emma marrone

IL DOLORE DI EMMA - DOPO L'OPERAZIONE, L'INTERVISTA A SIMONE MARCHETTI E MALCOM PAGANI DI ''VANITY FAIR'' (VIDEO): ''PER LA PRIMA VOLTA HO VISTO MIA MADRE PICCOLA. NEANCHE A LEI HO MOSTRATO QUANTO DOLORE PROVAVO VERAMENTE. DOPO L'INTERVENTO…'' - ''NON VORREI SEMBRARE PRESUNTUOSA, PERÒ IO MI SONO AIUTATA DA SOLA. AMMALARSI E' SEMPRE INGIUSTO, MA NON HO MAI PENSATO 'PERCHE' CAPITA DI NUOVO A ME?'. MA MI SONO DETTA...''

 

 

Simone Marchetti e Malcom Pagani per www.vanityfair.it

 

«Ammalarsi è sempre ingiusto, ma non ho mai pensato “perché capita di nuovo a me?”. Mi sono detta: “È successo, mi curo, torno e così è stato”. Sono uscita allo scoperto sui social perché avevo preso un impegno lavorativo e promesso di esibirmi a Malta. Siccome ho rispetto dei soldi degli altri, perché mi ricordo cosa significhi metterli da parte per andare a un concerto e lì c’era gente che li aveva già spesi, ho parlato. Altrimenti sarei stata in silenzio».

 

EMMA MARRONE

Silenzio che Emma Marrone ha in effetti mantenuto, dopo il post su Instagram di un mese fa in cui annunciava di non poter partecipare al concerto di Radio Italia a Malta e di doversi «fermare per affrontare un problema di salute» (il terzo intervento chirurgico in dieci anni, ne aveva 25 quando nel 2009 le venne diagnosticato un tumore all’utero).

Silenzio che ora rompe solo con Vanity Fair che le dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 23 ottobre, due giorni prima dell’uscita del suo nuovo disco, Fortuna.

 

«Mi hanno sempre descritta come una che non ha paura di niente, ma non è vero», dice la cantante nell’intervista al direttore Simone Marchetti e al vicedirettore Malcom Pagani. «Ho avuto paura, molta. Però non è la paura a provocarmi l’infelicità. Non lo è mai stata. (…) So affrontare il malessere fisico e tutto ciò che è legato a una malattia, ma delle malattie o della morte, come tanti, ho paura anche io. E poi ho paura di fallire, di non riuscire a realizzare i miei sogni, di restare sola, di non essere amata, capita, apprezzata, ad esempio, per quest’ultimo disco. Vorrei che fosse quello della rinascita artistica e non l’album da incensare soltanto perché sono stata male».

 

A proposito del titolo, FortunaEmma spiega a Vanity Fair di avere un’idea controcorrente su destino e felicità, e anche sul luogo comune del combattente che si ribella alla malattia. «Non ho mai creduto al destino né alla sfiga. Il metro della tua vita sei tu: è il tuo modo di scuoterti, di ovviare ai problemi, di affrontarli per quello che comportano che dà la cifra di quel che sei davvero. C’è gente a cui è andata sempre bene e gente a cui è andata sempre male, ma non è questo a determinare la tua felicità. A fare davvero la differenza non è mai quel che possiedi e, anche tre le persone a cui è andata sempre bene, non è che ne veda tante poi veramente felici».

EMMA MARRONE SIMONE MARCHETTI

 

Adesso, dopo l’operazione, dice di sentirsi «serena, azzarderei addirittura felicina»; dopo la scoperta del ritorno del male invece «ho pianto per due giorni perché ho imparato che tirare fuori tutto subito è meglio di covare il dolore, ma ero nera. Sentivo che la vita mi stava togliendo una possibilità. Ai medici continuavo a dire: “Fatemi cantare al concerto”. “Vasco Rossi ha scritto un pezzo per me”, “Non posso andare a Malta e operarmi dopo?”».

 

I medici le hanno risposto che non era il caso di rischiare. «Ho dovuto accettarlo e ho capito una cosa fondamentale. Che accettare non significa farsi andare bene ogni cosa o aspettare passivamente quel che ti accadrà, ma costruire la propria serenità. Ho avuto un problema di salute, ma non l’ho combattuto né respinto. L’ho fatto mio, l’ho digerito, me lo sono fatto fatto scivolare addosso. Non sono arrabbiata e non sto combattendo. Per accettare una cosa del genere è necessaria molta più consapevolezza di quanto non ne serva per combattere. Accettare di stare di nuovo male mi ha aiutata ad arrivare all’intervento con serenità. Sono entrata in sala operatoria col sorriso e ne sono uscita nello stesso modo. L’operazione non mi ha incattivito: non sono arrabbiata con la vita, al limite alla vita sono grata».

il post di emma marrone dopo l operazione

 

La sua gratitudine, spiega a Vanity Fair, viene tra le altre cose da «un lavoro che mi dà la possibilità economica di poter scegliere la maniera migliore per curarmi e i medici giusti». Ma è una consapevolezza che le mette anche tristezza: «Invece di essere allegra, piango. Perché persone che si fanno il mazzo in fabbrica e lavorano il triplo di me meriterebbero di essere curate nello stesso modo e invece – non ci prendiamo in giro – la medicina non è uguale per tutti. Come vivono gli altri lo vedo tutti i giorni. Vado spesso al Bambin Gesù a trovare i bambini e mi sono passate accanto tante storiacce: genitori che non possono permettersi un b&b e per stare vicino ai figli dormono in macchina. Ecco cosa mi ha fatto davvero male nei giorni di cure, di tagli e di ospedali e di disordine emotivo: non tanto superare quello che mi è successo, ma pensare a chi è chiamato a sacrificare tutto senza avere niente. Non voglio sembrare paracula, ma è la verità».

 

emma marrone

Emma, che il 25 maggio festeggerà all’Arena di Verona i suoi 36 anni e i 10 di carriera, dice di essere stata molto colpita dalla reazione al suo annunzio. Per i pochi tuttologhi dei social («Mi hanno scritto di tutto: da “Ti sei ammalata perché mangi troppa carne” a “Ti sei ammalata perché hai molte vite irrisolte”), ci sono stati i tantissimi che le hanno mostrato «amore infinito» e rispetto: «Nessuno di quelli che mi vuole bene o delle persone che vengono ai miei concerti facendo molti sacrifici mi ha chiesto cosa avessi esattamente.

 

Ma semplicemente: “Come stai?”. È come se il mio pubblico fosse cresciuto con me, fosse diventato maturo al mio stesso ritmo e fosse finalmente diventato il mio specchio. Nessuna curiosità morbosa, nessuna domanda indiscreta: solo la gioia di vedermi di nuovo in piedi. D’altra parte ogni tanto incontro lo sguardo pietoso degli altri e mi incazzo: non ho bisogno di nessun pietismo. Ma di rispetto. L’altra sera ero in un ristorante e una ragazza mi ha regalato un sorriso bellissimo. Stava dicendo : “Che meraviglia vederti tornare a sorridere con i tuoi amici”. A volte nel silenzio c’è tutto».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

emma marrone io sono bella 4emma marrone io sono bella 2claudio santamaria emma marrone i migliori anniemma 14emma 7emma 9emma lato b

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…