LA DICHIARAZIONE D’AMORE DI COLIN FIRTH PER L’ITALIA - L’ATTORE HA CHIESTO LA CITTADINANZA: ITALIANI SONO SUA MOGLIE, I FIGLI E ANCHE I SUOI LUOGHI PREFERITI - ‘CONOSCO MEGLIO SUPERMERCATI E UFFICI POSTALI CHE CHIESE E MUSEI’, SCHERZA, MA AMA PORTARE LA FAMIGLIA A CONOSCERE L’ARTE E ASCOLTARE L’OPERA: ‘SONO UN NOMADE, MA TRA INGHILTERRA E ITALIA, NON HO DUBBI’…
Elvira Serra per il Corriere della Sera
colin firth coppa volpi a venezia 2009
Il suo amore per l' Italia lo ha dichiarato sempre. Come quando, con garbo ed emozione, prese in mano la Coppa Volpi e ringraziò giuria e pubblico della 66ª Mostra del cinema di Venezia.
«Questo Paese mi ha inondato di regali, con gli anni», disse in un italiano per niente incerto. «Mi ha dato oltre la cultura, oltre la letteratura, oltre il grande cinema, l' arte, la cucina, i vini, la grappa... Mi ha dato anche una moglie bellissima, due bambini meravigliosi... E per quello stare qui con questo regalo in mano, qui in questo Paese, forse è l' onore più grande della mia vita».
livia firth fa l olio in umbria
Sua moglie era (ed è ancora) Livia Giuggioli, produttrice cinematografica e direttrice creativa di Eco Age, il primo negozio ecologico ed etico di Londra. Un matrimonio longevo e felice: si sono sposati nel giugno del 1997, insieme hanno avuto Luca, 16 anni, e Matteo, 13. Con loro Colin Firth trascorre lunghi periodi a Città della Pieve, in Umbria, dove hanno una villa.
livia e colin firth a taormina
Ama, riamato, l' Italia. E ieri ne ha dato ulteriore prova perché ha chiesto la doppia cittadinanza all' ambasciata italiana a Londra. Il Daily Mail ha scritto che la decisione dell' attore Premio Oscar per il ruolo di Giorgio VI ne Il discorso del re è una conseguenza della Brexit, da cui sarebbe « horrified », orripilato. Il suo ufficio stampa, però, ha confermato la notizia senza aggiungere commenti politici, limitandosi a venti parole secche: «Colin ha richiesto la doppia cittadinanza (britannica e italiana) per avere lo stesso passaporto di sua moglie e dei figli».
Che non abbia preso bene l' uscita dall' Unione europea del Regno Unito si era già capito lo scorso autunno: il 28 ottobre, ai margini della presentazione alla Sapienza di Roma di una pellicola sul mondo del precariato, aveva detto che la Brexit sarebbe stata un problema per i giovani. E in una intervista a Grazia aveva spiegato che quando è stata votata al referendum, per lui «è stato strano: ho sentito una sensazione di isolamento. Ero esterrefatto e inorridito. E prego perché qualcosa ancora succeda per fermare questo scempio».
Il Daily Mail cita pure un' altra intervista a un quotidiano austriaco in cui le parole dell' attore sono ancora più nette: «Per me questo è un disastro di proporzioni inimmaginabili. La Brexit non ha un solo aspetto positivo. Molti miei colleghi, inclusa Emma Thompson, sono come me europei entusiasti e non possiamo crederci».
Mai troppo legato all' Inghilterra - di cui ha però assimilato i modi da perfetto gentiluomo (enfatizzati nel ruolo di Mr Darcy nello sceneggiato Orgoglio e pregiudizio andato in onda sulla Bbc nel 1995) - Colin Firth aveva dichiarato in più di un' occasione di aver avuto una vita da nomade, per via dei genitori docenti universitari. Il padre, in particolare, era consulente del governo nigeriano per l' educazione, e lì l' attore trascorse un periodo con i nonni quando era adolescente. Poi ci furono gli anni negli Usa, un periodo in Canada, i film in giro per il mondo e la seconda casa in Italia, con Livia.
Una volta raccontò di conoscere, del nostro Paese, più i supermercati e gli uffici postali che i musei e le chiese.
Ma confessò anche il piacere di poter ammirare, con i figli, i capolavori di Caravaggio, di Piero della Francesca, di Michelangelo, e di apprezzare la nostra musica, dall' opera alle composizioni di Ludovico Einaudi. In tempi berlusconiani criticò il governo italiano, non all' altezza delle bellezze della penisola. Ma anche allora ammise che se avesse dovuto scegliere dove vivere, tra l' Inghilterra e l' Italia, non avrebbe avuto dubbi: i nostri pregi superano i difetti. Ci conforta.
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