IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA LE COSE MIGLIORI ARRIVANO DI NOTTE, A COMINCIARE DA UN SUPERCLASSICO COME “IL CITTADINO SI RIBELLA!”, DI ENZO G. CASTELLARI, CON FRANCO NERO, O DAL DAL RITORNO DAL SEMPRE GRADITO DI “W LA FOCA” DI NANDO CICERO, CON LORY DEL SANTO, BOMBOLO, MOANA POZZI E LA FOCA DEL TITOLO - GRADIRETE IL RITORNO DI “L’AMICA DI MIA MADRE”, STRAMPALATA COPRODUZIONE ITALO-COLOMBIANA E VERO ESORDIO DI CARMEN VILLANI NELLA COMMEDIA SEXY. RITENUTO TREMENDO E VOLGARISSIMO UN PO’ DA TUTTI... – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Vi avverto subito che in chiaro, stasera, le cose migliori arrivano di notte, a cominciare da un superclassico come “Il cittadino si ribella!” di Enzo G. Castellari con Franco Nero, Cine 34 alle 00, 15, o dal ritorno dal sempre gradito al pubblico di Rai Movie alle 0, 35 di “W la foca” di Nando Cicero con Lory Del Santo, Bombolo, Moana Pozzi, Riccardo Billi come nonno sporcaccione e la foca del titolo, che è una vera foca, come tutti i fan del film sanno.
Ma passa pure una perla di Vincente Minnelli con Liza Minnelli, Ingrid Bergman e perfino Isabella Rossellini in un piccolo ruolo da suora, “Nina”, Iris all’1, 30, che cercherò di registrare. Non lo vedo da quando uscì.
In prima serata in chiaro, comunque, potete scegliere tra “L’angelo con la pistola” diretto nel 1991 da Damiano Damiani con Tahnee Welch, Remo Girone, Eva Grimaldi, Sergio Fiorentini, Nicola D'Eramo, Cine 34 alle 21, con la figlia di Raquel Welch, Tahnee, in un ruolo alla Milla Jovovich.
Più che un thrillerone all’americana, ci sembrò un tardo uomo-della-strada-che-si-incazza in versione femminile riscritto da Dardano Sacchetti con mischioni piovreschi. Non a caso Damiani, primo regista de “La piovra” in tv, acchiappa Remo Girone, lo ribattezza Cattani e ne fa un ex-poliziotto che aiuta Tahnee Welch a sparare ai crominali. Attenti che c’è anche Eva Grimaldi, visto che produce il vecchio Cecchi Gori.
EVA GRIMALDI - L'ANGELO CON LA PISTOLA
Penso sia superiore, o magari solo più divertente di “Un alibi perfetto” di Peter Hyams con Michael Douglas, Jesse Metcalfe, Amber Tamblyn, remake del 2009 di un grande noir di Fritz Lang, “L’alibi era perfetto” del 1956, Iris alle 21.
Una buona via d’uscita la offre Rai Storia alle 21, 10 con la vecchia commedia di Alberto Sordi “Il seduttore”, diretta da Franco Rossi con Lea Padovani, Jacqueline Pierreux, Lia Amanda, Denise Grey. In realtà non era proprio una commedia alla Alberto Sordi, ma partiva come adattamento cinematografico di una fortunata commedia teatrale di Diego Fabbri, che doveva essere interpretata da Giorgio Albertazzi, che ne aveva fatto un successo a teatro con Anna Proclemer.
remo girone - l angelo con la pistola
L’arrivo di Sordi al posto di Albertazzi cambia un bel po’ le carte. Ma è proprio su questo film che Sordi incontra per la prima volta quello che sarà per sempre il suo sceneggiatore di fiducia, Rodolfo Sonego. Che non solo riscriverà tutta la sceneggiatura adattandola a Sordi e lasciando perdere tutto quello che c’era di cattolico nel dramma di Diego Fabbri, ma stabilì da subito un contatto con quello che sarà il suo protagonista.
