enrico lucherini il gattopardo

LA STORIA SI FA ANCHE CON LE FREGNACCE – PARLA ENRICO LUCHERINI, IL PRIMO PRESS AGENT DEL CINEMA ITALIANO: "QUANTE BALLE HO DETTO PER “IL GATTOPARDO", DAI LAMPADARI CON LE CANDELE AI FIORI CHE VISCONTI PRETENDEVA ARRIVASSERO OGNI GIORNO DA SANREMO. TUTTE INVENZIONI…” – “LUCHINO VISCONTI NON VOLEVA BURT LANCASTER - LA CARDINALE? TUTT’ALTRO CHE BRILLANTE – DELON CHE SI TROMBA LA FIAMMA DI ALBERTO SORDI, NORMA BENGELL E LA COSTUMISTA CHE SI INFILA NUDA NEL LETTO DI PAOLO STOPPA CHE URLA: “CHI È?!" - LA RIVALITA' FELLINI-VISCONTI CHE QUANDO VIDE GIULIETTA MASINA NE "LA STRADA" DISSE: "ME PARE MACARIO" - VIDEO

 

 

Estratto dell'articolo di Paolo Scotti per “il Giornale”

 

enrico lucherini foto di bacco (3)

La storia si fa anche con le bugie. Anzi: talvolta sono proprio le bugie a diventare storia.

Così la storia de Il Gattopardo, di cui si celebrano i sessant’anni (il 27 marzo del 1963 la prima, al cinema Barberini di Roma) è fatta anche delle stupefacenti bugie create, per lanciarlo, da Enrico Lucherini: primo press agent del cinema italiano, tra gli ultimi testimoni di quel set leggendario, modellatore impareggiabile del suo mito.

 

burt lancaster il gattopardo

Lucherini, in tutte le storie del cinema è scritto che il perfezionismo di Visconti pretese, per il celebre ballo del Gattopardo, lampadari con centinaia e centinaia di candele autentiche...

«Che però al calore dei proiettori si scioglievano, facendo piovere cera sugli attori, e obbligando a interrompere le riprese ogni mezzora, per tirarle giù e cambiarle tutte. Falso. Me l’inventai io, per far parlare i giornali. Solo le candele in primo piano erano vere. Le altre erano tutte elettriche. Ovviamente».

 

E la lavanderia appositamente montata fuori dal set solo per lavare i guanti bianchi dei ballerini...

«Ed evitare che apparissero ombreggiati dal sudore? Un’altra mia balla. Anche questa riferita per decenni, in tutti i libri. Ma le cineprese non sarebbero mai riuscite a riprendere il sudore su quei guanti!».

 

alain delon claudia cardinale il gattopardo

Non mi dirà che anche i fiori che Visconti pretendeva arrivassero ogni giorno in aereo da Sanremo...

«Erano un’invenzione, ovvio. Fiori belli se ne trovavano anche a Palermo. Perfezionista va bene; maniaco no. Certo: problemi a volte Luchino ne creava. In una panoramica sui tetti di Donnafugata voleva che si vedesse il fumo uscire dai camini.

 

Ma era estate, i proprietari delle case erano in vacanza. Bisognò cercarli uno a uno, convincerli a rientrare, accendere i camini. Li trovarono tutti, tranne uno. E Visconti, al momento di girare la panoramica, “Alt! - gridò - Perché da quel camino non esce fumo?”».

alain delon claudia cardinale il gattopardo

 

Tanta meticolosità mirava anche a stimolare negli attori il massimo dell’immedesimazione.

«In una scena Burt Lancaster, Principe di Salina, doveva aprire un cassetto. Dentro trovò biancheria d’epoca, accuratamente piegata. “Ma la inquadri, tutta questa roba?”, chiese all’operatore. “No”. “E allora che ci sta a fare?”. “Perché è roba tua - rispose Luchino - questa è la tua casa, il tuo mondo: ci devi recitare come se ci vivessi”. Così fece anche mettere autentica (e costosa) acqua di colonia nel flacone con cui in una scena Lancaster si profumava, “perché devi sentirti un vero principe, anche mentre ti profumi”».

