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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DALLA PRIMA PAGINA DELLA “VERITÀ”: “FINALMENTE LA VERITÀ SUL PAPA: ‘RESPIRA’ MA RESTA IN PERICOLO’”. IMMAGINIAMO CHE, SE AVESSE SMESSO DI RESPIRARE, SI SAREBBE SAPUTO - “IL FATTO QUOTIDIANO”: “VATICANO, PRE-CONCLAVE GIÀ PARTITO: LA CORSA AL SOGLIO DI ‘BERGOGLIO’”. RICORDIAMO AI TITOLISTI DEL GIORNALE CHE, CON TUTTO IL RISPETTO PER IL PAPA ARGENTINO, IL SOGLIO RIMANE QUELLO DI PIETRO, DEL QUALE I PONTEFICI SI DICHIARANO SUCCESSORI…
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
Sul Corriere della Sera, lo scrittore e critico teatrale Franco Cordelli recensisce I sandali di Elisa Claps, dramma interpretato e diretto da Ulderico Pesce, e specifica che la povera ragazza assassinata a Potenza era «figlia del tabaccaio Antonio (il narratore della storia, benché defunto prima per un infarto poi per un tumore)». Il becchino suona sempre due volte.
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Titolo dalla prima pagina della Verità: «Finalmente la verità sul Papa: “Respira ma resta in pericolo”». Immaginiamo che, se avesse smesso di respirare, si sarebbe saputo.
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Dalla rubrica Libro in gocce che Giorgio Dell’Arti cura sul Fatto Quotidiano: «Santa Marina vergine visse in Bitinia tra il III e l’VIII secolo in un monastero maschile, col nome di “Marino”». Avere 500 anni e non sentirli.
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Stefano Cingolani sul Foglio: «Arroccato a Piazzetta Cuccia alle spalle della Scala, Alberto Nagel, giunto alla soglia dei sessant’anni, combatte la più difficile battaglia nella sua lunghissima, ventennale carriera in Mediobanca.
È entrato nel 1991 subito dopo la laurea alla Bocconi e naviga in solitaria dal 2007». Come si fa a definire ventennale una carriera che ha preso avvio 34 anni fa? Forse Cingolani voleva dire che sono quasi 20 anni che è l’amministratore delegato di Mediobanca, ma appare inesatto anche il riferimento al 2007: Nagel è il numero uno della banca d’affari dal 2008.
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Scrivendo del ricovero di papa Bergoglio al Gemelli, lo zelante vaticanista Domenico Agasso, coadiuvato da Flavia Amabile, ricorda sulla Stampa l’arguta battuta di Giovanni Paolo II che definiva il policlinico romano, dove tante volte era stato ricoverato, «il Vaticano III» con ovvio e divertente riferimento al Concilio Vaticano II al quale aveva preso parte come vescovo.
Ma i due annientano il motto di spirito papale scrivendo «Vaticano 3» e rendendolo in questo modo incomprensibile per la stragrande maggioranza dei lettori. Altrettanto, nella settimana successiva, fanno Francesco Antonio Grana sul Fatto Quotidiano in tre articoli diversi e Viola Giannoli sulla Repubblica. Non pretendiamo un giudice a Berlino, ci basterebbe un giornalista in Italia.
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LA VERITA - IL PAPA NON PRENDA ARIA
Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Probabilmente la politica inaugurata dal premier britannico è obbligata, dato che le sue quotazioni in patria sono al minimo e, se si tornasse a votare oggi, non è detto che i laburisti la spuntino». Concordanza sbagliata. La subordinata ipotetica «se si tornasse a votare» usa il congiuntivo imperfetto, pertanto richiedeva un verbo al condizionale presente nella consecutiva («i laburisti la spunterebbero»).
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Agostino Gramigna sul Corriere della Sera si occupa di «Mattia Ameht Minguzzi», il ragazzo, figlio di un noto chef, ucciso con sei coltellate in Turchia: «Mattia vive a Istambul con la famiglia».
