IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA CHE VEDIAMO? CARINO IL WESTERN AUSTRALIANO “CARABINA QUIGLEY" SU RAI MOVIE. IRIS PRESENTA UN FILM SU UN PICCOLO CAMPIONE DI SCACCHI DEL BANGLADESH CHE TROVA FORTUNA IN FRANCIA, “QUALCOSA DI MERAVIGLIOSO”. SU LA7 CI SAREBBE “QUEL CHE RESTA DEL GIORNO”, SOFISTICATA VERSIONE DI JAMES IVORY DEL ROMANZO DI KAZUO ISHIGURO – IN SECONDA SERATA SU CINE 33 LA COMMEDIA ARBASINEGGIANTE “PARIGI, O CARA”, STORIA DI DELIA, UNA PROSTITUTA ROMANA CON OVVIETÀ DA PICCOLO BORGHESE CHE VA IN VACANZA DAL FRATELLO GAY A PARIGI E… VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
E stasera che vediamo? Ieri sera vi siete visti pure “Mary Poppins” con Julie Andrews. Un po’ boccaloni. Ci sono cascato anch’io. Ma la copia doppiata con le canzoni doppiate, anche se erano doppiaggi d’epoca, era un disastro. E il film non mi è sembrato un capolavoro. Certo. Non ci può essere un’altra Mary Poppins senza Julie Andrews e nessun altro spazzacamini come Dick Van Dyke. Un attore che il pubblico italiano ha visto praticamente solo lì. Su Cine 34 alle 21, 05 avete il recente “Chi ha incastrato Babbo Natale?” di Alessandro Siani con Siani, Christian De Sica, Diletta Leotta, Martin Francisco Montero Baez.
Carino il western australiano “Carabina Quigley" diretto da Simon Wincer con Tom Selleck, Laura San Giacomo, Alan Rickman, Chris Haywood, Ron Haddrick, Tony Bonner, Ben Mendelsohn, Rai Movie alle 21, 10. Selleck interpreta Carabina Quigley, infallibile con la carabina (ovvio…) che viene chiamato da un latifondista australiano per sterminare gli aborigeni della sua terra. Ma Carabina Quigley non lo farà. Il film era stato scritto e pensato nel 197 per Steve McQueen, da girare subito dopo “Il cacciatore di taglie”, ma si ammalò. Allora offrirono il ruolo del tiratore infallibile a Harrison Ford, ma somigliava troppo a Indiana Jones. Così si arrivò, dieci anni dopo, a Tom Selleck. Canale 20 alle 21, 10 passa il disastroso “Catwoman” diretto dal francese Pitof, alias Jean-Christophe Comar, con la bellissima Halle Berry come Catwoman, Benjamin Bratt, Sharon Stone, Lambert Wilson, Frances Conroy.
Da questo insuccesso si arrivò all’idea che le super eroine donne non funzionassero e neanche quelle afro-americane. Poi scoprirono che non era così vero. Ma intanto la Catwoman di Halle Berry era bruciata. Halle Berry, già vincitrice di un Oscar, per questo film venne premiato col Razzie, l’Oscar del film sbagliato. Un esercito di sceneggiatori riscrisse il film e molte scene vennero rigirate a pochi giorni dall’uscita. Un disastro. Iris alle 21, 15 presenta un film su un piccolo campione di scacchi del Bangladesh che trova fortuna in Francia, “Qualcosa di meraviglioso” diretto da Pierre-François Martin-Laval con Assad Ahmed, Gérard Depardieu, Isabelle Nanty, Mizanur Rahaman. Su La7 alle 21, 15 ci sarebbe “Quel che resta del giorno”, sofisticata versione di James Ivory del romanzo di Kazuo Ishiguro, con Anthony Hopkins, Emma Thompson, James Fox, Christopher Reeve, Hugh Grant.
Nominato per otto Oscar non ne vinse nessuno, ma Anthony Hopkins vinse un Bafta. Per capire come si muove e si comporta un vero cameriere di alta classe, Hopkins prese lezione da Cyril Dickman, che aveva servito 50 anni a Buckingham Palace. Tra i possibili candidati al ruolo, quando a dirigerlo doveva esserci Mike Nichols, c’era pure John Cleese, che declinò l’offerta quando scoprì che Harold Pinter aveva tolto, nella sceneggiatura, ogni possibile battuta o situazione da commedia. Quando entrò nel progetto Ivory fece riscrivere la sceneggiatura a Ruth Prawer Jhabvala. Rai5 alle 21, 15 passa la commedia “Non ti presento i miei” diretta da Clea DuVall con Kristen Stewart, Mackenzie Davis, Aubrey Plaza, Alison Brie, Dan Levy, Mary Steenburgen, Clea DuVall. Di fatto è un Ti presento i miei piuttosto tipico, solo che la coppia è formata da due lesbiche. E la cosa si complica.
