the last of us

INUTILE FARE GLI SNOB: I VIDEOGIOCHI SONO PRODOTTI D'AUTORE E NON SEMPLICI "GIOCHI" - IN PASSATO I FILM O LE SERIE TV TRATTE DAI VIDEOGAMES SONO SEMPRE STATI DEI FLOP COMMERCIALI E DI CRITICA MA DAL "SUPER MARIO BROS" DEL 1993, ALLA SERIE "THE LAST OF US", IL GENERE HA FATTO PASSI DA GIGANTE - L'ERRORE ERA CERCARE DI TRASPORTARE L'ESPERIENZA DI GAMING AL CINEMA MENTRE ORA SI PUNTA MOLTISSIMO SULLA STORIA, AMBIENTAZIONE E DIALOGHI...

Estratto dell'articolo di Valentina Ariete per “la Stampa”

 

super mario bros film 1

Finalmente qualcuno ce l'ha fatta: adattare in modo degno un videogioco. Di più: senza esagerazioni, la serie The Last of Us è la migliore trasposizione per lo schermo mai fatta di un videogame. I tempi erano ormai maturi: sono passati trent'anni esatti dal primo (kitschissimo) film tratto da un gioco, Super Mario Bros., con Bob Hoskins nel ruolo dell'idraulico creato da Nintendo.

Fin da allora si è fatto spesso un errore cruciale: cercare di trasportare l'esperienza di gaming al cinema, non riuscendo a trovare il giusto compromesso tra i diversi linguaggi.

the last of us

 

Paradossalmente, uno dei primi passi in questo senso l'ha fatto proprio The Last of Us il videogioco: quando uscì nel 2013, […] ha sconvolto il mondo videoludico, fondendo l'esperienza di gioco con quella cinematografica, avvalendosi di lunghi pezzi di storia girati come un film […]

 

Con questo importante bagaglio sulle spalle era quindi inevitabile che anche l'adattamento televisivo dovesse fare uno sforzo in più[…] hanno fatto la scelta migliore: rimanere fedeli al Dna della storia originale, prendendo però strade diverse laddove l'adattamento ne avrebbe giovato. […]

 

the last of us remake 8

Nel gioco la storia di Joel ed Ellie, tra i pochi sopravvissuti a una pandemia, non tiene conto del cambiamento climatico, sempre più evidente nei dieci anni passati dall'uscita. Ecco allora che per la tv è stato inserito un prologo, ambientato negli Anni 60, in cui si parla di questo: l'innalzamento della temperatura potrebbe portare allo sviluppo di una specie di funghi resistenti ai farmaci.

 

pedro pascal bella ramsey the last of us

[…]È solo una delle tante variazioni che ci fanno sentire questa storia ancora più vicina […] L'altra mossa fondamentale messa in atto da Druckmann e Mazin è stata trattare la serie come un prodotto d'autore e non semplice intrattenimento: «I videogame sono arte. Non si può adattare un videogioco pensando soltanto ai numeri. Devi farlo trattandolo come qualsiasi altra forma d'arte. Pensare prima di tutto ai personaggi, renderli veri» dice lo sceneggiatore Mazin, […]: lo dimostra anche la selezione dei registi dei singoli episodi, nove in tutto.

 

the last of us remake 4

[…] I riferimenti visivi e letterari sono altissimi: tra le fonti d'ispirazione ci sono i film I figli degli uomini di Cuarón e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen. Tra i libri La strada di Cormac McCarty e L'ombra dello scorpione di Stephen King. Altro punto cruciale è stata la scelta degli attori: Pedro Pascal e Bella Ramsey[…], hanno dato a questi sopravvissuti che si scelgono come padre e figlia uno spessore umano e un calore fondamentali. […]

the last of us remake 3the last of us remake 9the last of us remake 12pedro pascal bella ramsey the last of us pedro pascal bella ramsey the last of us the last of us remake 11the last of us remake 2the last of us remake 13super mario bros film 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...