“Credo proprio che tu sia la persona che sto cercando”, gli disse Sordi alla fine della prima riunione di sceneggiatura. E il film, assieme ai successivi “Un eroe del nostro tempo” e Il marito” aprì la strada al Sordi da commedia all’italiana più fortunato. Fu Sonego a puntare in sceneggiatura su un personaggio di italiano medio diverso dal solito al grido di “facciamone uno stronzo, L’italiano stronzo come è nel suo modo di comportarsi con le donne, il marito italiano stronzo che crede d’essere chissà chi e disprezza la moglie che invece tiene in piedi tutta la famiglia…”.
Nel film, prodotto da Franco Cristaldi e distribuito da Amati, non ci credeva quasi nessuno. Ma già la sera della prima era tale la folla davanti al cinema, racconta Sonego, che dovettero fare una proiezione supplementare all’una di notte. Nasceva il personaggio di Sordi che conosciamo.
Su Rai Movie alle 21, 10 trovate “Quanto basta” di Francesco Falaschi con Vinicio Marchioni, Valeria Solarino, Luigi Fedele, Nicola Siri, Mirko Frezza, Benedetta Porcaroli, storia di uno chef finito ai servizi sociali dopo una rissa, che si riscatta insegnando a cucinare ai ragazzi autistici o malati della sindrome di Asperger. Torna “L’esorcista” di William Friedkin con Jason Miller, Linda Blair, Ellen Burstyn, Max Von Sydow, Lee J. Cobb su Mediaset Italia 2 alle 21, 15.
Su Cielo alle 21, 15 torna anche “Voglia di guardare” di Joe D'Amato con Jenny Tamburi, Marino Masé, Sebastiano Somma, Laura Gemser e Lilli Carati, ultimo film erotico di Jenny Tamburi e ultimo soft di Lilli Carati prima dello scivolamento nell’hard. Lilli avrebbe dovuto girare altri due film per Joe D’Amato, “La regina degli Aztechi”, che non si farà mai, e “La monaca nel peccato”, che girerà al suo posto Karin Well. Non molto considerato al tempo. Leggo nelle mie vecchie note un “voglia di dormire” altro che di guardare.
Su Rete 4 alle 21, 25 avete un thriller che forse non è così male, tratto dal romanzo di Didier van Cauwelaert, “Unknown. Senza identità” diretto da Jaume Collet-Serra con Liam Neeson, Diane Kruger, January Jones, Frank Langella, Aidan Quinn, Bruno Ganz. Liam Neeson si risveglio dopo un incidente a Berlino e nessuno, a cominciare dalla moglie, lo riconosce più. Non solo. Vive con un altro uomo. La polizia non gli crede. Si ritrova così solo, braccato anche da misteriosi killer, in quel di Berlino.
In seconda serata avete la commedia con Sabrina Ferilli e Sergio Castellitto “Ricchi di fantasia” diretta da Francesco Miccichè, Rai Movie alle 22, 45. Ci sono anche Valeria Fabrizi, Matilde Gioli, Antonio Catania.
Nella notte arrivano buone sorprese, come i già segnalati “Il cittadino si ribella” di Enzo G. Castellari con Franco Nero, Barbara Bach, Giancarlo Prete, Cine 34 alle 0, 15, W la foca” di Nando Cicero con Lory Del Santo, Rai Movie alle 0, 35.
Confesso di aver molto amato, quando lo vidi ormai più di vent’anni fa, “Tutto l’amore che c’è”, il film diretto da Sergio Rubini pieno di riferimenti alla sua adolescenza in un paesino pugliese, sceneggiato benissimo da Domenico Starnone e interpretato oltre che da Rubini, Margherita Buy e da Gerard Depardieu che fa un piccolo cammeo in amicizia, da un gruppo di attori allora sconosciuti come Teresa Saponangelo, qui formidabile, Vittoria Puccini, bellissima, Michele Venitucci, Italia 1 alle 2, 55.
Di fatto è un film sul crescere in provincia negli anni ’70, ai tempi delle commedie sexy, dove l’arrivo di tre ragazze dal nord, più libere e emancipate, sconvolge gli equilibri dei ragazzi locali. Credo che sia il miglior film di Rubini regista, il più sincero e il più forte. Girai anche uno special sul film per Rai Due con tutto il cast di ragazzi e ragazze allora giovanissime.
