DOPPIA PARTITA PER TELEFONICA – IN SPAGNA, LA SOCIETA' DI ALIERTA, CHIAMATA DA RAJOY, ARGINA L'ATTACCO DEL QATAR ALLA PAY TV - RESTA APERTO IL FRONTE BRASILIANO, DOVE TELEFONICA DEVE RISPONDERE ALLE MOSSE DELLA FRANCESE VIVENDI

1 - LA DOPPIA PARTITA DI TELEFONICA PER BLOCCARE AL JAZEERA IN SPAGNA E VIVENDI IN BRASILE

Giovanni Pons per “la Repubblica” 

Spagna e Brasile, due fronti caldi per la Telefonica di Cesar Alierta. Nella madre patria ha formalizzato ieri l’acquisto del 56% di Digital Plus da Prisa per 750 milioni, nell’intento di frenare l’avanzata di Mediaset in terra spagnola ma soprattutto del suo potenziale alleato, Al Jazeera. La mossa di Alierta, seppur dispendiosa, secondo alcune fonti ben informate è stata chiesta dal governo Rajoy proprio per evitare che la Spagna diventi terra di conquista per la tv di proprietà del Qatar così come è avvenuto in Francia. 

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Attraverso la Qatar Media Corporation, società controllata dal Ministero della Cultura, è nata Al Jazeera Sport che con il marchio BeIn Sport è entrata nel business della pay tv e dell’acquisto di diritti televisivi. Creando sconquassi in Francia dove Canal Plus vedrà i suoi costi di acquisto diritti aumentare esponenzialmente. 

alierta esce da palazzo chigi foto ansa alierta esce da palazzo chigi foto ansa

Ora Mediaset ha 15 giorni di tempo per pareggiare o superare l’offerta di Telefonica per Digital Plus e si misurerà quanto l’alleanza con Al Jazeera, intenzionata a entrare nella holding che raggruppa la pay tv del Biscione di Italia e Spagna, è forte. L’intreccio tlc-tv ha un’appendice non di poco conto in Brasile dove per la prima volta Gvt, l’operatore di rete fissa di proprietà di Vivendi (la holding che controlla anche Canal plus), si è espresso sul futuro di Tim Brasil. 

«Uno spezzatino di Tim potrebbe rappresentare un disservizio, un irreparabile e inaccettabile danno al mercato - ha indicato la società a Bloomberg news se necessario Gvt lavorerà con il governo e con l’Anatel per mettere in luce i rischi ed evitare la divisione». Tradotto significa che Gvt si fonderebbe volentieri con Tim Brasil per creare un operatore integrato fisso-mobile e con la possibilità di veicolare i contenuti di Vivendi in una futura tv via cavo. Un vero danno per Telefonica che ora deve sfoderare una contromossa per non giocare in difesa sia in Spagna che in Brasile.

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2 - TELECOM, GVT-VIVENDI SI OPPONE ALLE IPOTESI DI BREAK UP DI TIM BRASIL

Marigia Mangano per il “Sole 24 Ore”

Sulla carta Gvt è il candidato ideale per una fusione con Tim Brasil, la seconda compagnia di telefonia mobile brasiliana controllata da Telecom Italia. Nei fatti, l'operatore di banda larga carioca che fa capo a Vivendi, per ora si limita a fornire due indicazioni chiave. Primo, si opporrà a un eventuale spezzatino di Tim Brasil; secondo, non ci sono al momento trattative relative a una fusione con la società brasiliana controllata da Telecom Italia.

MARIANO RAJOY E ANGELA MERKELMARIANO RAJOY E ANGELA MERKEL

In particolare, l'operatore del gruppo Vivendi si è detto pronto a lavorare con il governo brasiliano per impedire che i concorrenti procedano con un ipotetico spezzatino di Tim Brasil. Un breakup di Tim, ha dichiarato a Bloomberg, «sarebbe un totale disservizio per la società e un danno irreparabile e inaccettabile al mercato brasiliano. 

IL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKELIL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKEL

Se necessario, Gvt lavorerà con il governo e il regolatore Anatel per evidenziare i rischi ed evitarne la scissione». Il riferimento è alle voci, circolate in più occasioni, su contatti in corso tra Telefonica e l'operatore brasiliano Oi per valutare uno spezzatino di Tim tra la stessa Oi, Vivo (che fa capo a Telefonica) e Claro, che fa capo all'America Movil di Carlos Slim. Un progetto che, stando a indiscrezioni, i due operatori starebbero esplorando ormai da inizio anno. La posizione netta presa da Gvt sul tema «spezzatino» non significa però che ci siano allo stato attuale progetti alternativi sul futuro di Tim Brasil: l'operatore ha affermato di non aver partecipato a trattative su Tim, relative a una fusione o a qualsiasi tipo di ristrutturazione societaria. 

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Nelle scorse settimane si erano infatti rincorse le voci di un nuovo avvicinamento tra i due operatori. Tanto più che – è opinione delle case d'affari – Gvt rappresenta un asset complementare a Tim Brasil e una combinazione dei due operatori avrebbe senso. Lo scenario, peraltro, sembra incontrare il consenso della Borsa: le azioni Telecom Italia ieri sono salite dell'1,65%.

Sullo sfondo, infine, proprio ieri il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi è tornato sul tema della governance del gruppo tlc. Intervenendo a Londra alla conferenza "The Growth of Activist Investing in Europe" a cui hanno preso parte i principali operatori del settore tra cui Eric Knight del fondo Knight Vinke, ma dove spiccava l'assenza della Findim di Marco Fossati, Recchi ha sottolineato che gli investitori attivisti non spaventano Telecom che dichiara di voler adottare una governance sempre più vicina a quella di una public company, e anzi, per il presidente, gli stessi fondi «possono rappresentare una grande opportunità». 

Gli azionisti attivisti «possono essere di stimolo per le grandi società quotate ad esaminare con attenzione diverse soluzioni per creare valore per tutti i soci», ha detto Recchi, «nessuna azienda può permettersi di ignorare buone idee». Per il presidente di Telecom «il management deve mettere da parte i preconcetti e impegnarsi a coinvolgere tutti gli azionisti a favore di un dialogo aperto, trasparente e costruttivo. Per contro, gli attivisti devono costruirsi una reputazione basata su competenza, credibilità e affidabilità». 

Secondo il presidente di Telecom italia, inoltre, questa categoria di fondi sta «raccogliendo molto consenso presso gli investitori internazionali o i fondi sovrani perché possono creare valore nelle grandi società quotate senza doverle scalare o gestire direttamente come nel caso dei fondi di Private Equity». «C'è moltissima efficienza da creare nella gestione di società complesse e investitori esperti e competenti possono essere di forte stimolo», ha concluso.

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