IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? MA VI PARE POSSIBILE CHE IL FILM BOMBA DELLA SERATA, QUELLO PIÙ TOSTO E POLITICO, CIOÈ “SUBURRA”, SIA FINITO SU RAI DUE ALLE 3,40 DI NOTTE? - IN PRIMA SERATA CI SAREBBE UN CAPOLAVORO COME "PAT GARRETT E BILLY THE KID", CON BOB DYLAN COME MUSICISTA DEL FILM, MA VI CONSIGLIO DI DARE UNO SGUARDO A “GUAI CON GLI ANGELI” TV2000 ALLE 20,55 - IN SECONDA SERATA IL SUPERWESTERN “TOMBSTONE” E "ASPETTANDO IL RE”, FILM SU COME FARE AFFARI CON I SAUDITI SENZA ESSERE MATTEO RENZI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
kris kristofferson james coburn pat garrett and billy the kid
Che vediamo stasera? Ma vi pare possibile che il film BOMBA! della serata, quello più tosto e politico, cioè "Suburra" di Stefano Sollima, due ore sulla Mafia Capitale con Favino onorevole con la celtica, Germano, Borghi, ambientato nel 2011 nella Roma di Alemanno, sia finito su Rai Due alle 3, 40 di notte? Qualcuno mi dica perché. Boh!? Ma andiamo per ordine.
bob dylan pat garrett e billy the kid 1
Su Iris alle 21 ci sarebbe un capolavoro di Sam Peckinpah, malgrado i tagli e il rimontaggio dei produttore, come “Pat Garrett e Billy The Kid” con James Coburn come Pat Garrett, e Kris Kristofferson come Billy The Kid, ma anche Jason Robards, Richard Jaeckel, Katy Jurado, Slim Pickens, Jack Elam come Alamosa Bill, Luke Askew, Harry Dean Stanton, che convinse Peckinpah a prendere Kris Kristofferson come protagonista. E Kristofferson convinse il regista a chiamare Bob Dylan come musicista del film, autore e cantante delle canzoni (“Knockin on Heaven’s Door”…), e attore nel ruolo del traditore, Alias.
Il film venne massacrato dal capo della MGM del tempo, James T. Aubrey, che aveva perso 120 milioni di dollari su un albergo a Las Vegas e doveva incassare subito riducendo i tempi e i costi di una serie di film. Così Peckinpah si ritrovò il film scempiato al montaggio e dalle 2 ore e 4 minuti originali di director’s cut si arrivò a una versione da 1 ora e 46’ minuti. Peckinpah, quando vide questa versione, cercò di pisciare contro lo schermo all’anteprima. Il film fu un fiasco, ma quando lo vedemmo lo amammo subito lo stesso. Da qualche parte trovate anche la copia integrale, che esiste perché al tempo venne rubata al montaggio.
Anche se ne versioni ne esistono addirittura tre, quella da 106’, una del 1988 da 122’ e una del 2005 da 115’. Coburn ricordava che Peckinpah, ormai alcolizzato, poteva avere al massimo quattro ore di lucidità sul set. Il resto lo giravano gli assistenti. Nessuno si accorse che una macchina da presa era fuori fuoco, così si dovette rigirare gran parte del film. Con Kristofferson non si presero, ma Peckinpah temeva la forza fisica del cantante. Mi può uccidere, diceva. “Hai ragione, Sam”, gli rispondeva Kristofferson. Anche tagliato, anche girato con una cinepresa sballata, rimane un grande film. Alternative?
Vi consiglio di dare uno sguardo su Tv2000 alle 20, 55 a “Guai con gli angeli”, sesta e ultima regia di Ida Lupino, 1966, con Rosalind Russell, Hayley Mills, June Harding, Barbara Hunter. Ida Lupino era una delle rarissime donne registe in assoluto degli anni ’50 e ’60 e anche una grande attrice. In mezzo a un cinema fatto da maschi per spettatori maschi, la presenza di Ida Lupino fu qualcosa di incredibile in un mondo come quello hollywoodiano. Qui siamo in un film, inoltre, interamente interpretato da attrici, una scuola per ragazze tenute da un gruppo di suore capitanate da Rosalind Russell come madre superiora.
