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IL DIVANO DEI GIUSTI – IERI NOTTE MI SONO VISTO FINO A NOTTE FONDA “IL MATTATORE” DI DINO RISI, INVITO DAGO A VEDERE L’EPISODIO DOVE GASSMAN SI TRAVESTE DA GRETA GARBO IN VERSIONE LESBICA CHE BACIA IN BOCCA ANNA MARIA FERRERO MENTRE UN PASSANTE COMMENTA CON UN “A ZOZZE!” – IN PRIMA SERATA PASSA UNO DEI FILM CHE PREFERISCO DI CLINT EASTWOOD, “MILLION DOLLAR BABY” – IN SECONDA SERATA, SE VI È PIACIUTO “VERMIGLIO”, DOVETE ASSOLUTAMENTE VEDERE IL PRIMO FILM DI MAURA DELPERO “MATERNAL”, OCCHIO ANCHE AL BELLISSIMO“IL LAUREATO” E AL SUPETRASH “ATTENTI AL BUFFONE”
Il Mattatore Dino Risi 1960 Grande successo derivato dall'omonima trasmissione tv, racconta in flashback le avventure di Gerardo un truffatore trasformista. Qui Gassman travestito da Greta Garbo, insieme ad Anna Maria Ferrero. @marco_risi #DinoRisi #Gassman pic.twitter.com/h9RpmMvlfA
— Stefano Marcocci (@MarcocciStefano) August 23, 2022
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Intanto, stasera su Rai Uno avete la nuova puntata di “Imma Tataranni” con Vanessa Scalera, la Jeanne Moreau di Mesagne, Barbara Ronchi, Massimiliano Gallo, Carlo Buccirosso. Se non riuscite a vederlo stasera lo trovate da domani su RaiPlay.
Ieri notte mi sono visto fino a notte fonda “Il mattatore” di Dino Risi, scritto da Scola-Maccari-Continenza, con Vittorio Gassman, Anna Maria Ferrero, Peppino de Filippo, Nadia Gray, e una massa incredibile di caratteristi della nostra commedia, da Nando Bruno a Mimmo Poli, da Mario Carotenuto a Luigi Pavese, da Vincenzo Talarico al ritorno di Paparazzo, Walter Santesso.
A parte il fatto che è un incredibile tour de force per Gassman che interpreta un con artist, un artista della truffa entrando in una ventina di personaggi diversi, invito Dago a vedere l’episodio dove Gassman si traveste da Greta Garbo in versione lesbica che bacia in bocca Anna Maria Ferrero mentre i paparazzi scattano le foto scandalo e un passante commenta con un “a zozze!”.
In attesa del nuovo film di Gabriele Mainetti, “La città proibita”, tutto dedicato al kung fu romano e ai cinesi de Roma, vedo che passa su Rai Storia alle 21, 10, il film precedente di Mainetti, il non fortunato “Freaks Out” con Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini. Non piacque né ai tanti fan di Jegg Robot, ma soprattutto non piacque ai critici americani un filo bacchettoni che non gradirono il modo poco rispettoso di trattare l’Olocausto, le troppe svastiche naziste, il personaggio del nano superdotato.
Che dire? Magari non andava portato a Venezia, dove andò inutilmente, ma a Cannes, dove un film come “Titane” di Julia Ducournau vinse addirittura la Palma d’Oro, o a Roma, dove giocava in casa o al Festival di Tokyo, dove la sua parte manga sarebbe stata più apprezzata. Detto questo, con la sua ambizione di voler fare un film alla Spielberg, ricco quel che era possibile, per in cinema italiano “Freaks Out” era un filmone. O se volete un firmone. Come in Italia è raro farli e vederli.
Un film alla Guillermo Del Toro o alla Alex De La Iglesia, strambo e ricco con effetti speciali e effetti visivi finalmente riusciti. Senza i borghesi di Prati alla Moretti o i poveri tristi che fanno cazzate e piacciono così tanto ai rampolli emergenti del cinema italiano.
Se vi era piaciuto un super-eroe romano coatto che non sa bene cosa fare dei suoi super-poteri, in “Freaks Out” ne trovate ben quattro e tutti romani, un uomo-lupo forzuto, il Fulvio di Claudio Santamaria ricoperto di peli, una ragazza elettrica, la Matilde di Aurora Giovinazzo, vera scoperta del film, un uomo-calamita, il piccolo Mario di Giancarlo Martini, che ha problemi seri nel contenere le sue erezioni, un albino capace di spostare insetti su insetti, il Cencio di Pietro Castellitto.
