ELIANA MIGLIO? MI FAI UN SAFFO! – L’ATTRICE, A 56 ANNI, SORPRENDE CON UN LIBRO AUTOBIOGRAFICO SUL PROPRIO DISORDINE EROTICO, TRA LA FLUIDITA’ DEI SENSI E L’AMBIVALENZA DEI DESIDERI – UN CAPITOLO: “MI TUFFO DENTRO DI LEI. VORREI FARE L’AMORE FACENDOLE UN PO’ MALE. PENSO CHE LE MIE DITA POTREBBERO NON BASTARLE. LA BACIO A LUNGO. LE INFILO LA LINGUA. LA SENTO ANSIMARE SOTTO DI ME. ALLUNGO LA MANO FINO AL SUO SENO SINISTRO E STRINGO FORTE IL CAPEZZOLO...”
1 - ANNA
Capitolo tratto da "La grande invasione delle rane", di Eliana Miglio (Il Prato edizioni)
eliana miglio la grande invasione delle rane
Sono le sei di sera. Sono tre giorni che piove ed è tornato il freddo. La casa di Clara è un po’ umida. Mi stringo nel pullover norvegese mentre prendiamo un te’ dentro delle tazze scompagnate. Clara sta sistemando i bagagli coi suoi vestiti. In un angolo c’è una vecchia valigia ammaccata. “Era di mia nonna”, dice. “Io ho vissuto con lei. Dentro c’è tutto quello che mi ha lasciato”. Ha una voce chiara come quella di una bambina.
Mi fa tenerezza e corro da lei, sedendomi sul bracciolo della poltrona dove è accocolata.
“Piccola!” le dico mentre la stringo dolcemente.
Mentre ridiamo le scivolo in grembo, per attirarla a me e baciarla. “Non sono mai stata cosi felice” mi sussurra all’orecchio. Le succhio il seno attraverso la camicetta. I capezzoli le diventano duri. “Ho voglia di te”, le dico prendendola per mano.
Con lei mi sento sicura. So quello che devo fare. Lei mi segue baciandomi il collo. Ci tuffiamo sul letto e le slaccio frettolosamente i pantaloni. Le cosce di Clara sono sottili con piccoli peli biondi fini. La pelle profuma di borotalco, a dispetto del profumo che usa, che non c’entra nulla con lei. Paco Rabanne un profumo da uomo.
Accarezzo la pelle lievemente ambrata, il pube scuro e poi di nuovo la pancia piatta, sensuale. Le bacio un piccolo neo sopra l’ombelico.
Le ossa dei fianchi sporgono lievemente, ma sono arrotondate. Ha un sedere piccolo, ben fatto. Senza muscoli. Ha le spalle dritte, le braccia magre. Anche le sue mani mi piacciono molto, anche se le sue unghie lunghe, troppo curate, mi sembrano finte.
Mentre mi accarezza disinvoltamente, mi chiedo: Quante volte l’ha già fatto? Con chi? Dove ha imparato?
Divento gelosissima e mi tuffo dentro di lei. Vorrei fare l’amore facendole un po’ male. Penso che le mie dita potrebbero non bastarle. La bacio a lungo. Ha un sapore salato. Le infilo la lingua. La sento ansimare sotto di me. Allungo la mano fino al suo seno sinistro e stringo forte il capezzolo. “Ti amo”, le esce.
Mi stacco, il tempo di dirle “Anch’io”. Poi continuo fino a che la sento respirare sempre piu’ forte, al ritmo dei baci.
Le infilo fino in fondo insieme alla lingua anche un dito, l’indice. E’ molto bagnata, ma voglio di più. Quando sono stanca appoggio la testa al suo ventre accarezzandola. “Ti amo”, sospiro.
L’ho detto altre volte, ma questa volta sento che è davvero cosi.
“Non sono mai stata cosi bene con nessuno”, dice lei.
Ridiamo.
2 - AGNESE
Capitolo tratto da "La grande invasione delle rane", di Eliana Miglio (Il Prato edizioni)
Un roll-on all'arancio, boccettine di vetro con scritto Metadone, tabacco Drum, cartine da sigarette e un mazzo di chiavi con un piccolo serpente di pelle nera con gli occhi che brillano.
«Bello, vero? L'ho preso a Londra.» «Sei stato a Londra?» «Sì, l'estate scorsa, in vacanza... veramente sono scappato di casa.» Pensavo: Ma se è minorenne come ha fatto a passare il confine? Ma, per non contraddirlo, gli ho chiesto: «Parli inglese?» «Sì, l'ho imparato dalle canzoni.» Mi è simpatico Luca. Mi è familiare e mi piace che abbia sempre il sorriso sulle labbra.
Trovo curioso il suo modo di gesticolare con la mano destra, mettendo in mostra le unghie un po' lunghe, ma curate. In lui stona soltanto la risata. t come se avesse dentro uno gnomo che ride per lui. Ho voglia di andare a casa. Mi metto a cercare Anna.
In giardino non c'è. Entro in casa e salgo al piano superiore. Tutto tace. Mi si stringe il cuore. «Anna! Anna, dove sei?» «Che c'è, Agnese?» Entro nella stanza e la vedo nuda, coi capelli spettinati che le coprono il seno mentre un raggio di sole le illumina una spalla e metà del viso. Si siede. Clara ride sotto al lenzuolo.
Anna si copre svogliatamente, raccogliendo i vestiti sparsi per terra. Guardo la bottiglia di bianco mezza vuota e il bicchiere sporco sul comodino. Sento che bisogna parlarle piano, dolcemente. «Vorrei andare a casa...» «Adesso, adesso andiamo... stavo riposando un po'.» «Ti aspetto giù.»
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