NON DITE A BIRIGNAO BIGNARDI CHE QUANDO UN PROGRAMMA, COME “LE INVASIONI BARBARICHE”, SCENDE SOTTO IL 3%, CAIRO NON CI PENSA DUE VOLTE A CHIUDERLO: E’ GIÀ ACCADUTO CON “LINEA GIALLA” DI SOTTILE
Marco Castoro per la Notizia (www.lanotiziagiornale.it)
E dopo i talk crollano anche le interviste in tv. Daria Bignardi ha toccato il fondo. La sua seconda puntata è stata vista soltanto da 582.000 spettatori (2,55% di share). Nonostante la presenza di Renzi anche la prima andò male. Eppure negli ultimi anni il format delle Invasioni Barbariche funzionava a meraviglia. E invece ora siamo al flop. Pure i talk negli anni scorsi andavano bene e adesso sono crollati. La crisi economica ha cambiato il telespettatore.
Ma non ha modificato la tv che ha continuato ad andare avanti sempre con gli stessi format. Con il risultato che i programmi sono diventati tutti simili e la gente si è stancata di mangiare sempre la stessa minestra. Dopo talk e interviste, continuando così, toccherà pure ai talent. La Carrà già scricchiola. Forte Forte Forte sembra la brutta copia di X Factor e di The Voice. La sconfitta della Bignardi ora rischia di trasformarsi in beffa. Il patron Urbano Cairo si agita quando lo share è sotto il 3%.
C’è un precedente di chiusura anticipata. È quello di Linea Gialla con Salvo Sottile che fu spedito ai box dopo poche puntate. Il giornalista e conduttore è tornato alla cronaca nera, pubblicando con Mondadori il thriller Cruel. Protagonista del romanzo un inviato di un settimanale che si mette sulle tracce di un assassino. Sembra quasi una storia autobiografica dell’autore.
REALITY CON LA TESTA NEL PALLONE
In genere quando si pensa ai figli di calciatori viene in mente Paolo Maldini, il rampollo di Cesare. O tra quelli che ancora calcano i campi di calcio si pensa a Mattia Destro, figlio di Flavio. Oppure a Carlo Cudicini, erede di Fabio, il portierone del Milan di Rivera. Finché sono maschi c’è il campo di gioco, ma se si tratta di femminucce? Beh, a quel punto ci sono i reality. La presenza della biondissima Charlotte Caniggia all’Isola dei Famosi che comincia la prossima settimana ne è la testimonianza.
È la figlia di Claudio, calciatore argentino che Ferri e Zenga (e lo stesso ct Maldini) ricordano bene. Fu un suo gol a impedire all’Italia di andare in finale nei Mondiali del ’90. Lo ricordano con gioia anche i tifosi di Atalanta e Roma. Due stagioni fa ci fu un’altra figlia di calciatore a partecipare con successo a un reality, Ballando con le stelle. Lea T., modella figlia di Toninho Cerezo, nazionale brasiliano che giocò nella Roma e nella Sampdoria. Lea, oltre per la sua bravura, è nota alle cronache per la sua storia da transgender che ha deciso di cambiare sesso.
la caniggia ha gia i gommoni per sopravvivere all isola dei famosi
Ma torniamo alla bella e abbondante Charlotte Caniggia. In questa edizione dell’Isola, che salpa il 26 gennaio su Canale 5 e durerà 8 puntate, dovrà vedersela nientemeno che con Rocco Siffredi. Di figli d’arte nei reality ce ne sono stati diversi. Questo tipo di programmi è stato terreno fertile per i rampolli del mondo dello spettacolo. A cominciare dall’Isola che ha ospitato Laerte Pappalardo, (figlio di Adriano), Dj Francesco (figlio di Roby Facchinetti dei Pooh), ma anche il figlio adottivo di Renato Zero (Roberto Fiacchini) e di Dodi Battaglia, un altro Pooh (Daniele), di Brigitte Nielsen (Kilian). A Pechino Express hanno partecipato i due figli di Gigliola Cinquetti (Giovanni e Costantino Teodori).
IL WEB È UN’ARMA LETALE. BASTA SAPERLA USARE
Nel web gli hacker sono come il colesterolo. C’è quello buono e c’è quello cattivo. Ci sono i criminali informatici e i buontemponi. Entrambi possono essere devastanti. L’importante è che scelgano un unico obiettivo e vi convergano in massa. Questa volta non c’erano siti da saccheggiare o da manomettere, c’era un sondaggio da rendere ridicolo. Da annullare per non farlo sembrare credibile.
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Una specie di Scherzi a parte da fare in rete. Vittima del popolo web questa volta è stato Il Fatto quotidiano, le cui Quirinarie sono state dominate da un candidato specchietto per le allodole, quel Giancarlo Magalli, ottimo professionista Rai ma tutt’altro che politico di professione o dell’ultim’ora. Migliaia e migliaia di voti. Pagine Facebook nate per l’occasione. Eventi online organizzati con ben oltre 20 mila partecipanti. Lo stesso Magalli ha definito il fenomeno come un voto di dissenso.
Un tentativo divertente di togliere dalla corsa al Colle quelle facce che alla gente non piacciono. Anche per dare un segnale che ci vuole qualcuno fuori dalla casta dei soliti noti. Magalli si è detto lusingato che la sua faccia sia a disposizione di chi vuole usarla per esprimere la propria indignazione.
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Ai giornalisti del Fatto che gli hanno chiesto di ritirarsi dalla contesa ha risposto con un secco no, perché sarebbe stato come prendere in giro le migliaia di persone che hanno sostenuto questa pazza idea, pur sapendo tutte perfettamente che si tratta solo di un gesto simbolico. La vicenda fa riflettere. Il popolo del web è un’arma letale. Chi sa usarla bene può mettere a segno qualsiasi colpo.