Su Rai4 alle 21, 20 passa il thriller “Gunpowder Milkshake” di Navot Papushado con Karen Gillan, Lena Headey, Carla Gugino, Michelle Yeoh, Angela Bassett, Chloe Coleman. Difficile crescita di una bambina figlia di una killer spietata. Cosa fare quando si cresce e non vorresti seguire le orme di tua madre? Su Rai3 alle 21, 20 troviamo il buffo giallo d’autore ambientato nella Parigi anni’30 fra star del cinema, produttori porconi, giovani avventuriere, “Mon crime – La colpevole sono io” di François Ozon con Isabelle Huppert, Jean-Christophe Bouvet, Dany Boon, Fabrice Luchini, Félix Lefebvre. Su Canale 27 alle 21, 20 passa invece la commedia “2 gran figli di…” di Lawrence Sher con Owen Wilson, Ed Helms, Glenn Close, J.K. Simmons, Katt Williams, Terry Bradshaw. Sempre un piacere rivedere “Grease” di Randal Kleiser con John Travolta, Olivia Newton-John, Stockard Channing, Jeff Conaway, Barry Pearl, Italia 1 alle 21, 20.
Su Cielo alle 21, 25 troviamo “Way Down – Rapina alla Banca di Spagna” diretto dallo spagnolo Jaume Balaguero, ottimo film di grandi colpi alle banche con bel cast internazionale, Freddie Highmore, Liam Cunningham, Sam Riley, la deliziosa Astrid Berges-Frisbey. Non vi fidate delle critiche americane davvero freddine, il film funziona perfettamente come action e thriller, Balaguero è uno specialista di horror (“Rec”, “Fragiles”), ma è bravissimo anche nel thriller, come dimostra questa specie di “Sette uomini d’oro” riletta in salsa “Casa di carta” che si svolge tutto durante la finale della Coppa del Mondo del 2010 Spagna-Olanda in quel di Madrid. Chi vinse? Rete 4 alle 21, 25 propone il lacrimoso film con il cane d’oro, razza akita, giapponese, che seguita a aspettare il padrone alla stazione anche quando è morto, “Hachiko. Il tuo miglior amico”, diretto da Lasse Hallström con Richard Gere, Joan Allen, Sarah Roemer, Jason Alexander, Cary-Hiroyuki Tagawa.
Su Tv8 alle 21, 30 una bella versione francese e dal vero di “La bella e la bestia”, diretta da Christophe Gans con Vincent Cassel come la Bestia e Léa Seydoux, giovanissima, come la Bella, André Dussollier, Eduardo Noriega, Myriam Charleins. Non era affatto male. Passiamo alla seconda serata con “Il mio nome è nessuno”, diretto da Tonino Valeri, ma prodotto e supervisionato da Sergio Leone, con Terence Hill, Henry Fonda, Jean Martin, Piero Lulli, Mario Brega e Geoffrey Lewis. Leone girò qualche scena e molto si è discusso sul suo ruolo effettivo. Su Cine 33 alle 23, 20 una commedia arbasineggiante e molto sofisticata della coppia Franca Valeri e Vittorio Caprioli, “Parigi, o cara”, storia di Delia, una prostituta romana con ovvietà da piccolo borghese che va in vacanza dal fratello gay a Parigi. Dirige Vittorio Caprioli con Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Fiorenzo Fiorentini, Margherita Girelli e Nando Cicero, Rete 4 alle 2, 20.
La prima parte, quella romana, è meravigliosa e Franca Valeri rappresenta perfettamente il sogno piccolo borghese di una italietta che crede sempre di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che è. Musiche di Fiorenzo Carpi, fotografia a colori di Carlo De Palma, costumi di Coltellacci, che cinema che avevamo… Su Iris alle 23, 30 trovate lo straordinario “Point Break – Punto di rottura”, thriller con surfisti rapinatori, film manifesto del cinema di Kathryn Bigelow con Patrick Swayze, Keanu Reeves, John McGinley, Gary Busey, Lori Petty, James LeGros. Rai Movie all’1, 20 propone un altro film della Bigelow, “K-19: The Widowmaker”, con Harrison Ford, Liam Neeson, Peter Sarsgaard, Joss Ackland.