 

Eppure all’inizio i rapporti con il suo protagonista non furono idilliaci...

claudia cardinale alain delon il gattopardo

«Luchino non lo voleva. “Può fare il cowboy, non il principe”. Pensava a un siciliano, Turi Ferro, o al grande Laurence Olivier. Anche Lancaster all’inizio diffidava. L’impasse fu superato dal produttore Lombardo. A Burt scrisse “Luchino è pazzo di te”, e a Luchino “Burt ti adora!”. Quando i due s’incontrarono io stavo con l’orecchio alla porta: “Oh Dio: ora salta tutto!”. Poi, al momento del celebre valzer, Lancaster si presenta con il ginocchio gonfio. Non può ballare. Apriti cielo! Quando si conobbero meglio divennero amici per sempre».

 

 

Com’era Visconti sul set del Gattopardo?

«Terribile. Anche cattivo, se necessario. Esigeva silenzio assoluto e faceva sfuriate epiche. Una volta, in teatro, usò anche una frusta. Una frusta vera. Trattò malissimo anche me, quando attraversai la scena delle barricate di Palermo: “Via Lucherini dal set!” urlò nel microfono, davanti a mille comparse. Altezzoso? Solo se era concentrato; in realtà non voleva che lo chiamassero “conte”. E lavorare con lui era esaltante, mai banale. A fine riprese, poi, faceva regali a tutta la troupe. Regali alla Luchino: principeschi. A me donò un portasigarette d’oro di Bulgari, con inciso “Il Gattopardo”. Non l’ho più: me l’ha rubato una cameriera».

alain delon claudia cardinale il gattopardo

 

E fuori dal set?

«Alloggiava in un castello appositamente restaurato, dove invitava i suoi preferiti a cena.

Ogni giorno alle 18 tutti a chiederci: “A chi lo dirà?”. Un invito di Luchino! Meglio che a corte. Io c’ero sempre, perché lo divertivo. La Cardinale, invece... Tanto cara, tanto bella, ma tutt’altro che brillante. Oddio: non che si parlasse dei massimi sistemi.

 

“Metti un disco di Mina!”. Luchino adorava Mina. A me chiedeva i pettegolezzi dagli altri set, anche per distrarsi dal suo. Solo di Sophia Loren non voleva sapere: “Ah Enri’, ma che me frega?”. Pativa il confronto tra lei e Claudia, ancora troppo acerba per competere con il talento della Loren».

 

E Delon? Che tipo di attore era?

burt lancaster ne il gattopardo

«Disciplinatissimo. Sapeva la fortuna incalcolabile che gli era capitata, e la sfruttava. Non volle alloggiare al castello, però: “Con Luchino sto già tutto il giorno; anche la notte no”. Visconti ne era gelosissimo: c’erano ragazze che lo raggiungevano da Roma, e allora erano litigi furiosi. Non ho mai capito come la povera Romy Schneider, fidanzata di Alain, non se ne accorgesse. Anche lei voleva raggiungerlo, e allora lui: “No, non venire: mi distrarresti. Devo concentrarmi, devo pensare al personaggio...”».

 

E intanto mieteva vittime in tutta la troupe...

Visconti e Fellini

«Alberto Sordi, che alloggiava nel nostro stesso albergo mentre girava Mafioso con Lattuada, ebbe la dabbenaggine di presentargli la sua partner, nel film e nella vita, la brasiliana Norma Bengell. Risultato: li beccò entrambi nella camera di lei. La costumista Edda Lancetti, che dormiva nella mia camera, rientrando una notte dalla stanza di Delon si sbagliò, e invece che in camera nostra entrò in quella di Paolo Stoppa, si spogliò nuda e s’infilò nel suo letto. Tutto l’albergo fu svegliato dalle urla di Stoppa: “Chi è?! Chi è?!”».

 

(...)

 

giulietta masina le notti di cabiria 2

Lei è stato testimone di questa leggendaria e decennale rivalità Visconti-Fellini.

«Si detestavano. Senza mezzi termini. Un giorno eravamo nella mia macchina, io e Luchino. Passiamo davanti a Canova, il bar di piazza del Popolo a Roma, e Visconti riconosce Fellini, seduto a uno dei tavolini. “Chiudi il finestrino, per carità! - esclama - se Federico mi vede mi sputa!». Quando con Luchino vedemmo La strada, all’apparizione di Giulietta Masina truccata e con il tamburo, Luchino sbottò: “Ma pare Macario!”».

 

Mentre lavoravate al Gattopardo vi rendevate conto che prendevate parte un capolavoro?

«No. Eravamo troppo occupati a evitare le sfuriate di Luchino».

enrico lucherini foto di bacco (4)luchino visconti federico felliniluchino visconti federico fellinialberto sordi il mafioso

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…