Ma ci sono anche Gypsy Rose Lee, Binnie Barnes, Camilla Sparv. Rosalind Russell, che già non si trovava con la giovane coprotagonista, pagatissima, Hayley Mills, protestò con il produttore che Ida Lupino beveva troppo sul set e non era lucida. La sua carriera nel cinema da regista finì qui, ma lavorò ancora molto nelle serie tv. Assolutamente da non perdere. Cine 34 alle 21 torna ancora una volta a proporci “Abbronzatissimi” di Bruno Gaburro con Jerry Calà, Alba Parietti, Eva Grimaldi, Teo Teocoli, Mauro Di Francesco.
the tomorrow series il domani che verra
Su Canale 27 alle 21, 10 ci sarebbe il non impegnativo “Miss Detective” di Donald Petrie con Sandra Bullock, William Shatner, Ernie Hudson, Benjamin Bratt. Piuttosto curioso il fanta-politico “The Tomorrow Serie – Il domani che verrà” girato dallo sceneggiatore australiano Stuart Beattie con Caitlin Stasey, Rachel Hurd-Wood, Lincoln Lewis, Deniz Akdeniz, Phoebe Tonkin. Se avete voglia di un grande film politico non c’è scelta migliore però di “Io, Daniel Blake” di Ken Loach con Dave Johns, Hayley Squires, Brianna Shann, Dylan Mckiernan, Kema Sikazwe, Rai 5 alle 21, 15, Palma d’Oro a Cannes.
Ken Loach e il suo sceneggiatore Paul Laverty non ci parlano qui solo di crisi e di classe operaia da anni, ma costruiscono un preciso ritratto dell’Inghilterra in crisi profonda nella pre-Brexit, con i poveri che stanno diventando sempre più poveri e lottano ormai solo per mantenere la propria dignità alla faccia del governo Cameron o di chi lo seguirà. E’ un'opera importante e dura in un momento falsamente positivo per tutti. Il Daniel Blake del titolo, interpretato da un comico inglese proveniente dalla classa operaia, Dave Johns, ha 59 anni e è reduce da una brutta crisi cardiaca.
Non può più lavorare, da carpentiere che era, e si trova nell'assurda situazione di dover cercare lavoro e, contemporaneamente, aspettare l'indennità di malattia. E quindi, ammesso che lo trovi, non può accettarlo. Una contraddizione burocratica impossibile. Vive solo a Newcastle, la moglie è morta dopo una lunga malattia e non riesce a entrare in contatto, come tanti sessantenni di estrazione operaia, col mondo di Internet e con la burocrazia dello Stato. Non parliamo poi di assistenza sanitaria. Così la sua battaglia per ricevere l'indennità lo massacra giorno dopo giorno.
Riuscirà però lo stesso a dare una mano a una sciagurata famiglia messa pure peggio di lui che compone un quadretto poco idilliaca di famiglia allargata rovinata dalla crisi. Cioè la giovane Katie, Hayley Squires, incapace di trovarsi un lavoro e i suoi due figlioletti da poco arrivati da Londra. Daniel li aiuterà a sistemarsi e a non perdere il coraggio per affrontare la realtà. Se lo scontro è con l'orrore della burocrazia, l'indifferenza dello Stato e dei suoi esecutori, la rete di solidarietà e di amicizia che si stringe attorno a Daniel e tra lui e la famiglia di Katie è ciò che manda avanti la storia e offre l'unica nota positiva a un film piuttosto scuro e che mostra poche speranze.
Su Cielo alle 21, 15 avete l’interessante “Son of a Gun” diretto da un altro australiano, Julius Avery, con Ewan McGregor, Brenton Thwaites, Alicia Vikander, Jacek Koman, Matt Nable, storia di un ragazzo che per uscire di galera si lega al gangster più ricercato del paese. E dovrà ripagare il debito. E’ un bel thriller ambientato a New York “Greta” dell’inglese Neil Jordan con Chloë Grace Moretz, Isabelle Huppert, Maika Monroe, Stephen Rea, Colm Feore, Rai4 alle 21, 20, che permette a Isabelle Huppert di costruirsi un personaggio totalmente diverso dai soliti.