Rai Due all’1, 45 propone troppo tardi un buon film di Ferzan Ozpetek tutto girata in Turchia che sarebbe andato benissimo in prima serata, “Rosso Istanbul” con Halit Ergenç, Nejat Isler, Tuba Büyüküstün, Mehmet Günsür, Serra Yilmaz. “Chi guarda troppo al passato non vede il presente”. Proprio un presente pericoloso, fra bombe, attentati, repressione governativa, discriminazioni e un passato bello e glorioso, di una Istanbul idealizzata e del tutto diversa, ponte tra Oriente e Occidente, sono i veri protagonisti del film, un mélo un bel po’ autobiografico e un bel po’ sentimentale diretto da Ferzan Ozpetek che lo ha scritto assieme al suo produttore storico, Gianni Romoli, sceneggiatore e cinéphile di rara esperienza.
Anche se nel romanzo omonimo di Ozpetek, uscito qualche anno fa per Mondadori, non potevano esserci ovviamente allusioni al presente della Turchia di Erdogan, e anche se questo presente entra quasi all’improvviso nel meccanismo della storia, mischione di umori diversi, da L’avventura di Antonioni a Angelo bianco di Matarazzo, uno degli aspetti più interessanti del film è proprio il cercare di mettere in scena una sorta di subplot antonionesco, penso anche a Identificazione di una donna, dove la scomparsa di un personaggio riempie la ricerca di passato di un altro, e tutto questo avviene mentre quel mondo sta scomparendo proprio per l’arrivo di un presente brutale e inaspettato. Grazie a un cast composto interamente da attori turchi, anzi star turche di fiction e di cinema, come Halit Ergenç, che fa l’editor Orhan, che torna a Istanbul dopo vent’anni di assenza, o Tuba Buyukustun, la bella Neval, contesa da tutti i maschi etero (due o quasi due), Nejat Isler, il celebre regista e scrittore Deniz, che scompare misteriosamente sotto gli occhi di Orhan, Mehemet Gunsur, che interpreta il giovane Yusuf, bello e drogato, Ozpetek riesce a costruire il suo mélo in maniera credibile proprio come genere, come fiction che ci viene da un oriente occidentalizzato (o da un occidente orientalizzato) che non conosciamo, ma che è per noi attendibile. Proprio per questo i pochi, ma intensi, momenti di brutalità del presente, la fuga dei parenti della ragazza curda, le mamme del sabato che vogliono sapere dal governo che fine hanno fatto i loro figli, gli scoppi che sentiamo in lontananza, diventano particolarmente importanti.
Su Rete 4 alle 2, 25 un proto-cinepanettone, “Vacanze sulla neve” diretto da Filippo Walter Ratti con l’ormai dimenticato comico Enzo La Torre (faceva anche la pubblicità alla Cera Grey prima dei Brutos), Silvia Dionisio, Valeria Fabrizi, Franco Fabrizi, Gisella Sofio, Mimmo Poli, Gianni Rizzo e i Nomadi. Girato in un hotel di Sestola. Rai Due alle 3, 35 propone un altro film di Ferzan Ozpetek, stavolta un bel successo, “Allacciate le cinture”, supermelo matarazziano con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna. Il senso di questo film, che ci piaccia o meno, è proprio nel recupero del viaggio lacrimoso nel vecchio mélo dove qualsiasi cameriera si innamora, lotta per il proprio amore, e piange per un tradimento, un dolore, una malattia.
Se la statuaria ragazzona greca Yvonne Sanson, che Totò incontrava in “L’imperatore di Capri” (“Sonia quant’è bona!”), forniva a Matarazzo una specie di totem sacrificale dove appendere qualsiasi dolore provocato dal suo amore e dalla sua bellezza, Ozpetek si serve della bellezza apparentemente fragile di Kasia Smutniak e del suo bagaglio di dolore personale che tutti conosciamo, la tragica storia con Pietro Taricone eroe del “Grande Fratello”, per farne un’eroina della passione e del dolore. Kasia, bravissima, è qui la piccola cameriera di un baretto in quel di Lecce, che ha come migliori amici un ragazzo gay che parla romano, un Filippo Scicchitano davvero cresciuto, e una turbolenta Carolina Crescentina dai grandi occhi azzurri. Ha pure un bel fidanzato siciliano un po’ inutile, Francesco Scianna, una mamma che parla genovese, Carla Signoris, che vive con una strampalata zia che è in realtà la sua amante, Elena Sofia Ricci.
Anche se non si capisce minimamente cosa facciano tutti questi attori romani o non leccesi a Lecce, Kasia si innamora perdutamente del più stronzo, fascista, omofobo e razzista dei maschi del paese, il bell’Antonio interpretato dal già tronista e già curatore dei piedi di Lele Mora Fabrizio Arca, una specie di Antonio Cifariello muscoloso e tatuato. Ora, non solo Antonio-Arca è fidanzato della sua amica Carolina Crescentini, ma è proprio l’opposto di Elena-Kasia. Quanto lei è gentile, attenta alle diversità, pronta al dialogo, lui è una specie di bestia da scuderia Mediaset, ma anche un povero ma bello da anni ’50 italiani. E’ un maschio ruspante dal grande fisico e dallo sguardo un po’ fisso, neanche un buon attore.
