ESCE IL NUOVO FILM DI TARANTINO, “DJANGO UNCHAINED”, TRIBUTO ALLO SPAGHETTI WESTERN - “HO SEMPRE VOLUTO FARE UN WESTERN NELLO STILE DI SERGIO CORBUCCI. ‘IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO’ E LA TRILOGIA DI CUI FA PARTE SONO I MIEI FAVORITI. VOLEVO UN FRANCO NERO O UN GIULIANO GEMMA IN QUESTA STORIA” - NON SOLO: NELLA COLONNA SONORA C’È UN PEZZO DI ENNIO MORRICONE - “IL SANGUE? IN QUESTO TIPO DI FILM NON È MAI TROPPO”…
Silvia Bizio per "la Repubblica"
«Ho sempre voluto fare un western», dice Quentin Tarantino presentando il suo nuovo film Django unchained a New York. «Amo ogni tipo di western, e siccome gli spaghetti western sono sempre stati i miei favoriti, ho pensato che il giorno in cui ne avessi fatto uno sarebbe stato nello stile di Sergio Corbucci. I western offrono lo spunto per la rappresentazione del bene e del male, io volevo raccontare la storia del sud degli Stati Uniti e il genere si adattava a questa storia». Il tragitto del film per arrivare sullo schermo è cominciato oltre 10 anni fa, quando Tarantino ha immaginato il personaggio di Django, ispirandosi appunto al famoso film di Corbucci. «L'idea iniziale era uno schiavo che diventa un cacciatore di taglie».
La maggior parte dei suoi film, da Le iene a Pulp Fiction si rifà al genere spaghetti western...
«à vero, ma ora ho avuto l'opportunità di farlo in modo appropriato. Se fai un film su quel periodo americano sai che può essere molto duro, e infatti non ci sono molti altri film come il nostro. Camminavamo su un terreno vergine, e quando sei in prima fila ti puoi beccare tutte le pietre. Con Inglorious Basterds mi muovevo su un terreno già esplorato, dall'Olocausto alla seconda Guerra mondiale, qui non c'erano precedenti».
I suoi spaghetti western favoriti?
«Il buono, il brutto e il cattivo e la trilogia di cui fa parte sono i miei favoriti. Al quarto posto
C'era una volta il west. Sono un grande fan dei film di Sergio Corbucci, ovviamente, e non solo dei suoi Django. I giorni dell'ira, del 1967, è iconico; ho amato molto Navajo Joe
con Burt Reynolds e I crudeli con Joseph Cotten».
Che differenza c'è fra dramma e commedia nel suo cinema?
«Dato che prima di diventare regista lavoravo in un video-store, mi sono abituato a dividere film per categorie, dramma o commedia, e un film come L'onore dei Prizzi
non sai bene in quale scaffale metterlo. Di base io faccio drammi, ma inserisco momenti comici come in qualsiasi commedia. à il mio stile. Non le chiamo mai commedie perché ci sono cose che non sono comiche e non voglio far pensare che siano leggeri, per questo i miei film sono drammi, con momenti di commedia. Se dovessi scegliere uno scaffale per i miei film, un tempo avrei scelto quello del dramma, ma una specifica categoria Tarantino risolverebbe il problema».
Come mai c'è un tedesco nella storia?
«Beh, i tedeschi sono stati buoni con me dopo che li ho fatti neri in Inglorious Basterds,
ho voluto risarcirli. (Ride). Mi piaceva usare lo stesso attore per i due film: Inglorious Basterds era una storia europea, questa è una storia americana. Non volevo usare attori inglesi per recitare gente del sud, come fanno spesso con tanti film storici.
Gli americani, gli oppressori, dovevano essere americani, e anzi con l'eccezione di Leonardo tutti gli altri attori bianchi nel film sono del sud. Ma volevo che l'"altro" personaggio nel film, il Butch di Sundance, fosse un outsider, non un americano, uno che non capisce le abitudini di qui e le vede attraverso occhi di Django ed è disgustato dalla schiavitù. Christoph (Waltz, ndr) ha seguito molto da vicino le fasi della scrittura del film. à diventata una grande, bellissima amicizia la nostra».
Nel film c'è anche Franco Nero.
«Non scherzo quando parlo di spaghetti western: volevo un Franco Nero o un Giuliano Gemma in questa storia. Ci sono un tedesco e un italiano, è il massimo dell'internazionale che potessi immaginare».
Lei ha una piccola parte nel film. Com'è nata l'idea?
«A dir la verità tanti anni fa mi piaceva recitare, poi ho perso la voglia. Ho ingaggiato me stesso perché alla fine, se avessi deciso di tagliare la scena, non avrei offeso nessuno».
Si domanda mai se ci sia troppo sangue in un suo film?
«Se facessi una commedia romantica magari sarebbe troppo, ma in questo tipo di film, non è mai troppo».
Nella colonna sonora c'è anche una canzone originale di Ennio Morricone.
«à stato lui a offrirmi una sua composizione originale. Abbiamo un rapporto molto bello. Dice che quando uso qualche suo vecchio pezzo guadagna una rinnovata popolarità ».