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Li mettiamo prima in un piccolo circo, al seguito di un direttore ebreo, Israel, interpretato da un ispirato e umanissimo Giorgio Tirabassi, e poi nel pieno della guerra, in una Roma piena di nazisti, la scena della deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma è girata benissimo e super-realistica. Poi li spostiamo in fuga tra i partigiani spiritati, chi senza un braccio, chi senza una gamba, chi senza un occhio, comandati da una strana versione rivista del Gobbo del Quarticciolo, interpretato con una vena di follia da Max Mazzotta.
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Tornati a Roma non solo si imbattono nei nazisti e nel gruppo dei partigiani del Gobbo, ma anche nella follia del Zirkus Berlin, baraccone tenuto da un nazista pazzo, Frank, Franz Rogowski, pianista con sei dita per mano che viaggia nel futuro grazie all’etere, e infatti non suona i classici del passato, ma del futuro, come i Radiohead. Sì, la storia è un po’ pasticciato e nel finale Mainetti e il suo sceneggiatore Nicola Guaglianone proprio non si regolano.
Iris alle 21, 15 propongono un non così riuscito, ma ben fatto “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick” di Ron Howard con Chris Hemsworth, Benjamin Walker, Cillian Murphy, Ben Whishaw, Brendan Gleeson. Il film ha delle bellissime pagine marinare con la baleniera Essex in mare, delle fantastiche riprese di balene e di tempeste sul mare, la fotografia è di Anthony Dod Mantle, una notevole ricostruzione storica, ma una sceneggiatura fatta di dialoghi davvero modesti. Inoltre più a Moby Dick di Melville si pensa a Vita di Pi.
Tutta la cornice con il geniale Brendan Gleeson che racconta al giovane Melville, interpretato da Ben Whishaw, la vera tragica storia dell’Essex e del suo incontro con Moby Dick quando era solo un cabin boy, è inutile. Tutti i quaranta minuti del secondo atto del film che raccontano come sono andate le cose dopo l’incontro con Moby Dick li abbiamo già visti. E, come se non bastasse, no, Chris Hemsworth è troppo cafone, glielo dicono anche gli altri personaggi, troppo australiano per interpretare un baleniere, anzi il primo ufficiale della Essex di Nantucket.
E lo dico anche se non so assolutamente come potesse essere fatto un marinaio di Nantucket armato di fiocina. Diciamo anche che è troppo giovane e muscoloso. Come è troppo giovane e muscoloso per il ruolo di capitano inesperto della Essex il Benjamin Walker già protagonista dell’Abramo Lincoln cacciatore di vampiri. Cillian Murphy però, come secondo ufficiale, è perfetto, e lo è anche il cabin boy di Tom Holland, o l’ufficiale spagnolo senza un braccio di Jordi Molla.
Alle prese con una storia che torna alle origini del romanzo di Melville e del mito della balena bianca, Ron Howard ha saputo costruire una grande macchina di immagini e racconto, ma non ha né i dialoghi, né l’ispirazione né il cuore di quello che poi ha scritto Melville e che tutti noi bravi ragazzi del secolo scorso abbiamo letto.
Cielo alle 21, 20 passa uno dei film che preferisco di Clint Eastwood, “Million Dollar Baby”, diretto e interpretato da Clint Eastwood con Hilary Swank, Morgan Freeman, Jay Baruchel, Mike Colter, Lucia Rijker. E’ un po’ una cazzatona “Una vita da gatto” di Barry Sonnenfeld con Kevin Spacey, Robbie Amell, Jennifer Garner, Christopher Walken, Teddy Sears. Magari si può ricuperare “The November Man” action di Roger Donaldson con Pierce Brosnan ex-agente della Cia che torna in azione, Luke Bracey, Olga Kurylenko, Will Patton, Caterina Scorsone, Tv8 alle 21, 30.
Passiamo alla seconda serata con la commedia francese, Rai Movie alle 22, 45, “Il truffacuori” che dovrebbe tradurre il titolo francese “L'arnacoeur” di Pascal Chaumeil con Romain Duris, Vanessa Paradis, Julie Ferrier, Jacques Frantz, François Damiens. Su Rai4 alle 23 abbiamo un thriller danese che gira attorno a un caso di pedofilia “L’effetto farfalla” diretto da Martin Zandvliet con Ulrich Thomsen, Zaki Youssef, Sofie Torp, Thomas W. Gabrielsson, Henrik Noël Olesen.