enrico piaggio un sogno italiano
“Greenland” di Ric Roman Waugh con Gerard Butler, Morena Baccarin, Roger Dale Floyd, Joshua Mikel, Gary Weeks, è un catastrophic-movie con tanto di imminente fine del mondo con Gerard Butler che si deve sbrigare se vuole salvare la famiglia e spostarla da New York a un bunker nella Groenlandia. Aspettando il “Ferrari” di Michael Mann da 180 milioni ci sarebbe il televisivo “Enrico Piaggio. Un sogno italiano” di Umberto Marino con Alessio Boni, Enrica Pintore, Violante Placido, Beatrice Grannò, Roberto Ciufoli, Rai Premium 21, 20. Sì. Non è la stessa cosa. Ma nemmeno la Vespa è la Ferrari… Rai Due alle 21, 20 si spara “The Equalizer 2” di Antoine Fuqua con Denzel Washington, Melissa Leo, Bill Pullman, Ashton Sanders, Pedro Pascal. Funziona, funziona…
Passiamo alla seconda serata. Rai 5 alle 22, 55 propone il documentario suik Door “When You're Strange” di Tom DiCillo con Johnny Depp, John Densmore, Robby Krieger, Ray Manzarek, Jim Morrison, Jim Ladd. Rai4 alle 23 presenta invece un tardo e non bellissimo (però…) film d’azione di Brian De Palma, “Domino” con Nikolaj Coster-Waldau, Carice van Houten, Guy Pearce, Søren Malling, Paprika Steen. Si vede. Su Iris alle 23, 25 sarebbe da rivedere “Tombstone”, superwestern diretto da George P. Cosmatos con Kurt Russell come Wyatt Earp, Val Kilmer come Doc Holliday, Powers Boothe, Joanna Pacula, Sam Elliott, Bill Paxton, Charlton Heston, Stephen Lang e Thomas Haden Church come I cattivissimi Clanton e perfino Harry Carey Jr.
kurt russell val kilmer tombstone
Il film venne iniziato da Kevin Jarre, anche sceneggiatore, e infatti dirige le scene con Charlton Heston, ma venne cacciato e al suo posto, su indicazione di Sylvester Stallone, arrivò, con solo due giorni per prepararsi, George Pan Cosmatos, che si portò dietro, come sceneggiatore fantasma, John Fasano. Ma il vero regista, secondo Val Kilmer, alla fine fu Kurt Russell, e solo a lui si deve il gran successo del film. Robert Mitchum doveva interpretare Old Clanton, ma cadde da cavallo e si fece male. E’ il narratore. Il ruolo andò a Stephen Lang, secondo il regista costantemente ubriaco sul set.
Su Italia 1 alle 23, 50 avete un allegro filmone pre-Covid da far vedere a Marcello Foa, “Contagion” di Steven Soderbergh con Matt Damon, Marion Cotillard, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Jude Law, Bryan Cranston. E’ invece un ottimo film su come fare affari con i Sauditi senza essere Matteo Renzi “Aspettando il re” di Tom Tykwer con Tom Hanks, Sarita Choudhury, Alexander Black, Tom Skerritt, Sidse Babett Knudsen, Rai Movie alle 0, 35. I maniaci del calcio possono divertirsi col vecchio “Mezzo destro, mezzo sinistro: 2 calciatori senza pallone” diretto dal lazialissimo Sergio Martino con Gigi Sammarchi, Andrea Roncato, Milena Vukotic, Leo Gullotta, Silvio Spaccesi, Cine 34 all’1, 20. Fa ancora ridere.
Non fu il successo sperato, invece, “Mr Hula Hoop” di Joel Coen con Tim Robbins, Paul Newman, Jennifer Jason Leigh, Charles Durning, Iris all’1, 55, anche perché nessuno ricorda più l’hula hoop. Eppure ricordo perfettamente il giorno che assieme a mia sorella lo andammo a comprare. Anche i bambini più piccoli lo sapevano usare. Rete 4 alle 2, 35 rispolvera un vecchio film di Giuliano Montaldo, appena scomparso, tratto da un romanzo di Giorgio Bassani ambientato nella Ferrara del 1938, “Gli occhiali d’oro” con Philippe Noiret, Rupert Everett, Valeria Golino, Stefania Sandrelli. Chi se lo ricorda più…
Molto carino l’eurospy di Alberto De Martino “Upperseven l’uomo da uccidere” con Paul Hubschmid, Karin Dor, Vivi Bach, Cine 34 alle 2, 45. Upperseven è un agente che si cambia di continuo il volto e prende le sembianze di altri, come il Fantomas di Jean Marais. Ma De Martino sembra interessato più alla messa in scena dell’avventuroso che non alla costruzione del plot. Deve affrontare il terribile Kobras, cioè Nando Gazzolo, che è a capo di una organizzazione criminale, legata ai perfidi cinesi, che ha un piano per dominare il mondo con un raggio che sterilizzerà l’intera popolazione. Aiuta Upperseven, la bella agente della Cia Karin Dor.
