora della nave cominciò a perdere la presa avvicinandosi pericolosamente alla barriera frangiflutti e finì poi per sbattere violentemente contro gli scogli.

 

MARIO LUZZATTO FEGIZ

Quel che successe dopo fu sconvolgente. La moglie del capitano salì sulla teleferica creata dai soccorritori, che avrebbe dovuto portarla in salvo. Ma anche lei sbattè malamente sugli scogli e sparì fra i flutti. Il capitano si getta in mare per tentare un salvataggio in extremis. Periscono entrambi. Nel disastro persero la vita venti membri dell’equipaggio, in gran parte di nazionalità indiana e filippina. Fabrizio racconta la vicenda a modo suo sottolineando che allo spettacolo del naufragio assistono i genovesi come si trattasse di uno show circense. Fabrizio canta, anzi recita, così: «E la radio di bordo è una sfera di cristallo dice che il tempo si farà lupo e il mare si farà sciacallo... E le ancore hanno perso la scommessa e gli artigli». La radio prevede ma nessuno l’ascolta al momento giusto. «E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva ruba l’amore del capitano attorcigliandole la vita».

 

fabrizio de andrè beppe grillo gino paoli

L’ultima telefonata tra noi due fu alla vigilia di Natale: «Oggi si guarisce di tutte le malattie tranne di quella chiamata vita». L’11 gennaio successivo furono le sue ancore a perdere la scommessa. Fabrizio sapeva difendersi anche dagli amici. Un giorno Beppe Grillo, allora suo buon amico, lo invitò a una crociera sulla sua barca. Faber chiese precisazioni: «Chi saremmo a bordo?». «Beh, noi e la ciurma» rispose Grillo. «La ciurma chi?» incalzò Fabrizio. «Tu io Dori e mia moglie». Quella crociera non salpò mai.

Dori Ghezzi e Fabrizio De Andre DORI GHEZZI CON FABRIZIO DE ANDRE zziPaolo Villaggio e Fabrizio De Andre MARIO LUZZATTO FEGIZIl matrimonio di Dori Ghezzi e Fabrizio De AndreDORI GHEZZI CON FABRIZIO DE ANDRE

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…