DJ RINGO: “FEDEZ? NON È PIÙ MUSICA. NESSUNO LO INVITA COME RAPPER. UN FENOMENO MEDIATICO CHE USA TEMI IMPORTANTI PER PIÙ LIKE E PIÙ NIKE. DIETRO DI LUI C'E' LA MOGLIE” - “LE OFFESE A TIZIANO FERRO ERANO PESANTI. PERCHÉ CHIEDE SCUSA ANNI DOPO AVER SCRITTO QUEI TESTI? PERCHÉ È ESPLOSO 'STO CASINO? LE SCUSE DOVEVA FARLE TEMPO FA” - DAGO: “IL PORTABORSETTA DI CHIARA FERRAGNI È DIVENTATO UNO DI QUESTI SIRENETTI DEL "VUOTO SINCRONIZZATO", UN PAPPAGALLO DELLA BANALITÀ, TROMBONEGGIANTE OPINIONI GENEROSAMENTE GENERICHE, INGENUAMENTE IDEOLOGICHE, OVVIAMENTE SENTENZIOSE''
1. DJ RINGO: “FEDEZ USA TEMI IMPORTANTI PER PIÙ LIKE E PIÙ NIKE. DIETRO DI LUI CREDO CI SIA LA MOGLIE”
Redazione Blitz
Dj Ringo, noto conduttore radiofonico, attuale direttore creativo di Virgin Radio, ha commentato su MOW Magazine le polemiche circa il concerto del Primo Maggio e l’intervento sul palco di Fedez: “Non è più musica. Lui si presenta come fenomeno mediatico”.
Ringo e le scuse di Fedez per i testi vecchi
Perché, secondo il disc-jockey, “ha numeri altissimi nei social, la cosa incredibile è che nessuno lo invita come rapper”. Ringo ha infatti sottolineato l’ammenda pubblica di Fedez sui testi contenuti nelle proprie hit musicali: “perché ha chiesto scusa anni dopo aver scritto quei testi? Solo perché è venuto fuori questo casino? Le scuse doveva farle tempo fa, le offese a Tiziano Ferro erano pesanti”.
Ringo: “Dietro Fedez penso ci sia la moglie”
Dj Ringo ha però evidenziato che “quando mesi fa raccolse i soldi e aprì con la moglie il reparto anticovid sono stato il primo a fargli i complimenti, merita davvero rispetto. Io non voglio attaccarlo, sto solo analizzando. Lui fa delle cose giustissime e ha il potere per farlo”.
Concludendo con un’analisi strategica circa la facile polemica mediatica: “Io penso che dietro ci sia la moglie, non si offenda, non sto dicendo nulla di male. Lei gli avrà chiesto di cambiare registro, sono sposati, hanno una famiglia. Il Ringo buono, la mia parte angelica, pensa che sia cresciuto e abbia ascoltato i consigli della moglie.
Il Ringo perfido dall’anima diabolica pensa che sta sfruttando questi momenti per avere clic. La risposta la sa solo Fedez ma è chiaro che da fuori può sembrare che lui – come altri personaggi – a volte usi queste faccende importanti per cavalcare l’onda. E avere più like e più Nike. Ma questo vale anche per me, è un sistema in cui siamo tutti coinvolti”.
Dj Ringo, Fedez e la politica
Infine circa il sostegno e l’abbraccio da parte della politica: “Per me lui si sta preparando la carriera per entrare in politica. Diventerà un politico, dopo Zingaretti-Letta il prossimo leader sarà Fedez”. E, circa l’eventualità di un futuro voto, Dj Ringo aggiunge: “No, io ho altre idee. Una cosa che non capisco è che in Italia quando dici di non essere di sinistra automaticamente sei un nazista. È terribile”.
FEDEZ, SPERANZA E LIKE
Dagoreport by Dago
Tutti uguali questi ragazzi-prodigio. Partono a razzo, vanno fuori di testa poi finiscono fuori orario, fuori binario, come quella cima di rap di Fedez, nato Federico Lucia, di professione idolo dei teenager, ma ormai così inquieto e pretenzioso che è finito sul materasso del conformismo web, del velleitarismo politicante, dell'estremismo retorico oggi tanto di moda.
Sembrava che studiasse per diventare un Battisti da discoteca, è diventato uno di questi sirenetti del "vuoto sincronizzato", tromboneggiante le consuete opinioni generosamente generiche, ingenuamente ideologiche, ovviamente sentenziose che ci aspettiamo, che temiamo.
Con quell'aria pentita, il tatuaggio da incazzato, l'occhio infelice, la maglietta stagionata e la braga espansa, che è la divisa di ordinanza dei rivoluzionari del rap, il portaborsetta di Chiara Ferragni si è messo a fare grandi discorsi, travolto da un'inarrestabile voglia di dire la sua, di dividere il mondo in buoni e cattivi, di improvvisarsi intermediario tra i giovani disorientati e una politica che ha perso la bussola.
Secondo Francesco Merlo "il pensiero spelacchiato è un vecchio genere di successo in evoluzione (o involuzione). Ma Celentano è un grande cantante, Fedez per ora è un grande marito". Ma forse la formula più esatta per definire l’insostenibile birignao di Fedez è la parabola di Jovanotti.
Ricordate? Dopo aver seppellito proditoriamente il funambolico digei degli anni Ottanta, il jovanottismo spensierato di "E' qui la festa?", "Un, due, tre, casino!", "Gimme five", sbandierando che "Il disimpegno è acqua passata" l'ex "profeta del cretinismo integrale" (definizione di Michele Serra) conquista le colonne dei settimanali d'opinione, discettando di Dio, Marx e Berlusconi.
chiara ferragni allatta vittoria 1
Senza troppo sottilizzare, frusta i governanti, canzona i politicanti, denuncia la mafia, spiegando a tutti come dovrebbero andare le cose nel nostro benedettissimo Paese. In "Penso positivo", brano-manifesto della sua opera-compact, l'ex "giovane scemo" concretizza così la sua ansia da singhiozzo: "Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano, passando da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano". Bastava aggiungere una tappa al Mulino Bianco, ed era tombola.
Poveri ragazzi. Dai e dai, a forza di tracimare in campi a loro sconosciuti (la palude italiana, la politica internazionale, l'ecologia, l'ecumenismo espanso; ultima uscita: l’omofobia e l’identità di genere), si è trasformato in una macchietta. Essì: Fedez, che pur stonando anche quando dorme, soffre della stessa candida sindrome del Savonarola che ha colpito negli anni passati i vari Dalla, Battiato, De Gregori, Venditti, Piero Pelù. Non pare che abbiano lasciato luminose tracce nella nostra legislazione.
copertina vanity fair chiara ferragni e fedez
Ecco: il grande "errore" di Fedez, bardato da "opinionista" militante, è proprio un equivoco di forma: credere che sia sufficiente il buon impegno per opporsi ai problemacci della vita. La musica pop è una fabbrica per la normalizzazione dell'insolito; per il portarossetto della Ferragni è invece una gabbietta dorata in cui rinchiudersi a fare il pappagallo della banalità.
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