IL CINEMA DEI GIUSTI - QUESTO “DOCTOR STRANGE” CON LA MANTELLINA ROSSA CHE MENA I CATTIVI E GLI SPICCIA PURE CASA SPACCA PROPRIO! GRAZIE A 4 GRANDI ATTORI COME BENEDICT CUMBERBATCH, CHIWETEL EJIOFOR, TILDA SWINTON E MADS MIKKELSEN, UN FILM MARVEL CHE PIACE FINALMENTE A TUTTI
Marco Giusti per Dagospia
Vabbé, questo Doctor Strange con la mantellina rossa che mena i cattivi e gli spiccia pure casa spacca proprio! E, grazie a quattro grandi attori come Benedict Cumberbatch col pizzetto, a Chiwetel Ejiofor che ci crede un botto, a Tilda Swinton rapata a zero come David Carradine, a Mads Mikkelsen come cattivissimo, alla Marvel incassano un film che piace finalmente a tutti e che perfino i critici riescono a rispettare.
Va detto che Scott Derrickson, su questo Doctor Strange che ha diretto, e che ha scritto assieme ai suoi sceneggiatori Robert Cargill e Jon Spaiths ha fatto un mezzo miracolo, perché le premesse, cioè anni e anni di sceneggiature cestinate o da riscrivere, sembrava destinato al solito pasticcione produttivo dei grandi progetti che non trovano mai una fine. Ma molto si deve a un cast smagliante decisamente lontano dal mondo della Marvel e dei supereroi, soprattutto l’inglesissimo Benedict Cumberbacht che, al massimo, aveva dato la voce al dragone Smaug.
Lo pensavamo troppo fine, troppo inglese, troppo giovane, per poter riprendere un ruolo che era stato ispirato dai personaggi cinematografici di Vincent Price. Esistono progetti sul Doctor Strange dalla fine degli anni ’80, Uno di Bob Gale, un altro scritto dal mio amico Alex Cox assieme allo stesso Stan Leem uno di Wes Craven, una sceneggiatura di david S. Goyer, fino a quella di Thomas Dean Donnally e Joshua Oppenheimer, i simpaticoni che hanno scritto il terribile Dylan Dog americano, sceneggiatura che è stata usata come base da Scott Derrickson.
Ma è stata poi totalmente riscritta, almeno credo, visto che Derrickson è sia un fine regista di horror, ma soprattutto un finissimo sceneggiatore. Dal mischione di progetti è venuto fuori, comunque, qualcosa di abbastanza originale e, soprattutto, di vedibile, di intelligente e di ironico, malgrado un finalone con qualche trucco non bellissimo. Stephen Vince Strange, cioè Benedict Cumberbacht, è un geniale neurochirurgo che si trova in pesante crisi per dei seri problemi alle mani che troverà nella misteriosa Ancient One, Tilda Swinton, e nelle pratiche magiche la sua cura.
MADS MIKKELSEN IN DOCTOR STRANGE
Sarà l’Ancient One, assieme al Baron Mordo, Chiwetel Enjiofor, e a Wong, Benedict Wong, a istruirlo nelle pratiche magiche e a farne un superoe stregone misterioso e potente. E si troverà così a dover salvare il mondo dalle insidie degli uomini del male, capitanati da Kaecilius, Mads Mikkelsen. A Londra, New York e Hong Kong, esistono tre monasteri che proteggono l’umanità dalle insiedie delle forze oscure.
E i monaci sanno come proteggere questi monasteri e come passare da una parte all’altra del mondo. E’ in uno di questi monasteri-porta che Strange troverà la sua mantellina rossa con la quale definire il suo personaggio e la sua forza, perché la mantellina rossa ha quasi una sua personalità e lo salverà in più situazioni.
Certo, le leggi del mercato impongono una parte asiatica per il mercato asiatico (e forse sono finiti sul mercato asiatico i 15 minuti mancanti dell’edizione originale…), una parta europea e una parte americana. Ma il Doctor Strange di Benedict Cumbercht è ironico, divertente e intelligente quanto basta a farcelo amare, Mikkelsen giustamente perfido, Tilda Swinton ambigua, Ejiofor serio e motivato. Imperdibile per tutti i fan della Marvel. In sala da giovedì.