EMANUELE TREVI E CHIARA GAMBERALE SI SCOMODANO A SCRIVERE A DAGOSPIA PER DARCI DEI FASCISTI: “IN RIFERIMENTO AGLI ARTICOLI OLTRAGGIOSI E CRUDELI PUBBLICATI IN QUESTI GIORNI SUL VOSTRO SITO, NON ABBIAMO NULLA DA PENSARE CHE SIA RIFERIBILE PUBBLICAMENTE. QUELLO CHE CI TURBA DI PIÙ È L'ANONIMATO DI QUESTI SCRITTI, CHE CI RICORDA UNA PRATICA TIPICAMENTE FASCISTA” – DAGO-RISPOSTA: “SERVIAMO LA VERITÀ RIPORTANDO I FATTI E NON CONDANNIAMO PROPRIO NESSUNO PER GLI ERRORI, NEMMENO COLORO CHE HANNO LASCIATO SOLO LIBERO DE RIENZO SCOPRENDOSENE POI AMICI PER METTERE LA MUSERUOLA AGLI ALTRI E DARE LEZIONI DI GIORNALISMO E DI MORALE. E LO FANNO PERALTRO MANDANDO MESSAGGI CRIPTICI E FUMOSI, SENZA ALCUNA CONTESTAZIONE PUNTUALE…”
CHIARA GAMBERALE E EMANUELE TREVI
Riceviamo e pubblichiamo:
Spettabile redazione di «Dagospia»,
in riferimento agli articoli oltraggiosi e crudeli - nonché pieni di falsità facilmente verificabili - pubblicati in questi giorni sul vostro sito, non abbiamo nulla da pensare che sia riferibile pubblicamente.
Ne prendiamo atto come di una violenza dalla quale non vogliamo e non possiamo difenderci in nessun modo, dispiaciuti solo che ne venga profondamente turbata una famiglia di persone oneste e generose come quella di Libero De Rienzo, con tutto il dolore che sta dignitosamente sopportando.
CHIARA GAMBERALE E EMANUELE TREVI
Quello che ci turba di più è l'anonimato di questi scritti, che ci ricorda una pratica tipicamente fascista, caratteristica ad esempio delle riviste dei collaborazionisti francesi negli anni dell'occupazione nazista, o delle lettere dei ricattatori.
Che questo sia legale o passibile di querele non ci interessa, è il profilo morale di tutto ciò che ci sconcerta, ma ognuno, a partire dal direttore del vostro sito, ha la sua coscienza e dunque i suoi limiti, sui quali non ci intendiamo né indagare né esprimere il giudizio che ce ne siamo fatti.
emanuele trevi si aggiudica il premio strega -2021
Non possiamo né vogliamo, insomma, fare nulla contro di voi, ma pensiamo di avere un solo diritto: è capitato in passato e potrebbe accadere in futuro che il vostro sito (peraltro senza nessun awertimento e nessun compenso) riproduca dei nostri articoli, creando l'idea implicita di un nostro assenso alle pratiche della vostra testata.
Non faremo nulla per impedirvi di infangare la nostra reputazione e la nostra buona fede, è la nostra vita che parla per noi, ma possiamo diffidarvi dal ripetere questa pratica. Essere il bersaglio della vostra inumanità può anche essere un onore, apparire come «firme» in una testata che pratica in questo modo ingiurioso l'anonimato, collaborando anche in maniera infinitesimale all'offerta proposta ai lettori, è un fatto intollerabile dal quale intendiamo tutelarci con ogni mezzo.
intervento di chiara gamberale
In fede,
Chiara Gamberale e Emanuele Trevi
DAGO-RISPOSTA
Come scriveva Voltaire in “Discours en vers sur l'homme”, “ama la verità e perdona l’errore”: noi (tutti i testi sono firmati) serviamo la verità riportando i fatti e non condanniamo proprio nessuno per gli errori, nemmeno coloro che hanno lasciato solo Libero De Rienzo scoprendosene poi amici per mettere la museruola agli altri e dare lezioni di giornalismo e di morale. E lo fanno peraltro mandando messaggi criptici e fumosi, senza alcuna contestazione puntuale.
I CANI DEL NULLA - SONO LORO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA MODERNITÀ, I NULLISTI. MUOIONO DA SOLI, SE NE VANNO IN SILENZIO, COME PICCHIO DE RIENZO. ANCHE LUI FACEVA PARTE DI QUEL GRUPPO DEI “NULLISTI” AL CENTRO DEI ROMANZI DEL SUO AMICO EMANUELE TREVI. COME ROCCO CARBONE E PIA PERA, GLI SCRITTORI MORTI PREMATURAMENTE E PROTAGONISTI DI “DUE VITE” CON CUI TREVI SI È ASSICURATO IL PREMIO STREGA. MA “NULLISTA” LO È ANCHE LO STESSO TREVI E TANTI ALTRI ESPONENTI DEL MONDO DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO. EPPURE SUI BELLI E DANNATI DEL NOSTRO TEMPO VIGE UNA SPECIE DI OMERTÀ, DI PUDORE FATTO DI RETICENZA E DI NON CONFESSATO PERBENISMO
GLI INTELLETTUALI DI SINISTRA CHE INVOCANO LA CENSURA SULLA MORTE DI DE RIENZO - MARCO MENSURATI DI "REPUBBLICA" RIMETTE IN RIGA CHI SI LAMENTA PER I DETTAGLI SULLA MORTE DELL'ATTORE (CIOE' L'EROINA): "COLPISCE CHE LE CRITICHE, CON UNA CERTA INSISTENZA E CON DIVERSI GRADI, DICIAMO COSÌ, DI CIVILTÀ, PROVENGANO DA INTELLETTUALI DEL CINEMA, PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE, PERSONE CHE AVEVANO UNA FREQUENTAZIONE CON DE RIENZO. IL COMPITO DI UN GIORNALE E DI UN GIORNALISTA, PERÒ, NON È QUELLO DI CELEBRARE. MA DI RACCONTARE I FATTI. E SE LA NOTIZIA È UNA BUSTINA DI EROINA TROVATA NELLA CASA DELL'ATTORE, NON PUBBLICARLA SAREBBE UN ERRORE. GRAVE. E PERICOLOSO. PERCHE'... "
GLI SCRITTORI ITALIANI? VOGLIONO LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE DROGATA – DAGOSPIA E “REPUBBLICA” DEVONO TACERE SU DE RIENZO CON L’EROINA SUL COMODINO. I NOSTRI AMICI NON SI TOCCANO: È LA PRIMA REGOLA DI TUTTE LE CONGREGHE. MAGARI LO SI ALLUDE IN UN ROMANZO COME “L’ISOLA DELL’ABBANDONO” DI CHIARA GAMBERALE, OVE SI RACCONTA DI UN ‘MARITO UN PO’ TOSSICO’, MA NON È EMANUELE TREVI, QUELLO DELLO STREGA CHE SCRIVE SUL “CORRIERE”: È FICTION, NON SIAMO NOI - ECCO LA LORO GRANDE AMBIZIONE: NASCONDERE I VIZI E PUBBLICARE PER LA CASA DEL BERLUSCA, SCRIVERE PER IL GIORNALE DEGLI AGNELLI E ASSICURARSI, COSÌ, RECENSIONI PER I PROSSIMI LIBRI. ALTRO CHE BAUDELAIRE O JIM MORRISON!
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