Ci si può innamorare di un burino simile? Certo che sì. E Kasia è pazza di Arca dal primo momento che lo vede, quasi senza saperlo. E’ schiava di una passione che la porterà a tradire l’amica, a passare sopra all’omofobia e al razzismo del bel meccanico e a mettere su famiglia con lui. Sapendo che la tradirà, perché quello è il suo carattere, e sapendo che non potrà fidarsi di lui come capo famiglia, perché non è proprio affidabile. Kasia, si autoesclude dalla sua vita perché non sa come affrontare civilmente un rapporto matrimoniale. Al punto che Kasia prende sulle sue spalle tutto il peso dell’avere due figli, un lavoro che si è allargato, una madre con l’amica sempre più svalvolata, i mal di pancia dell’amico gay, l’amante parrucchiera del marito, una Luisa Ranieri favolosa come coatta napoletana (a Lecce…), che le rivela ulteriori tradimenti del suo uomo. Questo pesante fardello giornaliero, Kasia e i suoi sceneggiatori Romoli e Ozpetek lo fanno esplodere regalandole un bel cancro al seno.
Logico che Kasia non possa avere dal marito, ingrassato e incupito dal matrimonio, un vero aiuto nella lotta alla malattia. Se la dovrà sbrigare con l’aiuto della bella dottoressa Giulia Michelini, già studentessa al baretto nella prima parte del film, con l’amica di camera Paola Minaccioni, in un ruolo di fool terminale, molto brava, con l’aiuto ovvio del suo amico Scicchitano. Ma è dalla sua solitudine profonda provocata dalla mancanza dell’attenzione del marito che cercherà di fare esplodere il mélo matarazziano. Logico che quel prosciuttone di Arca, che la Minaccioni ha già etichettato come macho-gay (brava…), ha dalla sua la forza dell’amore e arriverà a dichiararla rozzamente alla pora Kasia malata e senza capelli sul letto d’ospedale, scopandosela de brutto per amore in una delle scene credo, più trash della stagione, ma anche romanticamente offensive e antifemminili, quindi stracultissma.
Come rivela la battuta conclusiva della Minaccioni che ha visto tutta la scena: “Ai maschi non fa schifo niente”. Assolutamente da rivedere. Rai Movie alle 3, 35 ci regala, un po’ tardi, “I fichissimi” di Carlo Vanzina con Diego Abatantuono, Jerry Calà, Simona Mariani, Mauro Di Francesco, Simone Bongiovanni. Iris alle 3, 55 un vecchio western che adoro scritto e diretto da Blake Edwards, “Uomini selvaggi” con William Holden, Ryan O'Neal, Karl Malden, Lynn Carlin. Holden gira nello stesso set, a Nogales in Arizona, dove girà nel 1940 il suo primo western, “Arizona”. Blake Edwards lo aveva girato come il suo film d’autore, quello più amato, tre ore. C’era tutto. La produzione lo tagliò di 40 minuti e lo rimontò. Ecco perché non funzionò. La7 alle 3, 55 presenta “Un giorno in pretura”, capolavoro comico di Steno con Peppino De Filippo come giudice, Alberto Sordi come Nando Moriconi, Sophia Loren, Silvana Pampanini, Walter Chiari. E pensare che c’era qualcuno che avrebbe voluto tagliare l’episodio di Sordi… Cine 34 alle 4, 45 propone la rara commedia al femminile “Donne in bianco”, diretta da Tonino Pulci con Susana Werner, Barbara Enrichi, Claire Keim, Francesca Antonelli.
Pulci, che non faceva un film da vent’anni dopo il casino che era successo con Anja Pieroni su “Ladies and Gentleman”, risolve ai Cecchi Gori un problema. Cosa fare con la fidanzata del campione Ronaldo, Susanna Werner detta Ronaldina. La ficca in un film con tre protagoniste, fa riscrivere il tutto da Lina Sotis, lo infarcisce di citazioni (addirittura Rossana Campo). Per Alberto Pezzotta è un film “da antologia del brutto: il finale con le metamorfosi horror in chiesa, le scene in cui le varie coppie trombano in mutande e reggiseno…”. Come se non bastasse Ronaldo, neanche un paio d’anni dopo, la mollò. Sì. Chiudo qui.
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