SARTO…DA UN PARTITO A UN ALTRO – DOPO QUELLO DEGLI ARTISTI SCENDE IN CAMPO IL PARTITO DEGLI STILISTI E DELLE INFLUENCER FUORI MODA – CHIARA FERRAGNI, CHE IN PASSATO È STATA VICINA AI GIOVANI DEL PDL, TIRA FRECCIATE ALLA MELONI: “TANTI DIRITTI POSSONO ESSERE CANCELLATI IN QUALSIASI MOMENTO” - PIERPAOLO PICCIOLI DIRETTORE CREATIVO DELLA MAISON VALENTINO PUBBLICA UNA SUA FOTO CON LA SCRITTA "UN UOMO DI SINISTRA": “L’OMOFOBIA E’ REGRESSIONE” – E DONATELLA VERSACE…
Maria Corbi per “la Stampa”
CHIARA FERRAGNI CON I GIOVANI DEL PDL
Pochi mesi fa Daniel Rosberry, direttore creativo di Schiaparelli ha detto che, sì, la moda a volte può essere sciocca, «ma anche provocatoria, sovversiva, stimolante e rilevante». Ed eccoci qua, alla vigilia delle elezioni, a verificare quelle parole. Con grandi nomi della moda che lanciano appelli al voto, perché non si torni indietro sulla strada dei diritti. E anche se non nominano Meloni & co il riferimento è chiaro. Donatella Versace pubblica un post con l'immagine di un cuore e parole nette: «Andate a votare, queste elezioni sono importantissime per il nostro Paese! Il 25 settembre votate per proteggere i diritti acquisiti pensando al progresso e con un occhio al futuro. Mai guardarsi indietro. Votate!».
Oltre 90mila like e tra questi quello di altri stilisti: il direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, lo stilista di Roberto Cavalli, Fausto Puglisi.
CHIARA FERRAGNI CON I GIOVANI DEL PDL
Altra griffe, altro post: Pierpaolo Piccioli direttore creativo della maison Valentino fa un endorsement pubblicando una sua foto con la scritta "un uomo di sinistra". Cosa nota nel mondo Fashion, meno al di fuori dove si pensa che ci sia una vocazione esclusiva piuttosto che inclusiva.
Si rivolge soprattutto ai giovani: «Io voglio che i miei figli siano liberi, voglio che possano essere, sperare, sognare, senza mai nemmeno per un attimo accettare di avere paura, mai. La violenza è regressione, l'omofobia è regressione, la necessità di categorizzare l'anima è regressione.
L'odio è paura e la paura è mancanza d'amore e l'amore per se e per l'altro deve essere tutelato e garantito da diritti solidi, granitici. Mi auguro che tutti i ragazzi dai 18 anni in su si rechino a votare il prossimo 25 settembre, perché non dobbiamo arretrare di un millimetro sui diritti acquisiti ma soprattutto i tempi sono maturi per acquisirne di nuovi e fondamentali».
pierpaolo piccioli foto di bacco (3)
Altri Like di "peso" nel mondo della moda, primo fra tutto quello di Giancarlo Giammetti, amico, compagno, socio, di Valentino, anima dell'azienda prima della vendita. Ma anche Silvia Venturini Fendi.
Cognomi che pesano nel fashion system e che rendono questa mobilitazione collettiva anche se non tutti ci hanno messo la faccia.
Estetica ed etica, disimpegno e prese di posizione, superfluo e necessario, la moda si nutre di contraddizioni, ma questa volta gran parte di quel mondo ha a deciso di non lasciare spazi all'interpretazione. Non è certo un caso, né la prima volta che accade. Lo stile, i vestiti, i look hanno sempre intercettato la società e le istanze necessarie a farla progredire. Dopo la decisione della corte suprema americana sull'aborto sono stati tanti gli stilisti che hanno fatto sentire la loro voce, anche con slogan scritti sulle magliette.
Non ci dobbiamo stupire di questa "strana" coppia, moda e politica. A ogni cambiamento, a ogni frattura sociale si è accompagnato un cambio di stile e un'estetica di appartenenza. Il '68 docet.
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E andando indietro negli anni ci sono state collezioni che sottovoce, senza slogan, hanno comunque hanno avuto un forte connotazione politica. Per il femminismo è stato importante il messaggio dato da Armani con i suoi completi formali per le donne in carriera degli anni '80.
E anche Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, riempie di simboli e significati femministi e inclusivi le sue collezioni. Poi c'è Chiara Ferragni che ha nuovamente fatto sentire la sua voce attraverso una storia sul suo profilo Instagram, con oltre 27 milioni di follower. «Tanti diritti di cui oggi godiamo non sono un dono, ma una conquista. E per quanto ci sembrino ovvi e scontati, possono essere messi in discussione, minacciati, ridotti, cancellati in qualsiasi momento». E poi l'appello ad andare a votare anche se si è delusi senza un partito che ci rappresenti completamente: «È una nostra responsabilità, non votare significa solo delegare ad altri ciò che sta a noi decidere». Anche questa è la moda, bellezza. D'altronde Gaber cantava: «I collant sono quasi sempre di sinistra, il reggicalze è più che mai di destra».