DRAMMA REAL - LA DEPRESSIONE DI CRISTIANO RONALDO (E CHE GLI HA FATTO FARE CILECCA CON LA MINETTI) È LA STESSA CHE AFFLIGGE IL REAL MADRID - LA SQUADRA DI MOURINHO, ANCHE PER IL CONTINUO CONFRONTO CON LO STELLARE BARCELLONA, NON FA CHE PERDERE PEZZI - E IL PROSSIMO È PROPRIO RONALDO: IL GOLEADOR NON HA RINNOVATO IL CONTRATTO CHE SCADE NEL 2015 - AL REAL NON RESTA CHE VENDERLO PER NON PERDERE UNA FORTUNA…

Enrico Sisti per "La Repubblica"

I maligni sosterranno che l'ultima spallata gliel'ha assestata la presunta amicizia con Nicole Minetti. Ma non date retta. Da tempo Ronaldo è stanco. Stanco del suo stesso sogno. Era sbarcato a Madrid pieno di buoni propositi, forte di un Pallone d'Oro appena conquistato ma anche di una finale di Champions appena persa (dove però fu l'unico fra i ragazzi di Ferguson a darsi da fare). Disse: «Il Real Madrid è la squadra delle mie fantasie infantili». Pare onestamente passato un secolo. Invece sono appena quattro anni. Ha cercato, come tutti, ognuno con i suoi mezzi e le sue legittime illusioni, la felicità. Non solo.

Ha persino immaginato di regalarne un po' ai suoi nuovi tifosi. Ci ha provato, non che non ci abbia provato. In 170 partite con la maglia bianca "dei suoi sogni" Ronaldo ha realizzato 170 reti. Una media d'altri tempi che neppure Di Stefano e Puskas possono vantare. Eppure sono arrivate quasi esclusivamente amarezze, rese insopportabili dalla parallela affermazione, condita da una bellezza riconoscibile a livello planetario, del Barcellona e del suo più inafferrabile e divino rappresentante, Leo Messi.

Affondato in una crisi molto più emotiva che tecnica, Ronaldo ha rifiutato di estendere il contratto che scadrà nel 2015. Ha rinunciato a un raddoppio di stipendio. Quindi si presume che al Real non rimanga che venderlo prima del 2015 per evitare che il giocatore gli sfugga a parametro zero. Ci sarebbe una clausola rescissoria fantasmagorica: 1 miliardo di euro. Ma pur di non perdere tutto, e con l'obiettivo di liberarsi di un ingaggio di 13 milioni, i dirigenti merengue si rassegneranno a perdere qualcosa (è un potenziale affare da 300 mln).

Non è un mistero che il portoghese voglia tornare a Manchester e peraltro sempre dalla stessa sponda, anche se molti raccontano di un suo possibile approdo al City. Tornare sarebbe quasi un atto di umiltà: «Ho sbagliato». Oppure: «Mi sono divertito però non era come pensavo». Ma lo accompagnano cifre iperboliche. Neppure l'Anzhi, che in estate avrebbe sborsato 400 mln per Messi, pagando il giocatore 30 mln a stagione, potrebbe permetterselo.

Evra è stato chiaro: «Torna e rivincerai il Pallone d'Oro». Segnare di più sarà impossibile ma giocare meglio sì. Apparve subito evidente che il Ronaldo spagnolo aveva meno disponibilità al sacrificio del Ronaldo inglese. Il punto è che se anche avesse continuato a prodigarsi come gli chiedeva/imponeva Ferguson, la storia del Real Madrid, con o senza Florentino Perez, con o senza Mourinho, non sarebbe granché cambiata. Avrebbe vinto ugualmente una Liga, una sola, e sarebbe comunque uscito dalla Champions inseguendo il fantasma del decimo trionfo. Ronaldo è il simbolo della frustrazione che ha minato le antiche certezze del Bernabeu.

Il Real è condannato a soffrire di una strana sindrome: dovendosi specchiare per forza di cose nelle acque più limpide del Barcellona, ha scoperto che il suo modello non funziona abbastanza e che quello del Barça non si può esportare. Mourinho ha messo pure in castigo Casillas. Più umiliato che arrabbiato, Iker ha postato in rete il disegno di una goccia che fa traboccare il vaso. Ma adesso anche Mourinho sembrerebbe in partenza. La spietatezza del pallone metterà fra due mesi Real e Manchester uno di fronte all'altro negli ottavi di Champions. Inevitabile che come erede di Ferguson, forse già nel 2014, si parli dei due nemici: di Guardiola e di Mourinho. Con Ronaldo?

 

CRISTIANO RONALDOCristiano Ronaldo e Irina Shaykmourinho mad b CRISTIANO RONALDO PEP GUARDIOLA jpegJose Mourinho

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