Molto interessante, e se vi è piaciuto “Vermiglio” dovete assolutamente vederlo, il primo film di Maura Delpero “Maternal” con Lidiya Liberman, Renata Palminiello, Denise Carrizo, Agustina Malale, Marta Lubos, Rai5 alle 23, 05, che segue i rapporti a Buenos Aires tra un gruppo di suore e un gruppo di ragazze madri di Buenos Aires in centro di accoglienza di un istituto religioso. Cine 34 alle 23, 05 propone “Buongiorno, papà”, commedia con Raoul Bova, Marco Giallini, Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Rosabell Laurenti Sellers, che ruba la scena a tutti.
Bova si mostra nel pieno della sua fragilità, si trucca gli occhi, si mostra a letto in mutande con pacco all’aria assieme all’amico scemo prendendosi pure l’epiteto di frocio da parte di Marco Giallini, ormai diventato il nuovo Mario Brega della commedia italiana. Il film gioca tra il realismo parolacciaro romano di Max Bruno, cosceneggiatore e soggettista, il brizzismo delle produzioni Lucisano, cioè il voler piacere a tutti e il Moccismo di ritorno col personaggio piacione del protagonista, ma bisogna notare che più che una commedia è un film sullo stato di star di Raoul Bova.
Un regalo per i suoi fan, più o meno etero, che lo vedranno in tutto il suo candore e nel pieno dell'esibizione del suo corpo. Su Cielo alle 23, 45 arriva qualcosa di più sexy con l’erotico spagnolo “Amori liberi da tabù” diretto da Ángel Filgueira con Lidia Veiga, Ángela Ríos, Xulio Besteiro, storia d’amore tra due ragazze che si allarga a un ragazzo e diventa una storia a tre. Rete 4 alle 0, 50 spreca la prima di “Locked Down” diretto da Doug Liman con Anne Hathaway, Chiwetel Ejiofor, Ben Stiller, Dule Hill, Jazmyn Simon, Stephen Merchant, covid-comedy, coi due protagonisti che stavano per lasciarsi e si ritrovano chiusi in casa per la pandemia, con rapina finale. Solo aver toccato il covid porta il film in una zona ormai tabù.
Cine 4 all’1, 20 propone “Lasciami andare” di Stefano Mordini con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Serena Rossi, Maya Sansa, Antonia Truppo, Lino Musella. Lo abbiamo visto a Venezia fuori concorso. Sulla carta, l’idea di una ghost story veneziana faceva ben sperare, ricordo. Poi si scopre che questo fantasma, subito evocato, tarda un po’ troppo ad arrivare, che la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista assieme a Francesca Marciano e a Luca Zingaretti, tratto da un racconto dell’americano Christopher Coake, sembra muoversi verso i gialli psicologici di Tornatore o verso il cinema d’autore romanocentrico.
Uffa… In dieci minuti di proiezione si sentono ben tre “Ma, vaffanculo!” pronunciati da tre personaggi diversi ma con la stessa intonazione… E, infine, non si capisce proprio che ci fanno tutti questi attori napoletani in trasferta a Venezia, Antonia Truppo come alcolista anonima, Lino Musella come mago di Forcella, Serena Rossi come seconda compagna di Stefano Accorsi che canta al piano bar, la stessa Golino… Diciamo che l’inizio è buono. Aspettando un po’ di splatter, di morti ammazzati e così via. Arrivano? Mah…
La7 alle 2 propone il thriller “Closed Circuit” diretto da John Crowley, scritto da Steven Knight con Eric Bana, Rebecca Hall, Jim Broadbent, Ciarán Hinds, Kenneth Cranham, Anne-Marie Duff. Leggo che sembra un po’ un corso d’istruzione per il nuovo sistema penale inglese. Bellissimo, l’ho rivisto da poco, “Il laureato” di Mike Nichols, scritto da Buck Henry con Anne Bancroft, Dustin Hoffman, Katharine Ross, William Daniels. Adoro Anne Bancroft, la sua Mrs Robinson è un grande personaggio tragico di donna uccisa dal patriarcato americano.
E adoro le canzoni di Simon & Garfunkel. Fu il più grande successo del 1967, 104 milioni di dollari. Lo abbiamo visto tutti quell’anno. Leggo che Nichols rifiutò per il ruolo di Benjamin sia Warren Beatty che Robert Redford, che pur aveva diretto a Broadway in “A piedi nudi nel parco” e rifiutò anche Gene Hackman come Mr Robinson, troppo giovane. Anne Bancroft, Mrs Robinson, che dovrebbe essere quarantenne, ha solo 36 anni, sei anni più di Hoffman e otto più della Ross.
