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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - VERONICA GENTILI SUL "FATTO QUOTIDIANO": "UN TESTO DEL GENERE PROMOSSO DA UN’ISTITUZIONE PUBBLICA, ALLORA SÌ CHE DIVENTA UN MODELLO". COMPLIMENTI PER LA VIRGOLA FRA SOGGETTO E VERBO - MASSIMO GAGGI SUL "CORRIERE DELLA SERA": "TRUMP CONFERMA DI VOLER INIZIARE LE ESPULSIONI DEI CLANDESTINI, INIZIANDO DA QUELLI CHE HANNO COMMESSO REATI PENALI". I REATI SONO SEMPRE PENALI, NON ESISTONO QUELLI CIVILI O AMMINISTRATIVI... 

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” 

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

domani assoluzione o condanna

Incipit di un servizio di Aldo Fontanarosa sulla Repubblica: «A Natale le famiglie che vivono a ridosso dell’aeroporto di Ciampino, il secondo della Capitale, avranno un motivo in più per festeggiare. E qualche speranza possono coltivarla anche le tante altre persone che – nelle varie regioni del Paese – vedono sfrecciare sulle loro teste, voli, e poi voli, e poi altri voli, a gettito continuo». Deve essere un fan di Ernesto Maria Ruffini, direttore dimissionario dell’Agenzia delle entrate. (La locuzione corretta è a getto continuo, cioè senza interruzione).

 

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Veronica Gentili nella rubrica Facce di casta sul Fatto Quotidiano: «Un testo del genere promosso da un’istituzione pubblica, allora sì che diventa un modello». Complimenti per la virgola fra soggetto e verbo.

 

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avvenire accento sbagliato

Raffica di errori concentrati dall’eruditissimo cardinale Gianfranco Ravasi in un suo articolo, sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore, dedicato al giubileo. Il primo, minore, è condonabile, perché forse potrebbe essere frutto di una correzione automatica o, peggio, redazionale: in ogni caso il dottissimo prelato cita male Dante scrivendo «esercito molto» invece di «essercito molto» (Inferno, XVIII, 28).

 

In una rapida rassegna dei giubilei, il presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura scrive poi che «nel 1425 Martino V iniziava la tradizione venticinquennale», e qui gli sfondoni sono due e sono suoi, perché quel pontefice celebrò sì un Anno santo, ma nel 1423, in ossequio alla cadenza giubilare stabilita da Urbano VI, che nel 1390 l’aveva fissata ogni 33 anni.

 

L’Anno santo successivo fu quello celebrato nel 1450 da Niccolò V, che tornò alla precedente cadenza cinquantenaria stabilita nel 1343 da Clemente VI, e fu invece Paolo II a ridurla, nel 1470 con la bolla Ineffabilis providentia, a quella venticinquennale, che da allora è rimasta definitiva. Ma non fu quel papa a iniziarla perché morì nel 1471: a celebrare l’Anno santo del 1475 fu il suo successore Sisto IV, il pontefice che diede il nome alla Cappella Sistina.

 

la repubblica voli a gettito continuo

Ravasi aggiunge infine che la tradizione venticinquennale «fu interrotta, per le note vicende storiche nel 1800 e nel 1850» e qui chiudiamo un occhio sulla virgola mancante dopo «storiche», giacché l’indulgenza giubilare lo impone. Perfetta ci sembra invece, nel contesto fluido generale e a corredo dello zoppicante articolo cardinalizio, l’illustrazione scelta dal Sole 24 Ore: un’opera d’arte descritta nella didascalia come «The Large Glass. Massimo Bartolini, “Mixing Parfums”, 2000, porta girevole, neon, essenze di terra e di gelsomino, Roma, MAXXI». Porta girevole, altro che porta santa.

 

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«Con Torino il professor Mortadella sarà ubbidente anche da premier, quando decise di privatizzare la telefonia di Stato», rievoca Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in un abrasivo editoriale contro Romano Prodi, a suo dire prono agli ordini degli Agnelli. Ma se nella ricostruzione dei fatti l’azione viene presentata come futura («sarà ubbidiente», con la i), che c’entra il passato remoto «decise»? Belpietro avrebbe dovuto ricorrere al futuro semplice pure nella subordinata: «Con Torino il professor Mortadella sarà ubbidiente anche da premier, quando deciderà di privatizzare la telefonia di Stato».

cardinale gianfranco ravasi

 

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«Assoluzione o condanna / Per Salvini sarà una vittoria», titola Domani. La maiuscola posta all’inizio della seconda riga trasforma in ovvietà (tautologia, direbbero nel colto giornale diretto da Emiliano Fittipaldi) il concetto espresso nella prima. Infatti, assoluzione o condanna rappresentano la conclusione naturale di un processo (salvo i casi in cui il reato si estingua per prescrizione, amnistia o decesso dell’imputato). Bastava scrivere: «Assoluzione o condanna per Salvini sarà una vittoria».

 

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Nel dare la notizia dell’assoluzione del ministro Matteo Salvini per la vicenda dei migranti che furono bloccati a bordo della nave Open Arms, Avvenire annota nel titolo di prima pagina: «Esultanza di Meloni e Orbàn». Quando si usano gli accenti, bisognerebbe scegliere quelli giusti. Il premier magiaro si chiama Viktor Orbán, non «Orbàn». Nella lingua ungherese, le vocali lunghe sono marcate esclusivamente da accento acuto: non esistono vocali con accento grave.

 

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1 maurizio belpietro tommaso gentile

Maurizio Caverzan sulla Verità intervista Milo Infante, conduttore di Ore 14, programma di Rai 2, e gli fa dire: «Un vicedirettore ad personam è un generale senza esercito. Non credo che quella di Marano sia una mossa contro Ranucci, muoia Sigfrido e tutti gli altri vice ad personam». La frase è ispirata alla Bibbia, ma per la verità nell’originale suona così: «Sansone disse: “Che io muoia insieme con i Filistei!”» (Giudici, 16, 30). Avendola deformata con «e» al posto di «con», Caverzan avrebbe dovuto quanto meno cambiare anche la concordanza fra il soggetto plurale («Sigfrido e tutti gli altri») e il predicato verbale («muoiano», non «muoia»).

 

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Maurizio Caverzan

«Sull’immigrazione Trump conferma di voler iniziare le espulsioni dei clandestini dal primo giorno, iniziando da quelli che hanno commesso reati penali», riferisce Massimo Gaggi sul Corriere della Sera, da New York. Il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2025), quindi l’espressione reato penale è giuridicamente incongruente. I reati sono sempre penali, non esistono quelli civili o amministrativi.

 

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Titolo dalla Verità: «L’eredità di Arcuri: 203 milioni di danni da pagare per le mascherine». Un danno è un danno, ma 203 milioni sono una quantità di danni infinita. Per far capire che si tratta di euro, occorreva scrivere «danni per 203 milioni». Lo stesso servizio è corredato da questo sommario: «Poco prima era stata avviato il mega accordo con Benotti C., con il quale venduti circa 800 milioni di dispositivi per 1,2 miliardi». Concordanza e sintassi pedestre a parte, «venduti»?

 

donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 6

Semmai comprati (dall’Italia), come precisato nel testo: «Arcuri è stato quindi accusato di aver gestito le importazioni in modo da favorire un circuito esclusivo, quello di Vincenzo Tommasi e Mario Benotti (oggi scomparso), due dei mediatori della maxicomessa da 800 milioni di mascherine, pagate 1,2 miliardi di euro».

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