
CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – IN UN SERVIZIO DA GERUSALEMME, TRASMESSO IL VENERDÌ SANTO DAL TG2, GIOVAN BATTISTA BRUNORI SE NE ESCE CON LA SEGUENTE FRASE: “SIAMO NELL’ORTO DEGLI ULIVI, IL GETSEMANI. SECONDO LA TRADIZIONE, QUI GESÙ SI RACCOLSE IN PREGHIERA DOPO L’ULTIMA CENA, PRIMA DI ESSERE TRADITO DA PIETRO”. STUPISCE CHE IL CORRISPONDENTE DELLA RAI DALLA TERRASANTA IGNORI CHE IL NAZARENO FU TRADITO (PER 30 DENARI) DA GIUDA ISCARIOTA, NON DA PIETRO – PLATEALE FALSO FOTOGRAFICO SULLA PRIMA PAGINA DI ‘LIBERO’. IL QUOTIDIANO PUBBLICA UNA FOTO DELLA STRETTA DI MANO FRA IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO PIETRO PAROLIN E IL VICEPRESIDENTE STATUNITENSE JAMES DAVID VANCE
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto
da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti”
e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
«Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano», si legge nel breve testamento di papa Francesco, datato 29 giugno 2022.
Ora, è vero che la lingua madre del Santo Padre era lo spagnolo, come tutti sanno, ma i collaboratori che gli stavano intorno hanno avuto a disposizione quasi tre anni per evitargli di passare alla storia per l’italiano traballante delle sue ultime volontà. La sintassi bergogliana testimonia se non altro l’autenticità dello scritto, ma anche il timore reverenziale ispirato dal Pontefice, al quale, evidentemente, nessuno in Vaticano ha osato far notare le imprecisioni.
E forse la comprensibile agitazione causata dalla morte annunciata ma inattesa di Jorge Mario Bergoglio, avvenuta alle 7.35 del Lunedì dell’Angelo, spiega l’errore nella lettera con la quale il decano del collegio dei cardinali, il novantunenne Giovanni Battista Re, ha convocato la prima delle congregazioni generali indicando erroneamente le 7.45 come ora della scomparsa del Pontefice. Cercansi minutanti pontifici più affidabili per il successore.
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In un servizio da Gerusalemme, trasmesso il Venerdì santo dal Tg2 delle ore 13, Giovan Battista Brunori se ne esce con la seguente frase: «Siamo nell’Orto degli ulivi, il Getsemani, poco fuori dalla città vecchia di Gerusalemme. Secondo la tradizione, qui Gesù si raccolse in preghiera dopo l’Ultima cena, prima di essere tradito da Pietro».
Stupisce che il corrispondente della Rai dalla Terrasanta ignori che il Nazareno fu tradito (per 30 denari) da Giuda Iscariota, non da Pietro. Forse Brunori è stato fuorviato da un ricordo affrettato delle parole che Gesù rivolse, prima della Passione, all’apostolo sul cui nome aveva fondato la sua Chiesa («In verità ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte», Matteo 26, 34), ma in tal caso il giornalista avrebbe dovuto scegliere appunto il verbo rinnegato, non tradito.
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LIBERO - FOTO VANCE CAPOVOLTA CON PECORE A DESTRA
Plateale falso fotografico sulla prima pagina di Libero. Il quotidiano pubblica una foto della stretta di mano fra il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e il vicepresidente statunitense James David Vance. A renderlo palese è il fatto che il cardinale porge la sinistra, anziché la destra.
Ma che l’immagine sia specchiata, cioè capovolta orizzontalmente, si evince anche da un dettaglio decisivo. Sul fondo del salone, compare un dipinto (o forse un arazzo) che sembra la copia dell’incisione Missione di san Pietro attribuita a Giuseppe Passeri, presente nel Canon Missae Pontificalis, messale stampato a Roma nel 1745, se non fosse per alcune pecore sulla destra rispetto a Cristo. Infatti, Libero riesce a smentirsi da solo, pubblicando all’interno una foto di Parolin a colloquio con Vance in cui si vede lo stesso dipinto con gli ovini a sinistra.
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Paolo Mastrolilli e Iacopo Scaramuzzi sulla Repubblica: «Il Papa ha pubblicamente criticato le politiche migratorie restrittive di Trump, definendole una “disgrazia”, i tagli a UsAid colpisce molte iniziative all’estero della Chiesa Usa». Senza considerare il periodo pedestre, erano proprio indispensabili quattro mani per sbagliare la concordanza?
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LIBERO - FOTO VANCE CON PECORE A SINISTRA
Nel suo editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, si occupa dei 40 migranti trasferiti nel centro di Gjader, in Albania, con la nave Libra della Marina militare: «Non voglio riprodurre il casellario giudiziario di tutti quanti, ma aggiungo solo che fra i quaranta, molti hanno precedenti per reati contro la persona, contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti». Ancora una volta il conflitto permanente con le virgole fa sì che ne manchi una dopo «che» oppure che ve ne sia una di troppo dopo «quaranta».
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Federico Fubini, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, parla dei grandi fatturati che le Big Tech statunitensi registrano in Europa: «Quei flussi di denaro attraversano l’Atlantico verso ovest ogni volta che un residente di Milano, Roma, Parigi o Berlino registra un abbonamento a Netflix per vedere una serie, a Chat Gpt 4.0 per un processo di lavoro, a Microsoft per fare videoconferenze o a Meta per diffondere un post su Facebook».
Ma davvero Fubini crede che Meta produca ricavi tramite gli abbonamenti (sic!) e non vendendo agli inserzionisti gli spazi pubblicitari, i dati degli utenti e, soprattutto, il loro tempo e la loro attenzione?
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LA LUNA E UN PALLONE DI DAVID NIVEN - PRIMA EDIZIONE 1973
Federico Pontiggia scrive sul sito del Fatto Quotidiano, a proposito dell’attore David Niven: «Nel 1971 diede alla stampa la sua autobiografia, The Moon’s Ballon, un best-seller da cinque milioni di copie che ora viene editato per la prima volta in Italia con titolo fiabesco-tarantiniano: C’era una volta Hollywood».
Forse sarà la prima volta che ne sente parlare Pontiggia, giacché l’autobiografia in questione uscì in Italia più di 50 anni fa, esattamente nel 1973, per Sperling & Kupfer, con il titolo La luna è un pallone: memorie. E fu ripubblicata nel 1974 con lo stesso titolo da Mondadori nella collana Oscar.
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Inizio di un articolo sul sito della Stampa: «È stato disposto il divieto di avvicinamento ala vittima e gli è stato applicato il braccialetto elettronico l’uomo di 54 anni di Verbania accusato di stalking». Più avanti: «La donna ha spiegato agli agenti ha detto che con il passare del tempo il suo stalker era diventato sempre più pressante». Prove di neolingua.
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LA STAMPA - PROVE DI NEOLINGUA
Titolo dalla Verità: «La Kallas ha stufato mezza Unione: “Si atteggia da primo ministro”». La locuzione corretta richiede che atteggiarsi sia seguito dalla preposizione a, non da. Né potrebbe essere diversamente, considerati i significati del verbo: «Disporre il corpo o parti di esso in modo da esprimere uno stato d’animo, un’intenzione e simili; assumere ostentatamente una certa apparenza o condizione» (Lo Zingarelli 2025).
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Titolo dal Corriere della Sera: «È stato lungo e difficile / Ora un figlio mi aspetta, / e ora lo porterò a casa». Non vediamo l’ora.