DIRETTORI DI RETE, ATTORI E PRESENTATORI TREMATE: ARRIVA LA "TOTAL AUDIENCE" – DA IERI E' POSSIBILE SAPERE CON PIÙ PRECISIONE QUANTE PERSONE GUARDANO UN PROGRAMMA: AL CAMPIONE VOLONTARIO DI ITALIANI CHE PERMETTONO LA MISURAZIONE SULLA TV DI CASA SI AGGIUNGONO I DATI DI TUTTI COLORO CHE GUARDANO UNA TRASMISSIONE, IN DIRETTA O IN DIFFERITA, SUI VARI DEVICE – LA MISURAZIONE SPOSTERÀ LO SHARE DI DUE O TRE PUNTI MUOVENDO I SOLDONI DEGLI INVESTITORI PUBBLICITARI CHE…
Laura Rio per “il Giornale”
total audience e second screen
Da ieri è cominciata una nuova era televisiva, quella della «Total Audience». E a farla partire è l'Italia. Tradotto in parole semplici, significa sapere con più precisione da quante persone viene visto un programma. Da quando esistono i device, e cioè pc, tablet, smartphone, console, le trasmissioni vengono viste in tanti modi, in diretta, in differita, on demand, in gruppo, a casa, per strada o sui mezzi di trasporto.
Fino all'altro ieri l'Auditel, la società italiana che rileva i risultati di ascolto, forniva i dati disaggregati: cioè da una parte quelli degli spettatori della tv tradizionale, dall'altra quelli degli utenti dei device. Da, ieri, - e per la prima volta al mondo - questi numeri vengono sommati. E d'ora in avanti al mattino saranno forniti i dati tradizionali, al pomeriggio i nuovi.
Insomma, sulla base delle elaborazioni, si potrà sapere, per esempio, quanto veramente è stata vista la fiction di Raiuno, L'isola dei Famosi di Canale 5, il talk show de La7 o la serie di Sky.
E non si tratta di decimali di percentuali o poche centinaia di teste. Si può arrivare anche a differenze di due o tre punti di share o, in alcuni casi come Sanremo, anche molto di più.
Nei primi tempi, però, non saranno ancora pubblicati - e quindi visibili a tutti - gli ascolti per singolo programma, ma per orario (divisi in quarti d'ora). Ogni azienda o broadcaster cliente di Auditel li potrà visionare e decidere se comunicarli.
Sono numeri che hanno fatto tremare attori, presentatori o direttore di rete, sui cui si giocano e si sono giocate carriere e immagine. Ma sono soprattutto dati che hanno una rilevanza economica strategica per le aziende televisive e sui quali si basano gli investimenti pubblicitari, i diritti televisivi (pensate al calcio) e il posizionamento nel mercato.
In sostanza: Auditel ha messo a segno un sistema sempre più preciso per invogliare - anzi quasi per costringere - i nuovi player come i giganti Netflix o Prime Video o Dazn (quanti guai per i clienti) che hanno conquistato i mercati europei ad aderire al sistema in modo da permettere un confronto reale tra i bacini d'utenza. A livello tecnico, per misurare la «total audience» è stato adottato il JIC (il Joint Industry Committee), modello di governance a partecipazione diffusa e a controllo incrociato, che - come ha spiegato ieri nella relazione al Senato il presidente Auditel Andrea Imperiali - «è perno della convergenza delle metriche e del presidio del mercato in termini di trasparenza, indipendenza e inclusività di tutti i soggetti».
Ai 45 milioni di apparecchi tv presenti nelle case degli italiani, si aggiungono nel sistema di rilevamento circa 75 milioni di nuovi schermi connessi (con 60 diverse tipologie). E si incrociano due diversi metodi: il sistema campionario (cioè basato su un campione volontario di italiani), grazie al SuperPanel di Auditel, e il sistema censuario, che «ascolta» ogni singolo device connesso.
Complemento essenziale della «Total Audience», sul versante pubblicitario, è il CUSV, il Codice univoco degli spot video. Grazie a questo codice, una targa per dirla nel gergo automobilistico, Auditel è in grado di tracciare ogni singolo spot video fruito su tutte le piattaforme e su tutti i device.
Gli investitori pubblicitari dispongono, così, di uno strumento essenziale per misurare le reali erogazioni di uno spot, la sua effettiva performance di visione e l'abbinamento con i programmi. Infine, oltre al consueto ascolto «riconosciuto», cioè quello di aziende come Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery, l'Auditel ora raccoglierà e classificherà, in un cluster separato, anche quello «non riconosciuto». Cioè delle piattaforme come, appunto, Netflix, Prime Video, Disney, Dazn o delle console per videogiochi. I dati non saranno forniti per singola tv, ma tutti insieme, però si potrà sapere, in percentuale, il loro reale «peso» sul bacino degli spettatori.
DATI AUDITELAUDITEL 3AUDITELtotal audience 2total audience 3AUDITELAUDITEL total audience 4famiglie TvAUDITEL 3DATI AUDITELAUDITEL auditel 2