La Mrs Robinson ideale di Nichols era Jeanne Moreau, ma il produttore Joseph Levine non la volle. Nichols accettò una Mrs Robinson americana a patto che potesse usare le canzoni di Simon e Garfunkel. Si pensò prima a Doris Day e a Patricia Neal, che rifiutarono. Poi si auto-propose Ava Gardner, 46 anni, troppo grande per il ruolo. Nichols la andò a trovare e lei gli disse: “Va bene, parliamo del tuo film. Prima di tutto, io non mi spoglio per nessuno”. Dustin Hoffman, che aveva firmato per un ruolo in “Per favore, non toccate le vecchiette”, chiese il permesso a Mel Brooks di fare un provino da protagonista con Nichols.
Brooks, che era il marito di Anne Bancroft, era sicuro che non lo avrebbero mai preso. Lo presero, invece, anche se Joseph Levine lo aveva scambiato per un pulitore di finestre. E gli dettero 17 000 dollari. Tolte le tasse gliene rimasero 4000. Per il ruolo della figlia Buck Henry ricordava che Katharine Ross piacque a tutti, ma si pensò anche a Candice Bergen, Natalie Wood, Sally Field, Faye Dunaway, che preferì girare “Gangster Story”.
LOREDANA BERTE ATTENTI AL BUFFONE
Se vi è piaciuto “Emilia Pérez” vi segnalo che su Rai Movie alle 2, 40 passa un altro film di Jacques Audiard, “Tutti i battiti del mio cuore” con Romain Duris, Niels Arestrup, Emmanuelle Devos, Jonathan Zaccaï, dove Duris fa il giovane immobiliarista di successo quando incontra Arestrup, il suo vecchio insegnante di piano e i suoi progetti cambiano. Supetrash su Cine 34 alle 3, 05 il grottesco film di Alberto Bevilacqua “Attenti al buffone” con Alberto Bevilacqua con Nino Manfredi anche co-sceneggiatore, come musicista-poeta in lotta con le forze del fascismo, rappresentate da Eli Wallach-Ettore Manni-Rolf Tasna, per recuperare la moglie Mariangela Melato.
Trionfo dei deliri erotici-grandguignoleschi di Bevilacqua, che proprio non si regola, e insiste sul porno diciamo d’autore arrivando a un’orgia supertrash che vede protagonisti oltre ai tre camerati l’ex svampita Cristina Gajoni, la malcapitata Erika Blanc, e soprattutto una procacissima, giovanissima e nudissima Loredana Bertè. Anche la Melato ce la mette tutta nel favorire la follia dell’erotomane Bevilacqua. Il film, un fiasco colossale, venne definito da Marco Vallora come “famigerato” su “La Gazzetta del Popolo” e Bevilacqua gli mandò una lettera dove lo diffidava dal parlare dei suoi film. Bei tempi.
Bellissimo su Rete 4 alle 3, 20 “le ceneri di Angela”, grande film sociale su una povera famiglia irlandese che da Brooklyn torna a casa diretto da Alan Parker con Emily Watson, Robert Carlyle, Michael Legge, Joe Breen, Ciaran Owens, Ronnie Masterson. Iris alle 3, 50 passa “American Pastoral” di Ewan McGregor, tratto dal celebre romanzo di Philip Roth sulle contraddizioni degli anni ’60 in America con Ewan McGregor, Jennifer Connelly, Dakota Fanning, Uzo Aduba, David Strathairn. Non funzionò come avrebbe potuto malgrado gli sforzi di regista e attori. Ma ha dei momenti piuttosto belli.
Chiudo con “Baciami, stupido!” di Billy Wilder con Kim Novak, Dean Martin, Ray Walston, Cliff Osmond, Henry Gibson, Felicia Farr. Ray Walston prese il posto di Peter Sellers come protagonista dopo l’infarto che colpì Sellers a film da poco iniziato.
il mattatore
le ceneri di angela
dean martin, ray walston kim novak baciami stupido
tutti i battiti del mio cuore 1
kim novak dean martin baciami stupido
tutti i battiti del mio cuore 2
nino manfredi attenti al buffone
attenti al buffone
attenti al buffone 1
mariangela melato nino manfredi attenti al buffone
nino manfredi enzo cannavale attenti al buffone
attenti al buffone
il mattatore 4
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lasciami andare
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lasciami andare
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il truffacuori 5
il truffacuori 6
the november man
the november man 2
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million dollar baby”
million dollar baby 1
buongiorno papa 3
buongiorno papa 1
buongiorno papa 2
il mattatore 2