Si scrive Istanbul. E il nome della vittima è Mattia Ahmet. Gramigna c’informa che il ragazzo ha 15 anni, ma dopo 10 righe l’età scende a 14. A scopo profilattico, ci siano astenuti dal proseguire nella lettura.
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aggressione a mattia ahmet minguzzi 2
Dal sito della Repubblica: «Una scossa sismica di magnitudo 5.1 è stata registrata alle 18.43 sulla costa croata settentrionale, a una trentina di chilometri a Est dell’isola di Zara». Non sapevamo che la Croazia fosse diventata un arcipelago.
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Sul Fatto Quotidiano un documentato articolo di Francesco Antonio Grana viene titolato «Vaticano, pre-conclave già partito: la corsa al Soglio di Bergoglio». Ricordiamo ai titolisti del giornale che, con tutto il rispetto per il Papa argentino, il soglio rimane quello di Pietro, del quale i pontefici si dichiarano successori.
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fedeli in preghiera del rosario per papa francesco in piazza san pietro in vaticano. foto lapresse5
Titolo sulla prima pagina della Verità dedicato a papa Francesco malato: «I medici: “Il cuore è ok ma non prenda aria”». O ignorano il significato della locuzione «prendere aria» («uscire all’aperto», Lo Zingarelli 2025) o vogliono far morire asfissiato il Pontefice. (Con la polmonite è consigliabile non prendere freddo).
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Il ricovero di papa Francesco al Gemelli induce Caterina Maniaci a esaminare su Libero le candidature di un futuro conclave. Ma barcolla sui numeri, informando i lettori che «il Collegio cardinalizio si compone oggi di 253 cardinali di cui 140 elettori» e scrivendo poi di «138 candidabili».
Nonostante quest’ultima imprecisione (perché in teoria ogni battezzato è candidabile), riteniamo che la collega volesse alludere ai porporati che entreranno in conclave come votanti non avendo ancora compiuto gli 80 anni.
Maniaci si contraddice dunque nello stesso articolo, dove a distanza di poche righe gli elettori scendono di due unità. Il giorno in cui è uscito l’articolo i cardinali erano 252 e gli elettori appunto 138, ma destinati a ridursi ingravescente aetate, quell’avanzare dell’età che nel 1970 indusse Paolo VI a escludere dall’elezione del Papa i cardinali ultraottantenni, come stabilito nella lettera apostolica Ingravescentem aetatem, appunto.
Suggeriamo infine a Maniaci di vigilare sui titoli e di aiutare i colleghi perché uno dei candidati da lei nominati diventa, nel sommario, il «congolese Besungu», il quale nell’Annuario pontificio è invece Fridolin Ambongo Besungu, comunemente noto con il primo cognome.
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Mara Gergolet sul Corriere della Sera, parlando di Heidi Reichinnek, candidata del partito Die Linke alle elezioni federali tedesche: «Come Angela Merkel e Sahra Wagenknecht è nata ad Est, ma vive ad Ovest, a Osnabrücke». La città della Bassa Sassonia si chiama Osnabrück. La corrispondente da Berlino dovrebbe saperlo.
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Nell’inserto Domenica del Sole 24 Ore, Raffaele Liucci recensisce l’ultima fatica storiografica di Enrico Deaglio, C’era una volta in Italia. Gli anni Settanta: «Si va dalla trasmissione “Alto gradimento”, andata in onda per la prima volta il 7 luglio 1970, “fucina di memorabili personaggi radiofonici”, all’apertura nel 1975 di Gardaland, “un anticipo degli anni Ottanta” e di quell’“Italia spensierata” poi narrata da Lucio Piccolo». Che però si chiama Francesco, non Lucio.
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Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «L’accordo infatti, permetterà anche alle squadre di Frontex...». Complimenti per la (solita) virgola fra soggetto e verbo.
PREGHIERE PER PAPA FRANCESCO AL POLICLINICO GEMELLI - FOTO LAPRESSE