DISTRUGGERE TWITTER PER SALVARE TWITTER - JACK DORSEY SILURA CINQUE TOP MANAGER, MA LORO DICONO DI ESSERSENE ANDATI SPONTANEAMENTE (IL CHE È PURE PEGGIO) - SE NE VA IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE, QUELLO DI VINE, DELLE RISORSE UMANE. MA È GIÀ TROPPO TARDI?
In cinque gettano la spugna nel quartier generale di Twitter. Non sono cinque manager qualunque: il responsabile delle risorse umane, il capo della comunicazione, due vice-president e quello della app di micro-video Vine. Colonne portanti dell'azienda. "Sono triste di annunciare che Alex Roetter, Skip Schipper, Katie Stanton e Kevin Weil hanno scelto di lasciare la società", ha detto il capo-fondatore e amministratore delegato del social network, Jack Dorsey, che ha sostituito Dick Costolo nel giugno scorso, in un messaggio sul suo account personale di Twitter.
Quattro di loro "si prenderanno un meritato periodo di riposo", scrive. Oppure sono in disaccordo con la strategia del ceo, che ha fatto un pubblico annuncio nel quale li ringrazia tutti di cuore. Anche se pare l'abbia deciso lui questo avvicendamento ai posti di comando per riconquistare la fiducia degli investitori, visto che il titolo ha toccato la settimana scorsa i minimi storici.
I dimissionari sono lo zoccolo duro della società: quattro membri dei nove appartenenti al team esecutivo ed elencati sul sito web ufficiale del social network. Alex Roetter e Kevin Weil, vicepresidenti rispettivamente della divisione ingegneria (sia software che hardware) e del prodotto (sviluppo e design), erano entrambi in Twitter da cinque anni. Katie Stanton, anche lei dentro l'azienda da cinque anni, era responsabile della comunicazione globale dal luglio del 2014, quando aveva rimpiazzato Chloe Sladden. E pare proprio che si batterà per Hillary Clinton, seguendo la sua campagna elettorale. Brian "Skip" Schipper invece è ormai l'ex capo delle risorse umane.
Se ne va anche Jason Toff, che ha annunciato separatamente dagli altri il suo prossimo abbandono. Seguiva il team per l'applicazione di video-sharing Vine. E ora se ne va a Google. Anzi, torna, perché aveva già lavorato precedentemente per YouTube. Lo scrive su Twitter, parlando di "un eccitante potenziale della nuova posizione". Il tweet precedente, però, ha un tenore diverso: "La decisione di lasciare Vine è stata dura e combattuta, amo il team e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Ora ci sono molte sfide per loro all'orizzonte".
JACK DORSEY DI TWITTER PUBBLICA UN MICRO VIDEO SU VINE
Il Wall Street Journal ha scritto che Jack Dorsey aveva chiesto l'anno scorso come condizione per il suo ritorno alla guida del gruppo una sostituzione dell'intero Consiglio di Amministrazione, al quale siede anche il co-fondatore Evan Williams, uno dei maggiori azionisti individuali di Twitter.
Non si sa se abbandonerà il Board anche lui. Jack Dorsey aveva affidato a questi dirigenti il compito di dare nuova linfa vitale al social, con la missione di mettere a tacere le malelingue e porre fine alle preoccupazioni persistenti circa le sue prospettive di crescita, non rosee. Accelera infatti il declino del titolo sul mercato azionario: ha ceduto il 37% da ottobre. Il numero di utenti, poi, non decolla. Gli aumenti trimestrali sono risibili: il social a fine settembre aveva 320 milioni di persone cinguettanti in tutto il mondo, solo quattro milioni in più rispetto a tre mesi prima.
La priorità di Jack Dorsey è quella di semplificare il servizio al fine di attirare un pubblico più ampio. Concedere più caratteri a disposizione, evidentemente, non basta a ripopolare Twitter. La crisi del social investe la sua natura, ibrida tra quella di un social di persone e di contenuti, sempre alla rincorsa di Facebook. Ora Dorsey affiderà maggiori responsabilità a Adam Bail (l'attuale Chief operative officer) e Adam Messinger (Chief Technology officer). Il primo prenderà le redini della divisione Product, del team media e anche delle risorse umane, ad interim.
Il secondo sarà l'ombra di Jack Dorsey: "Si prenderà in carico l'engineering, il prodotto, il design, la ricerca. Lavoreremo insieme giorno e notte per assicurare al pubblica la giusta esperienza". Dorsey non ha comunque mancato di elogiare i dimissionari: Roetter e Weil nei loro cinque anni presso la società, hanno fatto crescere le entrate da zero ai circa due miliardi di dollari attuali. Il contributo della Stanton è stato fondamentale nell'espandere le operazioni e nell'avviare gli uffici internazionali in Giappone, Regno Unito e Irlanda, mentre Schipper ha guidato le HR a livello globale.