Su Iris alle 3, 15 trovate il biopic su Mandela “Mandela: La lunga strada verso la libertà” diretto da Justin Chadwick, scritto da William Nicholson e basato sulla autobiografia del celebre leader sudafricano, con Idris Elba, Naomie Harris, Riaad Moosa, Tony Kgoroge. Leggo che è un biopic documentatissimo a tutti i livelli sulla vita di Mandela. Certo, schiaffato alle 3, 15…
In un periodo come questo stride un po’ leggere un titolo (italiano, certo) come “La tardona”, che ribattezza il meno volgare “La vieille fille”, diretto da Jean-Pierre Blanc e interpretato da Annie Girardot e Philippe Noiret, ma anche Marthe Keller e Maria Schneider, ma girato prima di “Ultimo tango”, Rai Movie alle 3, 35.
So che gradirete il ritorno dei film della coppia Mauro Ivaldi-Carmen Villani, come questo “L’amica di mia madre” con Carmen Villani, Barbara Bouchet, Roberto Cenci, Raul Martinez, Rete 4 alle 3, 50. E’ una strampalata coproduzione italo-colombiana e vero esordio di Carmen Villani nella commedia sexy a fianco della più celebre Barbara Bouchet, diretta da suo marito Ivaldi subito dopo “Anima mia”.
Accanto a lei c’è già «il suo Alessandro Momo», cioè Roberto Cenci, con tanto di caschetto biondo, che sarà poi un elemento costante dei film della Villani, e che nella realtà si chiama Roberto Pace e diventerà un manager di Mediaset. Il film viene in un primo tempo bocciato dalla censura nel maggio del 1975 a causa di una serie di sequenze erotiche che Ivaldi descrive, su “Il Messaggero”, come «Le emozioni e le reazioni, sia di carattere psicologico che erotico, vissute dal protagonista, un ragazzo di sedici anni che viene continuamente provocato dalla vicinanza di due belle donne».
Ritenuto tremendo e volgarissimo e pieno di battute assurde un po’ da tutti, incassò però un miliardo e lanciò la Villani, come spiega per tutti il titolo de Il Messaggero: «Un minuto di nudità in un film che si chiama L’amica di mia madre è bastato a rivelare Carmen Villani come bomba del sesso».
Francesco Savio, allora critico cattivissimo lo bolla senza pietà su Il Mondo: «La trivialità è, per sua natura, innocente. Ma nessun racconto è soltanto scurrile. Questo, per esempio, è anche inquinato da un sottile veleno razzistico e non nasconde il proprio qualunquismo. Barbara Bouchet e Carmen Villani gareggiano nel farci rimpiangere Laura Antonelli, ma il loro è un Peccato Veniale, commesso senza Malizia».
Rai Tre/Fuori orario presenta alle 3, 50 uno strepitoso film del 1975 di Ritwik Ghatak, uno dei maestri del cinema indiano, “A River Called Titas”. Storia di pescatori e di passioni che scorrono vicino al fiume.
Su Italia 1 alle 4, 35 passa l’interessante “Texas” di Fausto Paravidino con lo stesso Fausto Paravidino, Iris Fusetti, Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Valerio Binasco, tutto ambientato in un paesino piemontese ribattezzato, appunto, Texas. Allora, quando lo vedemmo a Venezia, segnò, oltre alla nascita della coppia Scamarcio-Golino, la nascita di un nuovo autore. Non so bene perché Paravidino non riuscì a andare avanti rispetto a questo suo primo film.
Alle 5 su Rai Movie avete il superdrammatico “L’enfer” di Danis Tanovic con Emmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Guillaume Canet, Carole Bouquet, storia di tre sorelle che si ritrovano da adulte pronte a elaborare la tragedia che hanno vissuto da piccole. Chiudo con una rarità assoluta. E vorrei proprio sapere se qualcuno l’ha visto.
“Canto, ma sottovoce” diretto nel 1945 da Guido Brignone ma uscito due anni dopo, soggetto di Ivo Perilli, sceneggiatura firmata da Novarese, Fabbri, Zavattini con Francesco Albanese, Mariella Lotti, Guglielmo Barnabò, Ave Ninchi, Paolo Stoppa, Rete 4 alle 5, 20. Storia di un autista che porta le ricche famiglie romana fuori dalla città a causa dei bombardamenti e di una giovane che cerca il suo bambino nel casino generale. Assolutamente da vedere.
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