Grandi scene di botte, belle riprese, grandissima musica di Morricone, grandi trucchi sul volto del protagonista. Purtroppo Hubschmid non funziona molto come James Bond e ancora meno come uomo dalle tante facce. Enzo Castellari, allora aiuto di De Martino, ricorda che Paul Hubschmid era abbastanza simpatico, carino. “Lo avevo conosciuto molti anni prima con mio padre, Marino Girolami, quando girava Il ladro di Venezia con il nome di Paul Christian”. Castellari ricorda che uno dei suoi doveri di aiuto con De Martino era quello di radunare tutta la troupe e dire: Silenzio! Che ora il dottore spiega”. Il dottore era il laureato De Martino. Rosalba Neri è una cattiva che viene brutalmente eliminata dall’eroe dopo averla portata a letto.
Rai 2 alle 3, 40 spreca un filmone come “Suburra” di Stefano Sollima con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano, che avrebbe fatto i numeri in prima serata. E davvero non si capisce bene perché. Che sia un problema politico del film troppo attento ai legami della politica con la Roma della malavita? Il film è anche un viaggio nel novembre del 2011, nei sette giorni prima dell’Apocalisse che cancellò il Governo Berlusconi e che portò Papa Ratzinger a dimettersi.
In mezzo, una storia di malavita, morti ammazzati, guerre tra bande, onore e orgoglio e, soprattutto, di intrecci con la politica di destra che ha governato il paese e, soprattutto, la Roma di Alemanno. Diciamo a metà tra i film di duri alla Ferdinando Di Leo e le nuove serie americane e italiane che vediamo su Sky, con un quanto basta di riferimenti alle grandi bellezze e alla nuova graphic novel alla Zerocalcare. Ma senza ironia, senza elementi da talk show politico (a un tratto si sente Bruno Vespa, però) o da puntata speciale di “Report”, perché Sollima fa veramente sul serio. Che dire? E’ una bomba.
Lo era quando uscì e lo è adesso. Solo vedere Pier Francesco Favino nei panni dell’onorevole Malgradi che pippa e tromba con la celtica al collo due mignotte all’Hotel De Reussy e poi va nudo a pisciare dalla terrazza dell’albergo mentre la pioggia si scatena su Piazza del Popolo e sul suo obelisco è qualcosa che non si era mai visto nel nostro cinema. E non si è mai visto neanche la tossica Viola di Greta Scarano, qua fantastica, che vuole vendicare il suo uomo ferito, Numero 8, cioè Alessandro Borghi, il re di Ostia, e gli urla “Vai a sventrà quegli zingari di merda”.
E quando mai, in un film, si erano viste le famiglie di zingari cravattari che vivono come questo Manfredi Anacleti, interpretato dal notevolissimo Adamo Dionisi (gli detti l’ambito “Premio Mario Brega” come coatto cinematografico dell’anno), che comanda la sua tribù in una casa rifugio piena di donne e bambini. O un pr di feste romane come il Sebastiano di Elio Germano, che solo quando suo padre, Antonello Fassari, si butta nel Tevere, scopre di essere in mano ai cravattari e che la sua vita è appesa a un filo. Certo, il Samurai di Claudio Amendola, perfetto come sempre, è un po’ troppo simile al vero Carminati, er Cecato, il re di Roma, ma ha delle battute fantastiche.
Come quando incontra Bacarozzo, il vecchio camerata dei Nar uscito di galera che vuole una fetta di torta del suo impero e gli ricorda di quando aveva un’idea nel core. “Io, ormai, l’idea me la porto qua e basta”. O quando deve rispondere di un simpatico omicidio. “Sei stato tu?” – “E’ stata Roma” . Nessuno ha toccato così da vicino la Roma fascista di questi anni. E poi. Pensiamo solo a quello che è capitato dopo non a Roma, ma al paese… “Eh, cazzo”.
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